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martedì 15 settembre 2015

Lo Sapevate Che: Ripartiamo dal territorio...



Se Il Fantasma di Metternich s’aggirasse oggi per l’Europa dovrebbe modificare la sua celebre definizione: non l’Italia, ma il Mezzogiorno è solo “un’espressione geografica”. Tale è lo stato di deriva di queste aree del paese per quanto scrive il rapporto Svimez sul quale sono piovute una gragnola di commenti ostili. Conviene attendere il programma che il presidente Renzi annuncerà per il Mezzogiorno, confortato dai dati positivi sul mercato del lavoro alla luce dei dati dell’Inps. Ma nel Mezzogiorno e in particolare in Sicilia tale crescita è di molto inferiore ad altre parti del paese. Era nell’ordine delle cose, è inevitabile che la macchina dello sviluppo si muova più rapidamente lì dove essa è già solida. Ma ciò non lenisce il dato di fatto che la lunga crisi del paese ha ulteriormente allargatola forbice tra Nord e Sud. Questione secolare, male endemico della storia d’Italia, che fa impallidire i governi della Repubblica: dopo il crollo del muro di Berlino la Germania Federale seppe risolvere la distanza che la separava da quella dell’est con un’efficienza e un coraggio politico che ancora oggi desta ammirazione. Il Masterplan di Renzi non dovrà dimenticare questa lezione per dare una svolta al divario tra le due Italie. Mi permetto di segnalare solo quelle che a me paiono due priorità assolute per il Sud. La prima delle piaghe del Mezzogiorno è costituita dallo stato di abbandono del territorio. Già i disastri d’agosto in Calabria e in Campania hanno dato l’allarme. Non ci vuole la Sibilla cumana per dire che in autunno si verificheranno piogge copiose che faranno impazzire fiumi e torrenti sgretolando l’Appennino e le aree montuose del paese arrecando danni ingenti e falciando vite umane. Città comprese. Per risolvere questo problema ci vorranno decenni, ma l’avvio risoluto di una politica di risanamento ambientale sarebbe una formidabile spinta all’occupazione a basso costo per addetti: solo in tal modo il Mezzogiorno potrà divenire un territorio sicuro, condizione indispensabile ad ogni ripresa economica e sociale. Il turismo è una risorsa del Sud dicono tutti. La Reggia di Caserta e le residenze borboniche, sono parte di un piano che fa capo al Ministero dei Beni culturali, ci auguriamo che decolli. Ma metà dell’appartamento reale della Reggia è ancora in mano all’Alta Scuola della Pubblica Amministrazione che fa capo alla presidenza del  Consiglio e sfugge a ogni controllo del Mibac  con danni immensi (ne scrissi diffusamente, il 4 luglio del 2014, su “Repubblica”). Sarebbe immaginabile alla Reggia di Versailles qualcosa di simile? Domani stesso Renzi, senza spendere un euro, può varare un provvedimento che restituisca alla Reggia borbonica la sua integrità monumentale, pesantemente lesa da una lobby che nessuno ha osato rimuovere: sarebbe un segno, non certo risolutivo ma altamente simbolico per il rispetto del patrimonio d’arte del paese e il rilancio del turismo.
Cesare de Seta – www.lespresso.it – L’Espresso 10 settembre 2015

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