Meno Tasse, Ovvero Più
Libertà. Il
pragmatismo ideologico del presidente del Consiglio rompe ogni schema. Rianima
la sinistra. Sollecita la destra. Diminuisce la pressione fiscale –narra lo
storytelling renziano – non è uno strumento per conquistare consenso
elettorale. No. Manco a pensarlo. La riduzione delle tasse aumenta il tasso di
libertà del Paese, aumenta il tasso di
giustizia sociale. Applausi. Il più sfrontato leder che un partito di
centrosinistra potesse avere rifonda in pochi concetti anni e anni di
indeterminabili dibattiti. Così oggi più che mai appare surreale interrogarsi
se tagliare le tasse sia di destra o di sinistra. E’ un programma di governo.
Punto. Dunque è giusto dar credito all’impegno preso da Matteo Renzi. Il
premier-segretario ha rilanciato la sua campagna fiscale da Rimini. Che apre
una campagna elettorale non dichiarata: cento incontri in altrettante città
italiane. Un tour continuo a sostegno dell’attività del governo. L’anno di
scorso Matteo il rottamatore aveva snobbato il meeting di Comunione e
Liberazione. Martedì 25 agosto Matteo il riformatore è stato accolto
dall’apparato ciellino come un amico. Termometro sensibile del potere di
acquisto. (..). E ora avanti tutta, sintetizza “l’Unità”, tornata di recente in
edicola renziana come non mai. Poco importa se le coperture finanziarie siano
incerte; se il contagio della crisi cinese metta a rischio la debole ripresa
europea (..). Renzi, conquistando il cuore del conservatorismo cattolico,
scompagina ancora una volta le truppe alla sua sinistra e alla sua destra.(..).
Agli Amici-Nemici della minoranza dem il messaggio è a muso duro: qualsiasi
tentativo di far cadere il governo – sulla riforma del Senato, innanzitutto, o
su altri provvedimenti indigesti prossimi venturi come regolamentazione degli
scioperi e del sindacato – si ritorcerà sulla vecchia guardia. Perché se si
dovessero sciogliere le Camere in anticipo, le tasse non potrebbero essere
abbassate, secondo il felice crono programma. Insomma un incidente di percorso,
pur sempre in agguato, ed eventuali elezioni anticipate trovano ben agguerrito
il partito del premier, pronto a regolare una volta per tutte le questioni con
la sinistra interna. Anche A Destra il pragmatismo del premier crea
effetti collaterali. Intanto Comunione e Liberazione è una formidabile macchina
del consenso. Con la quale fare i conti in vista delle prossime elezioni
amministrative di primavera a Milano e in altre città del nord. Le cronache del
dopo-meeting raccontano di un Pd potabile e votabile, per l’esigente mondo
ciellino. L’effetto tasse mina ilgiàsgarrupato quartier generale di Forza
Italia. Da cui si entra e si esce attraverso comode porte girevoli. Se Denis si
promette a Matteo portandogli in soccorso un manipolo di “responsabili”, Nunzia
si ripromette a Silvio e forse porta in dote qualche scontento dell’Ncd.
Verdini e De Girolamo, crisi incrociate. La campagna renziana, dopo il magro 4
a 3 delle elezioni regionali di maggio, solletica proprio l’elettorato del
nord, piccoli imprenditori, artigiani, partite Iva. Quella che fu la base
sociale del successo dell’ ex Cavaliere. Infatti se la narrazione del premier
segretario mira a far sentire meno tartassate quelle categorie, nulla si dice
sul fronte della lotta all’evasione fiscale. Resta un tema ostico. Renzi, con
lucida visione, continua a non voler intaccare. E’ mestiere da gufi. Lui
preferisce incantare.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it
- @Vicinanzal – L’Espresso – 3 settembre 2015
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