Braccialetti rossi la
trionferà
Era un’operazione molto rischiosa. Per tema, orario e giorno
prescelto. Ma nell’Italia cialtrona e truffaldina con una politica senza cuore
e di certo malata, si è fatto largo il segno di un Paese diverso. E’ il
successo della fiction “Braccialetti rossi” su cui non tutti avrebbero
scommesso fior di capitali, di domenica sera perfino, in orari destinati per
grandi numeri più a divagazione e sport.
Costola Italiana “Braccialetti” nasce come costola
italiana della serie “Polseres vermelles” che ha spopolato in Spagna. E’
ambientata in un ospedale pediatrico dove degli adolescenti lottano per la sopravvivenza e la voce narrante è
quella di un bambino in coma. Anche se la vita, il carattere e il linguaggio
reale dei ragazzi irrompono nella quotidianità della malattia e delle sue cure
crudeli, in qualche modo mitigandole, è una miscela emotivamente esplosiva e
nonostante la cieca fiducia di Eleonora Andreatta, direttore di Rai Fiction
(che l’ha voluto a ogni costo) davvero inattesa.
Hit Parade Intanto il libro omonimo dello
spagnolo Albert Espinosa è in vetta nella classica dei più venduti. La fiction
su RaiUno è andata molto bene, i telespettatori aumentano di puntata in puntata
e nell’ultima hanno superato di molto i sei milioni, in fretta e furia, la
produzione ha dovuto stampare 25 mila nuovi braccialetti rossi da mandare nelle
sedi regionali per soddisfare le richieste – “Vorrei averne uno anch’io” – arrivate a migliaia via mail, in
una catena ideale di identificazione. Su Facebook la Storia è seguita da
121.347 amici e ne parlano in 48.293.
Il Lato Positivo Il lato buono del Paese, finalmente,
e in gran parte giovane, tra i 14 e i 34 anni, non attempato e quindi più
sensibile come ci si potrebbe aspettare. Con “Braccialetti rossi” si è di colpo
materializzata un’Italia, silenziosa, che s’interessa al dolore profondo. E’
emerso il segno di una generazione che con migliaia di tweet e retweet dimostra
come nel web, al di là del bullismo da prima pagina ci sia anche solidarietà e
partecipazione. Un’identità esplosa in grandi numeri come succede con i
fenomeni culturali, e questo è positivo ed emblematico, forse una svolta, dopo
anni di velenismo e trionfo effimero dell’immagine.
Cambio Di Verso A dir la verità non è un’Italia che
i media rappresentano con grandi fanfare. Ma se è vero come si è sempre detto
che la Rai anticipa cambiamenti culturali della società, forse “Braccialetti”
può rappresentare il faro indiziario di un “cambio di verso”. Anche il grande
comunicatore del momento Matteo Renzi ha sentito e captato il tema. Lui che – è
stato detto – è emblema della gioia di vivere, del successo, dell’essere un
vincente fichetto, trendy, smart.
Pure Matteo A Firenze nel suo commiato da sindaco, si è
commosso una sola volta: quando ha ricordato Lorenzo Guarnieri, un ragazzo
morto in un incidente stradale, e la campagna che insieme alla famiglia ha
sostenuto per la sicurezza stradale. “Questa sarà la cosa che porterò di più
nel cuore” ha detto Renzi. “Fare politica è dare del tu anche al dolore e
cercare di dare delle risposte a chi vive nel dolore”. Dietro a “Braccialetti”
c’è anche questo. Speriamo che aiuti un poco a curare anche il dolore del
nostro Paese.
Denise Pardo – L’Espresso – 27 febbraio 2014
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