Noi, milioni di fessi, che sapremmo spiegare
Cosa deve fare la politica
Quando non è troppo impegnato a dibattere sui salvacondotti a Berlusconi
e sulle nuove tasse, il governo delle larghe intese potrebbe dirci a che punto
siamo con i tagli ai costi della politica. A occhio e croce, mi pare non si sia fatto ancora nulla di serio. Eppure non si parlava d’altro in campagna elettorale, subito dopo il voto e alla nascita del governo. Letta in Parlamento ha sventolato grandi promesse. E allora? Il finanziamento ai partiti è sempre quello, anche se giurano che un giorno sarà ridotto. Di dimezzare il numero e gli stipendi dei parlamentari se ne parlerà un domani. Sui salari dei dipendenti delle Camere, dagli ottomila euro netti degli stenografi in giù, pare invece si calerà una scure terribile: meno tre per cento, addirittura. I tagli agli emolumenti dei manager pubblici, i più alti del mondo, sono stati bloccati.
Gli enti locali in compenso continuano a buttare soldi dalla finestra. L’ultimo scandaloso esempio sono i a milioni di euro regalati dalla fallimentare regione Campania all’amico Brunetta, per organizzare festicciole a Ravello. L’abolizione delle province, cui di cuore mi sentirei di aggiungere l’eliminazione delle regioni, è sempre in alto mare. Come anche la riforma della legge elettorale, al posto del Porcellum che pure fa schifo a tutti da anni. Perfino il rivoluzionario Beppe Grillo ha scoperto alla fine che il Porcellum non p poi così male, soprattutto per i leader padroni che nominano i servi in lista, e si può tornare a votare con le liste bloccate. Poi, se vince lui, naturalmente la cambierà. Come del resto avevano già promesso destra e sinistra. Tutta gente di saldi principi.
Da cittadino italiano di lungo corso, dovrei essere abituato a essere preso per i fondelli dalla nostra cara classe dirigente. Eppure, essendo probabilmente un fesso in buona fede, continuo a indignarmi. E mentre metto da parte i soldi per pagare l’Imu sulla prima e unica casa, in teoria di proprietà della banca dalla quale cerco di riscattarla, l’indignazione aumenta.
Sarebbe bello che un giorno uno di noi, milioni di fessi, fosse invitato in Parlamento a parlare di questi temi. A fare un discorso semplice sulle riforme della politica che in teoria avrebbero il cento per cento della maggioranza da Berlusconi all’ultimo grillino, passando per le cento anime del Pd, ma non riescono mai a diventare realtà. Così, per togliersi una soddisfazione. Sono sicuro che l’intero Parlamento si alzerà ad applaudire. Poi, dal giorno dopo, si torna a rubare.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 30-8-13
Noi, milioni di fessi, che sapremmo spiegare
Cosa deve fare la politica
Quando non è troppo impegnato a dibattere sui salvacondotti a Berlusconi
e sulle nuove tasse, il governo delle larghe intese potrebbe dirci a che punto
siamo con i tagli ai costi della politica. A occhio e croce, mi pare non si sia fatto ancora nulla di serio. Eppure non si parlava d’altro in campagna elettorale, subito dopo il voto e alla nascita del governo. Letta in Parlamento ha sventolato grandi promesse. E allora? Il finanziamento ai partiti è sempre quello, anche se giurano che un giorno sarà ridotto. Di dimezzare il numero e gli stipendi dei parlamentari se ne parlerà un domani. Sui salari dei dipendenti delle Camere, dagli ottomila euro netti degli stenografi in giù, pare invece si calerà una scure terribile: meno tre per cento, addirittura. I tagli agli emolumenti dei manager pubblici, i più alti del mondo, sono stati bloccati.
Gli enti locali in compenso continuano a buttare soldi dalla finestra. L’ultimo scandaloso esempio sono i a milioni di euro regalati dalla fallimentare regione Campania all’amico Brunetta, per organizzare festicciole a Ravello. L’abolizione delle province, cui di cuore mi sentirei di aggiungere l’eliminazione delle regioni, è sempre in alto mare. Come anche la riforma della legge elettorale, al posto del Porcellum che pure fa schifo a tutti da anni. Perfino il rivoluzionario Beppe Grillo ha scoperto alla fine che il Porcellum non p poi così male, soprattutto per i leader padroni che nominano i servi in lista, e si può tornare a votare con le liste bloccate. Poi, se vince lui, naturalmente la cambierà. Come del resto avevano già promesso destra e sinistra. Tutta gente di saldi principi.
Da cittadino italiano di lungo corso, dovrei essere abituato a essere preso per i fondelli dalla nostra cara classe dirigente. Eppure, essendo probabilmente un fesso in buona fede, continuo a indignarmi. E mentre metto da parte i soldi per pagare l’Imu sulla prima e unica casa, in teoria di proprietà della banca dalla quale cerco di riscattarla, l’indignazione aumenta.
Sarebbe bello che un giorno uno di noi, milioni di fessi, fosse invitato in Parlamento a parlare di questi temi. A fare un discorso semplice sulle riforme della politica che in teoria avrebbero il cento per cento della maggioranza da Berlusconi all’ultimo grillino, passando per le cento anime del Pd, ma non riescono mai a diventare realtà. Così, per togliersi una soddisfazione. Sono sicuro che l’intero Parlamento si alzerà ad applaudire. Poi, dal giorno dopo, si torna a rubare.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 30-8-13
Cosa deve fare la politica
Quando non è troppo impegnato a dibattere sui salvacondotti a Berlusconi
e sulle nuove tasse, il governo delle larghe intese potrebbe dirci a che punto
siamo con i tagli ai costi della politica. A occhio e croce, mi pare non si sia fatto ancora nulla di serio. Eppure non si parlava d’altro in campagna elettorale, subito dopo il voto e alla nascita del governo. Letta in Parlamento ha sventolato grandi promesse. E allora? Il finanziamento ai partiti è sempre quello, anche se giurano che un giorno sarà ridotto. Di dimezzare il numero e gli stipendi dei parlamentari se ne parlerà un domani. Sui salari dei dipendenti delle Camere, dagli ottomila euro netti degli stenografi in giù, pare invece si calerà una scure terribile: meno tre per cento, addirittura. I tagli agli emolumenti dei manager pubblici, i più alti del mondo, sono stati bloccati.
Gli enti locali in compenso continuano a buttare soldi dalla finestra. L’ultimo scandaloso esempio sono i a milioni di euro regalati dalla fallimentare regione Campania all’amico Brunetta, per organizzare festicciole a Ravello. L’abolizione delle province, cui di cuore mi sentirei di aggiungere l’eliminazione delle regioni, è sempre in alto mare. Come anche la riforma della legge elettorale, al posto del Porcellum che pure fa schifo a tutti da anni. Perfino il rivoluzionario Beppe Grillo ha scoperto alla fine che il Porcellum non p poi così male, soprattutto per i leader padroni che nominano i servi in lista, e si può tornare a votare con le liste bloccate. Poi, se vince lui, naturalmente la cambierà. Come del resto avevano già promesso destra e sinistra. Tutta gente di saldi principi.
Da cittadino italiano di lungo corso, dovrei essere abituato a essere preso per i fondelli dalla nostra cara classe dirigente. Eppure, essendo probabilmente un fesso in buona fede, continuo a indignarmi. E mentre metto da parte i soldi per pagare l’Imu sulla prima e unica casa, in teoria di proprietà della banca dalla quale cerco di riscattarla, l’indignazione aumenta.
Sarebbe bello che un giorno uno di noi, milioni di fessi, fosse invitato in Parlamento a parlare di questi temi. A fare un discorso semplice sulle riforme della politica che in teoria avrebbero il cento per cento della maggioranza da Berlusconi all’ultimo grillino, passando per le cento anime del Pd, ma non riescono mai a diventare realtà. Così, per togliersi una soddisfazione. Sono sicuro che l’intero Parlamento si alzerà ad applaudire. Poi, dal giorno dopo, si torna a rubare.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 30-8-13
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