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venerdì 27 settembre 2013

Lo Sapevate Che: La Vita è una Giungla....


Cari ragazzi bravi e delusi, è vero, la vita
È una giungla, ma basta con i piagnistei

Caro Serra, sono una ragazza di 19 anni, appena diplomata al liceo classico,
disillusa, angosciata, arrabbiata e spaventata. Ho avuto una carriera
scolastica fatta di delusioni e ingiustizie continue e di rivalse che non
arrivavano. Ho studiato mattina e sera per il mio esame di maturità, ci ho messo tutto l’amore e la passione che possedevo, portando percorso basato su L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, collegando ogni materia con una frase del libro, esplorando fili tematici politici, metafisici, filosofici. Ho avuto 80. Molti miei compagni di classe (uno di questi aveva portato possiedono  un percorso sul gossip) che possiedono una cultura fatta di frasi prese a caso su face book, di notiziole da quattro soldi su Belèn Rodriguez e di reality show, che in 5 anni di liceo quel poco che avevano fatto l’avevano studiato dai miei appunti e riassunti, hanno avuto voti di gran lunga superiori al mio. E’ stata la prima vera delusione della mia vita.
Ho sbirciato per la prima volta attraverso il sipario del mondo e ho visto un piccolo pezzo della giungla che c’è la fuori. Ora mi chiedo: perché devo vivere in un Paese in cui la meritocrazia non esiste? In cui molto probabilmente verrò scavalcata da persone che valgono meno di me solo perché, come mi ha detto mia madre, sono figlia di nessuno? So che subirò ingiustizie molto più grandi, e questo mi spaventa e mi sconforta. Dopo la fine del liceo vivo sprofondata in questo senso di angoscia perenne e sento il peso del mio futuro che mi cala addosso pian piano.
E ho paura di quello che mi aspetta, ho paura di non avere la capacità per affrontare il mondo. E sono sconfortata perché io questo mondo vorrei mangiarmelo, voglio andare all’università, studiare, mettermi in gioco, arrivare in alto, svegliarmi la mattina e pensare “che bello, vado a lavorare”: ma ho paura, perché questo è un Paese per vecchi, ricchi e imbroglioni. In Italia non vai da nessuna parte se sei figlia di nessuno.
Carolina (Salerno)

Carolina, devo sgridarti. La mia età più che matura me lo consente. I toni della tua lettera sarebbero appropriati se scaturissero da una condizione tragica, o molto precaria. Invece sei una ragazza che ha appena preso la maturità classica con un voto che farebbe la felicità di tuoi coetanei. Che tuoi compagni meno meritevoli e più futili di te abbiano preso un voto più alto fa parte della vita, dei suoi squilibri e anche della casualità con la quale il destino spesso distribuisce le sue occasioni. Finchè vivrai vedrai cretini di successo e mezze cartucce riverite solo perché ricoprono una posizione di potere. Se perderai tempo a roderti per queste cose, farai solo torto a te stessa.
Il tuo valore, la tua misura devono farti da guida, e una buona dose di “non di curar di loro” aiuta a non pagare, oltre al prezzo dell’ingiustizia, il sovrapprezzo del rancore.
Quanto alla “figlia di nessuno”, scusa se te lo dico, ma uno dei tratti storici (nefasti) del “carattere italiano”, specie nel Sud dove tu vivi, è pensare che essere “figli di”, o non esserlo, è ciò che determina, da sé solo, il destino delle persone. A furia di pensarlo, e di farne un’ossessione, si finisce paradossalmente per rafforzare questo difetto, per eternarlo, per trasformarlo in Norma. Eppure conosco figli di nessuno che, ricorrendo solo alle proprie forze, hanno avuto vite di clamoroso successo economico e sociale, e “figli di” che hanno avuto vite mediocrissime, da mantenuti, da sopportati, spintonati come sacchi di patate. Basta con le lagne, Caterina. Sì, è proprio così, la vita è una giungla. Ma nella giungla si diventa grandi e si diventa forti. Sono stufo di sentire ragazzi di vent’anni che parlano solo di paura, di depressione, di frustrazione. E quando tua madre ti dice che sei “figlia di nessuno”, rispondile che ognuno è prima di tutto figlio di sé stesso. Se permetti, un abbraccio.

lapostadiserra@repubblica.it –Venerdì di Repubblica – 20- Settembre 2013

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