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mercoledì 18 settembre 2013

Lo Sapevate Che: Iperattività....


Test Per Bimbi Vivaci

La Sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione dei bambini (Adhd) è una delle malattie più controverse degli ultimi anni, secondo molti neuropsichiatri, e: colpisce molto raramente: molti dei casi diagnosticati ovunque nei paesi industrializzati non sono in realtà Adhd. I sintomi possono infatti essere confusi con facilità con una vivacità spiccata ma normale o con altri disturbi cognitivi pediatrici. Su questo si innesta poi la polemica del farmaco consigliato, il metilfenidato o ritalin, una molecola della famiglia delle amfetamine che secondo molti esperti non dovrebbe mai essere somministrata a un bambino, anche perché non ne è noto il meccanismo d’azione.

Ora però le cose potrebbero cambiare, perché la Food and Drug Administration, per la prima volta, ha approvato un metodo diagnostico strumentale, che dovrebbe aiutare a fare chiarezza almeno sulle diagnosi. Il sistema, chiamato Neba’s Health Device, si basa su una registrazione dell’elettroencefalogramma che dura una ventina di minuti; secondo i produttori, la lettura di alcuni segmenti delle onde cerebrali di zone collegate alla concentrazione e all’attenzione, unita ai test psicologici e comportamentali già in uso, fornisce una diagnosi esatta, come è stato dimostrato nello studio realizzato per la richiesta di autorizzazione, su quasi 300 bambini di età compresa tra sei e i 17 anni. Nel frattempo molti neuropsichiatri stanno lavorando alla messa a punto di un’applicazione specifica della risonanza magnetica funzionale, come dimostra anche un altro studio appena pubblicato su “Psychiatric Research” e condotto dai neurologi della Columbia  su una ventina di bambini con Adhd e altrettanti sani.
Se i dati clinici ne confermeranno l’attendibilità, la risonanza magnetica funzionale e l’elettroencefalogramma potrebbero essere impiegati anche nelle diagnosi di autismo e di altri disturbi che, se diagnosticati precocemente, possono essere affrontati con strumenti molto più efficaci rispetto a quando la diagnosi avviene dopo i due anni.

Agnese Codignola – L’Espresso – 19-settembre-2013

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