Test Per Bimbi Vivaci
La Sindrome da
iperattività e deficit dell’attenzione dei bambini (Adhd) è una delle malattie
più controverse degli ultimi anni, secondo molti neuropsichiatri, e: colpisce
molto raramente: molti dei casi diagnosticati ovunque nei paesi
industrializzati non sono in realtà Adhd. I sintomi possono infatti essere
confusi con facilità con una vivacità spiccata ma normale o con altri disturbi
cognitivi pediatrici. Su questo si innesta poi la polemica del farmaco
consigliato, il metilfenidato o ritalin, una molecola della famiglia delle
amfetamine che secondo molti esperti non dovrebbe mai essere somministrata a un
bambino, anche perché non ne è noto il meccanismo d’azione.
Ora però le cose potrebbero cambiare, perché la Food and Drug
Administration, per la prima volta, ha approvato un metodo diagnostico
strumentale, che dovrebbe aiutare a fare chiarezza almeno sulle diagnosi. Il
sistema, chiamato Neba’s Health Device, si basa su una registrazione
dell’elettroencefalogramma che dura una ventina di minuti; secondo i
produttori, la lettura di alcuni segmenti delle onde cerebrali di zone
collegate alla concentrazione e all’attenzione, unita ai test psicologici e
comportamentali già in uso, fornisce una diagnosi esatta, come è stato
dimostrato nello studio realizzato per la richiesta di autorizzazione, su quasi
300 bambini di età compresa tra sei e i 17 anni. Nel frattempo molti
neuropsichiatri stanno lavorando alla messa a punto di un’applicazione
specifica della risonanza magnetica funzionale, come dimostra anche un altro
studio appena pubblicato su “Psychiatric Research” e condotto dai neurologi
della Columbia su una ventina di bambini
con Adhd e altrettanti sani.
Se i dati clinici ne confermeranno l’attendibilità, la
risonanza magnetica funzionale e l’elettroencefalogramma potrebbero essere
impiegati anche nelle diagnosi di autismo e di altri disturbi che, se
diagnosticati precocemente, possono essere affrontati con strumenti molto più
efficaci rispetto a quando la diagnosi avviene dopo i due anni.
Agnese Codignola – L’Espresso – 19-settembre-2013
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