Etichette

venerdì 27 settembre 2013

Lo Sapevate Che: Per Studiare Meno...


Cinque Trucchi Per Studiare Meno.
E Avere Ottimi Voti

No a riassunti ed evidenziatori. Meglio sfruttare il modo in cui funziona
la memoria. Ecco come

Bando a riassuntivi ed evidenziatori, la ricetta per ottenere il massimo risultato scolastico col minimo sforzo è un’altra: auto interrogarsi, alternare le materie studiate a intervalli di un’ora e allungare il tempo che passa tra lo studio e il ripasso. Lo sostiene una ricerca comparata degli psicologi cognitivi americani Elizabeth Marsh, Daniel Willingham, John Dunlosky e <Katherine Rawson, che hanno passato in rassegna 700 studi degli ultimi anni sull’efficacia dei metodi di apprendimento. I loro risultati sono su Scientific American Mind.
Il metodo vincente, dicono, è l’autointerrogazione, che si può fare preparandosi, foglietti con una domanda su un lato e la risposta sul retro. Una tecnica che aiuta a memorizzare non solo l’informazione rappresentata dalla specifica risposta: ricercando questa nella memoria si rievocano infatti anche altre informazioni che le sono correlate, arrivando alla fine all’incirca al raddoppio delle nozioni apprese.
Il secondo supermetodo consiste nel distribuire lo studio nel tempo. Si ricorda di più se tra la prima memorizzazione e il ripasso passano 15 giorni. Il ripasso troppo ravvicinato non impegna infatti abbastanza la memoria a lungo termine, e i ricordi si consolidano di meno.
Il terzo sistema è quello delle “domande elaborative”. Nel 1987 i pionieri di questo metodo, Pressley e McDaniel, della Washington University, passarono a due gruppi di studenti una lista di frasi che descrivevano azioni di un uomo, come “L’uomo affamato entrò nell’auto”. Poi a un gruppo fornirono spiegazioni per ogni frase  (L’uomo affamato entrò nell’auto per andare al ristorante”) e all’altro domande elaborative (“Perché quell’uomo agì così? Perché era affamato”). Il gruppo delle domande ricordò le situazioni con un’accuratezza quasi doppia rispetto all’altro. Perché, conclusero i due psicologi, quando si cerca di rispondere si attivano schemi mentali che organizzano l’informazione in un modo che ne renderà efficiente il recupero a posteriori.
Il quarto sistema, detto auto spiegazione, consiste nello spiegare ciò che si sta studiando alla luce di ciò che si sa già chiedendosi: “Come si correla questo nuovo argomento a quelli già visti?”. Ciò aiuta a memorizzare non solo gli argomenti, ma soprattutto le loro connessioni.
Il quinto sistema è lo studio intrecciato”, che consiste nell’affrontare le materie “a blocchi alternati”. Se passiamo molto tempo su una sola materia, infatti, le informazioni possono rimanere tutte nella memoria a breve termine. Ma se alterniamo, tra una materia e l’altra dovremo liberare la memoria a breve termine, da dove potremo recuperarlo dopo un’ora: così facendo lo ricorderemo più a lungo.
Meno efficaci sono risultati, invece, sistemi in voga come la compilazione di riassuntini, la sottolineatura e l’evidenziazione: possono aiutare di fronte a testi difficili, ma in genere ostacolano la capacità di astrarre.

Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubblica – 20 Settembre 2013

Nessun commento:

Posta un commento