Cinque Trucchi Per
Studiare Meno.
E Avere Ottimi Voti
No a riassunti ed
evidenziatori. Meglio sfruttare il modo in cui funziona
la memoria. Ecco come
Bando a riassuntivi ed evidenziatori, la ricetta per ottenere
il massimo risultato scolastico col minimo sforzo è un’altra: auto
interrogarsi, alternare le materie studiate a intervalli di un’ora e allungare
il tempo che passa tra lo studio e il ripasso. Lo sostiene una ricerca
comparata degli psicologi cognitivi americani Elizabeth Marsh, Daniel Willingham,
John Dunlosky e <Katherine Rawson, che hanno passato in rassegna 700 studi
degli ultimi anni sull’efficacia dei metodi di apprendimento. I loro risultati
sono su Scientific American Mind.
Il metodo vincente, dicono, è l’autointerrogazione, che si
può fare preparandosi, foglietti con una domanda su un lato e la risposta sul
retro. Una tecnica che aiuta a memorizzare non solo l’informazione
rappresentata dalla specifica risposta: ricercando questa nella memoria si
rievocano infatti anche altre informazioni che le sono correlate, arrivando
alla fine all’incirca al raddoppio delle nozioni apprese.
Il secondo supermetodo consiste nel distribuire lo studio nel
tempo. Si ricorda di più se tra la prima memorizzazione e il ripasso passano 15
giorni. Il ripasso troppo ravvicinato non impegna infatti abbastanza la memoria
a lungo termine, e i ricordi si consolidano di meno.
Il terzo sistema è quello delle “domande elaborative”. Nel
1987 i pionieri di questo metodo, Pressley e McDaniel, della Washington
University, passarono a due gruppi di studenti una lista di frasi che
descrivevano azioni di un uomo, come “L’uomo affamato entrò nell’auto”. Poi a
un gruppo fornirono spiegazioni per ogni frase
(L’uomo affamato entrò nell’auto per andare al ristorante”) e all’altro
domande elaborative (“Perché quell’uomo agì così? Perché era affamato”). Il
gruppo delle domande ricordò le situazioni con un’accuratezza quasi doppia
rispetto all’altro. Perché, conclusero i due psicologi, quando si cerca di
rispondere si attivano schemi mentali che organizzano l’informazione in un modo
che ne renderà efficiente il recupero a posteriori.
Il quarto sistema, detto auto spiegazione, consiste nello
spiegare ciò che si sta studiando alla luce di ciò che si sa già chiedendosi:
“Come si correla questo nuovo argomento a quelli già visti?”. Ciò aiuta a
memorizzare non solo gli argomenti, ma soprattutto le loro connessioni.
Il quinto sistema è lo studio intrecciato”, che consiste
nell’affrontare le materie “a blocchi alternati”. Se passiamo molto tempo su
una sola materia, infatti, le informazioni possono rimanere tutte nella memoria
a breve termine. Ma se alterniamo, tra una materia e l’altra dovremo liberare
la memoria a breve termine, da dove potremo recuperarlo dopo un’ora: così
facendo lo ricorderemo più a lungo.
Meno efficaci sono risultati, invece, sistemi in voga come la
compilazione di riassuntini, la sottolineatura e l’evidenziazione: possono
aiutare di fronte a testi difficili, ma in genere ostacolano la capacità di
astrarre.
Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubblica – 20 Settembre 2013
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