Nessun Pregiudizio
Sulle Large Intese, ma
Il Fallimento E’ Chiaro
Qualche lettore lamenta il “pregiudizio ideologico
contro le larghe intese”
Che vizierebbe le
opinioni di questa rubrica e di altre firme di Repubblica.
Vediamo di capirci. Non c’è alcun pregiudizio ideologico,
semmai una valutazione dei fatti
concreti. Il Pd e il Pdl sono nella stessa maggioranza ormai da quasi
due anni, dall’autunno del 2011, quando è stato insediato il governo Monti.
Nella sostanza si tratta di un periodo di continuità: il governo Letta ha di
fatto seguito la strada tracciata dal governo dei tecnici. Il biennio di grande
coalizione è disastroso.
Nei due anni l’Italia ha affrontato la peggiore recessione
economica dal dopoguerra, si sono persi centinaia di migliaia di posti di
lavoro e la disoccupazione giovanile ha toccato il massimo storico. Il debito
pubblico ha continuato a crescere, così come il fabbisogno dello Stato, in
assenza di tagli o di riforme adeguate. In compenso la pressione discale è
salita a livelli intollerabili per individui e imprese. E la lotta
all’evasione, più volte annunciata, non ha prodotto alcun risultato concreto.
L’unico effetto positivo dei governi Monti e Letta di larghe
intese è stata la riduzione dello spread dai livelli record toccati nell’ultima
fase dei governi Berlusconi. Ma il merito va all’azione della Bce guidata da
Draghi e non a quella dei governi italiani.
Sul piano del rapporto fra cittadini e politica il quadro è
notevolmente peggiorato, e non era semplice. Nessuna delle riforme del sistema
politico, fra le tante promesse, è stata portata a termine. A cominciare dalla
legge elettorale che doveva sostituire l’immondo Porcellum. Il segnale arrivato
con le elezioni di febbraio è stato terrificante, ma i due partiti maggiori, Pd
e Pdl, che insieme hanno perso dieci milioni di voti, hanno deciso di ignorarlo
e di procedere insieme come se nulla fosse accaduto.
L’unico timido provvedimento di moralizzazione della vita
pubblica italiana approvato negli ultimi dieSonoci anno di chiacchiere, la
legge Severino, è oggi sotto accusa. Mezzo governo vorrebbe cancellarla e
dichiararla incostituzionale e per questo ricatta l’altra metà.
In tutto questo l’ideologia e l’antiberlusconismo non
c’entrano nulla. Questi governi di unità nazionale saranno ricordati come uno
dei periodi più confusi, inutili e anzi nocivi della storia italiana. Sono
soltanto un patetico e disastroso tentativo di un ceto politico ormai al
capolinea di sopravvivere al proprio conclamato fallimento.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 20 Settembre 2013
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