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venerdì 20 settembre 2013

Lo Sapevate Che: Il Sogno di Zoro


Il Popolo Della Sinistra E’ Diventato Democristiano.
E’ Nessuno Lo Ha Avvertito

“Ma quindi quando mi parlavi di questo non scherzavi, eri serio, esiste
davvero?”,mi dice l’amico al cospetto di uno degli oggetti più inquietanti
 che mi sia mai capitato di incontrare nella pur variegata gamma
di memorabilia  rinvenibili in una sezione di via Crema, a Roma, per documentare una  giornata di voto t iscritti e non del Pd. All’improvviso realizzai come mai fino a quel momento, quanto l’illusione di essere ancora qualcosa che in qualche modo si avvicinasse allo spirito di un tempo andato, fosse vana. Alle spalle degli scrutatori non c’erano le foto di Gramsci, Berlinguer o Togliatti, ma quelle di Moro, Martinazzoli, Zaccagnini, Don Sturzo, De Gasperi. I democristiani “buoni” vigilavano sulle operazioni di voto del partito che fu dei comunisti.
Mi trovavo senza saperlo in una ex sezioni Dc la quale , virando verso il Partito Popolare per confluire infine nel margheritismo democratico, aveva pensato bene di tirare fuori tutto l’orgoglio minoritario del caso, affiggendo al muro il proprio Pantheon. A suggerire il tutto, un tazebao incorniciato di tessere della Democrazia Cristiana degli ultimi decenni culminante con l’ultima tessera di quel partito: quella del Partito Democratico.
Dell’oggetto in questione ho fatto filmati e foto, appena mi è possibile ne parlo. Impresso indelebilmente nella mia memoria, lo mostro agli amici, ne faccio subito aneddoto. Sono consapevole, così facendo, di dare la coltellata finale all’identità già scossa di chi sta realizzando di ritrovarsi definitivamente e irrimediabilmente condannato a morire democristiano. L’identità di quello che dovrebbe essere il più grande partito popolare di massa e di sinistra è ormai consegnata alle giuste ambizioni di Matteo Renzi e Enrico Letta, dopo esser stata già dell’ondivago Dario Franceschini. Per competere con costoro da sinistra sembrerebbe non restare altro che sperare in una mossa qualsiasi di chi di mosse ne ha fatte già troppe (Veltroni & D’Alema), o sperare nell’emersione rapida e prepotente di chi tempo per emergere ne ha comunque già avuto un po’ (Cuperlo, Civati). Rassegnato a consegnarsi alla guida giovane e democristiana, l’elettore democratico di sinistra culla la consolazione di essere presto, forse, finalmente vincente. Quel giorno, se verrà, sventolerà bandiere, ballerà sotto Palazzo Grazioli, intonerà Bella ciao. Tornando verso casa vorrà passare per via delle Botteghe Oscure. Ma sbaglierà strada di poco, e si ritroverà a Piazza del Gesù.

Diego Bianchi – Venerdì di Repubblica – 13 Settembre 2013

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