Perché Nell’Esistenza
Stare Bene E’ Il Vero Obiettivo
Questa rubrica, Vizi & Virtù, è nata
tanti anni fa, nelle
intenzioni
del suo inventore ( che
non sono io),
come una divagazione sulla nostra vita
privata. Non un commento sugli eventi politici, sui fatti del giorno: ma chiose
sulla vita quotidiana. Sembra che l’idea non fosse malvagia: la rubrica esiste
ancora. In questo spirito vorrei fare una considerazione che porta l’argomento all’essenziale.
Ciascuno di noi sceglie, nella propria esistenza, gli
obiettivi che giudica più o meno alla sua portata. Gli uni o meno alla sua
portata. Gli uni sperano di fare carriera, altri desiderano fare soldi. Gli
artisti aspirano alla gloria, forse prioritariamente, forse in via secondaria, perché in primo luogo sognano
di creare un capolavoro. Ma c’è a nostra
disposizione un obiettivo minimale, riassumibile in due scarne parole: sentirsi bene. Nient’altro che quello:
buon appetito, buona digestione, sonno tranquillo. Il resto (denaro, carriera,
gloria, amore felice) viene dopo, è secondario. E chi sceglie il sentirsi bene
come obiettivo prioritario, come l’unico che conta, non fa, a ragion veduta,
una sciocchezza. Se ci sentiamo bene, infatti, se possediamo il perfetto
equilibrio fisico, siamo in grado di affrontare ogni frangente con serenità:
anche le avversità diventeranno sopportabili, sapremo, per così dire,
metabolizzarle. Viceversa, se la condizione fisica non è perfetta, niente potrà
darci gioia: neanche il Vello d’oro.
Un giorno mi è capitato di dirlo a un personaggio con molte
frecce al suo arco: e farò il suo nome, contrariamente alle consuetudini di
questa rubrica, per dare consistenza al
mio racconto. Lo dissi a Gianni Agnelli: cioè a uno che poteva spaziare fra gli
obiettivi più ambiziosi, essendo un grande industriale, autorevole nella vita
nazionale, uomo brillante e di successo, e abbastanza ricco per aspirare a
tutti i piaceri di questo mondo. Gli dissi: “In fondo a pensarci bene, l’unico
vero scopo della vita è sentirsi bene”. Credevo di avere detto una banalità. Ma
lui non esitò a ribattere, con convinzione: “Non c’è il minimo dubbio! E
proprio vero!”
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 13 Settembre 2013
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