“Stop al fumo, non è
mai troppo tardi”
Cuore
Dal congresso europeo degli specialisti
Le evidenze sui
benefici per il muscolo cardiaco a qualsiasi età
Pochi mesi dopo aver smesso. Statine, nuovi studi
Quasi trentamila cardiologi per l’appuntamento annuale
dell’Esc, la società europea di Cardiologia, che si è appena concluso ad
Amsterdam. Come ormai capita spesso, i progressi della medicina devono fare i
conti con budget sanitari ormai limitati e i primi studi presentati dimostrano
– se ce ne fosse bisogno – che alcune patologie, in questo caso quelle
cardiovascolari, sono più numerose, e spesso con effetti più gravi, in quei
paesi che hanno criteri di rimborsabilità parziali di alcune molecole. Nel caso
delle statine, per esempio, è significativo il caso della Gran Bretagna, che ha
deciso di legare il rimborso ai medici di famiglia non al raggiungimento del
budget ma del risultato, che è due volte più lusinghiero di quello della
Germania (79,8% contro il 42 tedesco), grazie anche all’uso di molecole più potenti,
come atorvastatina, usata dal 24,85% dei
pazienti inglesi e dal 3,9 dei tedeschi.
Ovviamente si punta sulla prevenzione primaria e sui fattori
di rischio modificabili, fumo in primis. Anche perché alcuni studi presentati
all’Esc hanno dimostrato che i primi
benefici arrivano già qualche mese dopo aver smesso. Secondo uno studio
americano di James K. Min e Rine Nakanishi, smettere di fumare riduce il
rischio di attacco di cuore e morte, tanto da far arrivare gli ex fumatori allo
stesso rischio di chi non ha mai acceso una sigaretta. “Il tabagismo è un
fattore di rischio per le malattie cardiovascolari – ha premesso Min,
Presbiterian Hospital di New York – ma il nostro studio è il primo che dimostra
che, mentre esiste un effetto benefico sugli attacchi di cuore, il numero e la
severità delle patologie coronariche e arteriose non cambia se si smette di
fumare”.
Dato confermato dal registro prospettico Confirm su 13.372
pazienti di nove paesi in Europa, Nord America ed Estremo Oriente: prevalenza
più elevata di blocchi severi delle arterie coronarie in fumatori ed ex
fumatori rispetto a chi non ha mai fumato, con una probabilità dei primi più
alta di 1,5 per stenosi severe in una o due arterie maggiori e di 2 volte
maggiore nelle tre arterie cardiache. E l’aspettativa di vita, secondo la
Whitehall resurvey britannica, durata ben 15 anni, è legata all’età in cui si
smette di fumare: abbandonare le sigarette a 60, 50, 40, o 30 anni fa
guadagnare in media 3, 6, 9 e 10 anni,
mentre chi fuma ancora a 70 anni ne perde circa quattro. “Il nostro messaggio –
conclude Min – è che non è mai troppo tardi per smettere”. Purtroppo la
prevenzione – attraverso l’adozione di stili di vita salutari o addirittura con
i farmaci – non è amata dai pazienti. “Molti abbandonano i farmaci – racconta
Claudio Borghi, direttore del dipartimento di Medicina Interna al S:Orsola
Malpighi di Bologna – perché la prevenzione è una specie di patto tra medico e
paziente, che si impegna a curarsi per non rischiare ma spesso non tocca con
mano il risultato della cura. Mentre nel caso dei farmaci per la pressione è
facile misurare l’effetto, anche da soli, con le statine è più difficile
dimostrare l’efficacia. Inoltre questi farmaci sono stati oggetto quasi di una psicosi mentre ormai di
grandi effetti collaterali non se ne sono, e anche i tanto temuti dolori
muscolari permangono quasi sempre anche
se si sospende il farmaco. Eppure molti pazienti non seguono più la cura o si
auto riducono la dose”. Come capita per molti altri farmaci legati alla
prevenzione.
Elvira Naselli – Salute La Medicina – La Repubblica 10
settembre 2013
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