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lunedì 30 settembre 2013

Lo Sapevate Che: Satira Preventiva....


Lega a congresso nei capanni celtici

Nonostante il peso elettorale minimo i leghisti conservano una presenza territoriale in Val Cagnona e Val Ciumbia, da dove intendono ripartire alla riconquista del Nord. Con regole, candidati e primarie da non perdere

Nonostante il peso elettorale ormai minimo, la Lega conserva una forte presenza territoriale in Val Podrecca, Val Cagnona e Val Ciumbia, dalle quali intende ripartire alla riconquista del Nord non appena avrà capito dov’è la fermata della corriere. Nel frattempo si prepara al congresso.
Le Regole. Come è
Tradizione, il congresso nazionale è solo il livello più basso. Poi si passa ai congressi provinciali, poi ai congressi di vallata, infine ai decisivi congressi di crinale, nei quali i Reggenti, radunati sotto una grande quercia e indossando pelli di muflone, eleggono il segretario e procedono alla cerimonia dell’iniziazione, cospargendo il nuovo leader di olio lubrificante e latte cagliato, a significare l’unità tra operai e contadini lombardi. Seguono la suggestiva Benedizione dei Montacarichi e il festoso Giro delle rotonde stradali, vanto della Padania.
Le Primarie. Qualcuno insiste per fare le primarie, che hanno un grave difetto (sono un metodo democratico) ma anche il pregio di mobilitare la base leghista attorno ai tradizionali capanni celtici, di pietra e fango, con il focolare centrale per la fusione degli utensili di ferro. E’ lì che i leghisti votano. La controindicazione è data dai tempi lunghi: per costruire i capanni celtici, che devono essere fatti a mani nude, ci vogliono almeno un paio d’anni. Molto lunghi: per costruire i capanni celtici, che devono essere fatti a mani nude, ci vogliono almeno un paio: si formano lunghe file perché per incidere il nome del candidato sulla stele di pietra, ogni elettore impiega un pomeriggio.
Umberto Bossi. Il vecchio Senatur intende ricandidarsi, con un programma concordato con i figli, la badante e il neurologo. Quest’ultimo gli ha suggerito di sostituire il paragrafo sull’insurrezione armata, inconciliabile con il suo stato di salute, con una normale scarica di insulti. Nonostante l’età Bossi ha voluto stupire tutti preparando un’edizione multimediale del suo programma, corredato di illustrazioni con il gesto dell’ombrello e il dito medio eretto e sonorizzato con rutti, urla gutturali e minacce nei vari dialetti prealpini. L’elegante fascicolo, interamente perlinato, è anche aromatizzato al taleggio.
Uccio Galli Fumagalli. E’ il più promettente tra i giovani rampanti del Carroccio. Sospettato di omosessualità perché mangia con le posate, ha riguadagnato la fiducia dei militanti infilandosi le dita nel naso mentre era a colloquio con il presidente Napolitano. Un gesto strumentale o una reale vicinanza alla base leghista? Viene chiamato “Renzi della Lega” perché è anche lui sindaco, a Lippate Predabissi, detta “la Firenze della Tangenziale Ovest”, dove gestisce con il padre un capannone attrezzato per la produzione di capannoni attrezzati. La sua linea politica è moderata: intende abolire le tasse ma non tutte insieme, solo una all’anno, sostituendole con contributi volontari da versare non più allo Stato, ma alla Pro Loco di Lippate Predassi, della quale è presidente.
Ambrogia Colombo. La storica battaglia contro le quote latte ha a avuto in Ambrogia la sua Pasionaria. Pur di non lasciar conteggiare il latte agli esosi esattori europei, ha bevuto per un mese intero tutto il latte delle sue tre vacche frisone. Arrivata a centoquaranta chili di peso, è stata esposta previa stagionatura al Salone dei formaggi di Bra ma espulsa pochi minuti dopo perché il suo fortissimo odore di gorgonzola causava un principio d’asfissia nei visitatori più sensibili. Si è candidata alla segreteria a nome degli allevatori leghisti, nella corrente detta “Tengo famiglia” che prende il nome della fiera risposta che gli allevatori  oppongono a chi gli chiede come mai dichiarano solo un decimo del latte prodotto, frodando l’Unione europea e i colleghi onesti.
Gennaro Bossi. E’ uno dei figli naturali di Bossi, nato a Napoli da una relazione con una contrabbandiera di sigarette, pregiudicato, attualmente posteggiatore abusivo. Voleva correre per la segreteria, ma ha rinunciato per ragioni etiche dopo avere conosciuto i suoi fratelli.

Michele Serra – L’Espresso – 3 Ottobre 2013

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