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giovedì 12 settembre 2013

Lo Sapevate Che: Le Ignoranti Illusioni...


Tra le Macerie del Nordest le Ignoranti Illusioni
di un Miracolo Economico

Capita un giorno di trovarsi in uno dei tanti non paesaggi che ormai corrono fra Verona e Venezia, fra teorie infinite di capannoni abbandonati, alberghi da Las Vegas nel bel mezzo del nulla, centri commerciali ridotti a tante fortezze Bastiani, e di domandarsi  che  fine ha fatto il famoso modello Nordest. Un ventennio di retorica fra le più stupide e dannose ha accompagnato un fenomeno comunque grandioso.
C’era sì qualcosa di straordinario nel rapido arricchimento di province che negli anni Novanta esportavano ciascuna più di intere nazioni d’Europa, qualcosa di eroico nella dedizione al lavoro di un popolo di lavoratori in fuga da un passato secolare di povertà. Ma quante idiozie abbiamo dovuto sorbirci sulle meraviglie di uno sviluppo selvaggio che devastava e divorava il territorio, sul mito della fabbrichetta di famiglia, sull’astuzia di non mandare più i figli a scuola perché imparassero presto il mestiere  di fare i schèi. Il conto dello stupidario è arrivato tutto insieme, come capita. Oggi il celebrato modello non esiste più, è diventato obsoleto in due cenni di globalizzazione, come ammettono perfino i leghisti meno fanatici, a cominciare dal governatore Zaia. Le micro aziende falliscono al ritmo incredibile di mille ogni mese, un migliaio di medie ha preso la strada della Croazia, i grandi gruppi come Benetton ed Elecrolux tagliano e licenziano. La deindustrializzazione del Veneto avanza a vista d’occhio e lascia dietro di sé e ovunque sui territori le macerie di una guerra perduta. Una guerra con le vittime che si suicidano nel capannone deserto o nel giardino della villetta, in mezzo ai finti nani, come i tanti imprenditori che non riescono più a star dietro ai debiti con le banche, ai crediti dallo Stato che non arrivano, alle cartelle di Equitalia.
La  politica ha responsabilità gigantesche. La Lega anzitutto che ha perso l’occasione di elevare la questione settentrionale di politica economica per rinchiuderla nelle pagliacciate con ampolle e Dio Po, a un bacino elettorale per un’improvvisata nuova classe dirigente, invecchiata in fretta nei vizi del potere. Il berlusconismo, certo, con le sue ignoranti illusioni di un miracolo economico permanente che era invece a - fondato su gracili basi. Ma anche la sinistra, che non ha saputo vedere e indicare i limiti di quello sviluppo e ha finito per adeguarsi alla retorica trionfante. Il rischio adesso è che la questione settentrionale finisca in soffitta, quando non è mai stata tanto importante e attuale.

Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 6-9-13

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