Sguardo da
cerbiatto,
sorriso
vagabondo.
L’ingenuo
dei suoi occhi
era delicato
sole.
Sotto quei
magri stracci
pulsava
nobiltà.
Malinconici
eppur gioiosi,
così ci
piacerebbe vederli.
Erranti
senza arte,
sventurati
esser soli
tra moltitudini
di tanti;
ecco come
invece sono.
Li
concepiamo così, però,
comunque
sorridenti
ad
inventarsi fiori nuovi,
liberi
convinti,
in giardini
di cemento,
per
alleggerir d’omissioni
dei nostri
sogni stanchi;
ma così io
non li vedo…
dov’è il
sorriso di Charlot?
Persi
nell’indifferenza
d’ormai
asciutti cuori,
celati
dietro paraocchi
perché nulla
distragga
dal pane quidiano.
Eppur lor
così si mostrano:
friabili
membra curve
con tasche
appesantite
di miserie
placcate
distesi ad
asciugare
su letti di
rugiada amara.
Ecco come il
ciel li mostra,
ecco come il
giusto guarda.
Anch’io
vedrei
Rita Veloce
– I Colori del Vento
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