Tutti Col Naso All’Insù Per Vedere Venere Che Passa Sul Sole
Apparirà solo come un puntino nero, ma questo transito, il 6 giugno (il prossimo sarà nel 2117), aiuterà gli astronomi a capire se c’è altra vita nell’universo. Ecco come
All’Alba del 6 giugno si verificherà un fenomeno astronomico molto raro: il pianeta Venere transiterà davanti al Sole, apparendo come un punto scuro sulla sua enorme superficie infuocata. Se siete interessati, cercate di non perdere l’evento, perché il prossimo passaggio sarà nel dicembre del 2117.
Ma attenzione a proteggervi gli occhi.
Per seguire il transito a occhio nudo (ma Venere sarà un punto appena visibile), può bastare un filtro scuro da saldatore Non usate invece vetri affumicati: lasciano passare troppi infrarossi. E chi vuole servirsi di binocoli o telescopi, sappia poi che, per evitare bruciature della retina, devono avere filtri solari certificati.
La rarità dei transiti solari di Venere, che ruota 41 milioni di chilometri più vicino al Sole della Terra, dipende dal fatto che le orbite dei due pianeti non sono esattamente sullo stesso piano. Così, normalmente, quando Venere passa fra noi e il Sole, è quasi sempre un po’ più in alto o un po’ più in basso nel cielo rispetto al disco solare.
Il gioco di inclinazioni e rivoluzioni fa sì che Venere e Terra facciano in cielo una strana danza periodica, che , dal nostro punto di vista, porta Venere a transitare sul sole in coppie di eventi separati otto anni l’uno dall’altro. Ogni coppia, però, è sempre separata dalla successiva da periodi superiori al secolo. Come racconta Il passaggio di Venere di Andrea Wulf (Ponte alle Grazie, pp.400,euro23), in passato questo fenomeno mise in moto il primo grande progetto scientifico internazionale, una sorta di equivalente settecentesco di Lhc (l’l’acceleratore di particelle del Cern di Ginevra). A proporlo fu l’astronomo inglese Edmund Halley, che nel 1718 calcolò, per la prima volta, i transiti di Venere dal 1761 e 1769, invitando i suoi colleghi del futuro (lui morì nel 1742) ad approfittarne, per misurare ora e durata dell’evento da diversi punti della Terra, così da poter calcolare, con la trigonometria, l’esatta distanza dal nostro Pianeta da Venere e dal Sole. Un’impresa non da poco in un periodo in cui i viaggi internazionali duravano anni, e non esistevano né misure standard né orologi precisi. E infatti, anche se gli astronomi ci provarono, viaggiando fra California, Siberia e Madagascar; non riuscirono a ottenere una misura esatta della distanza Terra-Sole, ma solo una stima tra 124 e 158 milioni di chilometri, rispetto ai 150 reali. Ora i passaggi di Venere non hanno più molta rilevanza scientifica, ma quello di quest’anno sarà osservato dal telescopio spaziale Hubble per elaborare tecniche per scoprire la vita su pianeti lontani. Osservando i mutamenti nella composizione spettrale della luce solare via via che Venere passa sul disco, gli astronomi sperano infatti di riuscire a capire la composizione dell’atmosfera venusiana. In realtà, di questa si sa già parecchio, ma attraverso le osservazioni di martedì, si spera di mettere a punto una tecnica da usare per capire com’è l’atmosfera dei pianeti extrasolari, osservando il loro transito davanti alle loro stelle.
Alex Saragosa- Venerdì di Repubblica – 01-06-12
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