Il populismo non é un’appendice naturale della democrazia; esiste ovunque ma attecchisce là dove le masse per ignoranza ed opportunismo non hanno sviluppato un minimo senso civico, senso dello stato e coscienza del bene comune. Purtroppo questo é il caso dell’Italia e là sta la linea di demarcazione tra noi e l’Europa civile. Il populismo esiste anche fuori Italia, ma altrove é confinata su posizioni estreme, e non intacca le basi dello stato di diritto e della democrazia. Populismo é credere alle facili illusioni che qualche demagogo suscita, pensando di trovare scorciatoie verso felicità e benessere, senza doversi assumere delle responsabilità. Poi si fanno i conti con la realtà e il conto é molto amaro. Il paese sta andando progressivamente allo sfascio da anni e non si sa dove cominciare a mettere mani (crescita, competitività, occupazione, istruzione, sanità, ambiente, infrastrutture, efficienza della PA, giustizia, povertà, mafie….) ma si parla solo di IMU e di tasse: a queste condizioni la campagna é diventata un referendum sull’IMU. Per carità, la fiscalità é importante anche per la sua incidenza su consumi e crescita, ma dietro al problema tasse c’é un paese da ricostruire e rimettere in modo dopo decenni di dissesti e malgoverno. Bersani e Monti facciano uno sforzo e si concentrino sulle priorità da affrontare dando una visione del paese che vogliono nel futuro; non si mettano a rincorrere B su queste tematiche. Abbiano il coraggio di dire alto e forte che le tasse sono soldi che il cittadino paga per finanziare lo stato, ovvero la casa comune in cui tutti abitiamo e che LO STATO SIAMO TUTTI NOI! Quando questo concetto verrà compreso e assimilato cominceremo a diventare una vera nazione, di pari dignità con le altre nazioni europee. Monti e Bersani facciano un patto di responsabilità tra persone di buon senso, per trovare un accordo e governare assieme il paese in questa fase molto difficile e salvare il paese da questa pericolosa deriva populista e dal dirupo in cui lo scellerato la sta trascinando. Stavolta ne va’ veramente del futuro del paese, perché al prossimo giro non ci salva più nessuno e quando saremo fuori dall’Europa (come alcuni sciagurati vorrebbero) sarà veramente finita
Andy65 - La Repubblica 04.02.13 - 0re 18,37
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