Si coronò così una vita di filosofo, scrittore e drammaturgo spesa a
scandagliare l'io più profondo e la vita in tutte le sue molteplici forme. Una
riflessione che partì dalla sua Girgenti (nome dialettale di
Agrigento) teatro privilegiato, insieme alla Sicilia intera, del male di vivere
dei tanti personaggi raccontati nelle Novelle.
Accusato ingiustamente di essere troppo "intellettualistico", in
realtà la critica lo ha sempre ricordato tra i più popolari della letteratura
italiana, per la sua abilità di osservare la gente comune nel vano tentativo di
ingabbiare in forme fisse il flusso continuo della vita, finendo per indossare
una maschera di sopravvivenza.
Lo si evince nella ricca prosa come nei romanzi, da L'esclusa a Uno,
nessuno e centomila, passando per il capolavoro immortale de Il fu
Mattia Pascal. Le punte più alte di questo racconto della realtà, secondo
il parere unanime degli studiosi, vengono toccate con il teatro che ha la sua
espressione più sublime nel dramma Sei personaggi in cerca d’autore,
vero manifesto della poetica pirandelliana.
Annoverato tra i più grandi drammaturghi del XX secolo, il suo teatro fece
scuola nelle generazioni successive, trovando in Eduardo de Filippo (con
il quale nacque un breve sodalizio maturato nella commedia L'abito
nuovo) un erede tra i più meritevoli.
In occasione del centenario della sua nascita, il Comune di Agrigento gli
dedicò la piazza principale, dove tra gli altri affaccia il teatro che porta
anch'esso il suo nome.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/12069
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