Un sogno che si avvera per Carter, dopo cinque
anni di inutili tentativi prodotti dall'attività di scavo nella mitica Valle
dei Re, al punto che Lord Carnarvon era sul punto di mandare tutto all'aria
per le ingenti spese sostenute dall'autunno del 1917.
Le insistenze di Carter a concedere un'ulteriore proroga alla fine lo premiano:
durante gli scavi a Luxor, nei pressi della tomba di Ramesse VI, dalla sabbia
emerge un gradino e via via altri quindici, dissotterrati con le mani
dall'archeologo e dal suo assistente Callender, fino a raggiungere la porta
dell'anticamera della tomba su cui è immediatamente riconoscibile il sigillo di
Tutankhamon.
Giunto sul posto, l'aristocratico inglese prende parte alla prima vera
esplorazione del sito - a 3 mila anni di distanza dalla morte del faraone
"bambino" - insieme a Carter e all'altra archeologa Evelyn White: il
calendario riporta la data del 26 novembre 1922.
Quello che si trovano davanti quel giorno, e nei successivi, ha un valore
inestimabile per l'umanità, ben oltre quello archeologico: le pareti con i
cartigli, il tesoro, i sarcofagi svelano un pezzo di storia fondamentale della
civiltà egizia, oggi conservato in gran parte presso il Museo Egizio
del Cairo.
Suggestiva sarà l'apertura del sarcofago contenente la mummia del faraone:
sotto la maschera si evincerà lo stato ancora intatto della testa e il
volto «raffinato e gentile» (il commento di Carter) di
Tutankhamon. Nel 2014, grazie a un'autopsia virtuale sui resti,
viene ricostruito l'aspetto fisico del giovane sovrano egiziano: tra le altre
cose, si scopre che soffriva di una malformazione al piede e che era figlio di
due fratelli.
http://www.mondi.it/almanacco/voce/11073
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