Già famoso in tutta Europa come autore di prosa e
di teatro, Andersen pubblicò Il brutto anatroccolo a
Copenhagen, l'11 novembre del 1843, all'interno della raccolta Nuove
fiabe (titolo originale danese "Nye Eventyr"), che conteneva
in tutto quattro fiabe (le altre tre erano "L'angelo",
"L'usignolo" e "I fidanzati").
Premiata dalla critica, l'opera, a detta dello
stesso autore, «andò via come il pane» e venne pubblicata
nuovamente, in edizione aggiornata e con tanto di illustrazioni, nel 1849 e nel
1862. A conquistare i lettori fu principalmente la storia del piccolo pennuto,
ispirata allo scrittore danese dallo scenario naturale della sua tenuta di
campagna a Bregentved.
In realtà, come si evince dal resto della sua
produzione, anche qui ritorna il vissuto personale dello stesso Andersen,
anch'egli discriminato dai suoi coetanei per l'aspetto sgraziato. Quanto fosse
legato a questa fiaba, lo dimostra il fatto che rispondendo alla domanda di un
critico, sull'eventualità di scrivere un'autobiografia, dichiarò che "Il
brutto anatroccolo" poteva essere considerata la sua autobiografia.
Tra le trasposizioni cinematografiche della
fiaba, la più nota è l'omonimo cortometraggio a colori realizzato dalla Disney
nel 1939, che l'anno successivo fu premiato con l'Oscar come "miglior
cortometraggio d'animazione".
http://www.mondi.it/almanacco/voce/1507001
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