“La mia vera natura è quella di una donna a cui il
destino ha dato compiti da uomo, ma che li ha sempre assolti senza tradire
l'affettività femminile.” Fernanda Wittgens
Biografia
Fernanda
Wittgens: la piccola allodola
L'avvento
del fascismo e delle leggi razziali
Fernanda Wittgens nasce
a Milano, 3 aprile 1903. È stata una critica d'arte, storica dell'arte,
museologa e docente italiana; fu la prima donna direttrice della
Pinacoteca di Brera, oltre che la prima donna in Italia a ricoprire il
ruolo direttorio di un importante museo o galleria. Dal 2014 è una Giusta
tra le Nazioni.
Infanzia e formazione
I genitori da Margherita Righini e Adolfo Wittgens, un
professore di lettere al Regio Liceo Ginnasio Giuseppe Parini nonché
traduttore di origine svizzera; questi di domenica porta i sette figli a
visitare musei, instillando in loro l'amore per l'arte.
Il padre viene a mancare nel luglio 1910.
Nell'ottobre 1925 Fernanda Wittgens si laurea in Lettere presso
l'Accademia scientifico-letteraria di Milano, sotto la guida di Paolo D'Ancona;
la tesi, riguardante la storia dell'arte, viene valutata a pieni voti. Con
D'Ancona, Irene Cattaneo e Maria Luisa Gengaro, Fernanda Wittgens scrive
alcuni libri scolastici di storia dell'arte.
Fernanda Wittgens: la piccola
allodola
Dopo aver lavorato come insegnante di Storia dell'arte
presso il Liceo Parini e il Regio Liceo Ginnasio Alessandro Manzoni, nel 1928
Mario Salmi, ispettore della Pinacoteca di Brera, la presenta a Ettore
Modigliani, direttore della Pinacoteca e soprintendente alle Gallerie della
Lombardia.
Viene quindi assunta a Brera nel 1928 come "operaia
avventizia". Molto preparata, attiva e instancabile, svolge fin quasi
da subito funzioni tecniche e amministrative da ispettrice, divenendo nel 1931
assistente di Modigliani e nel 1933, stavolta ufficialmente, ispettrice.
Modigliani la soprannominerà "la piccola allodola".
L'avvento del fascismo e
delle leggi razziali
Nel 1935 Modigliani viene allontanato
dall'amministrazione braidense per antifascismo; in seguito, essendo ebreo, una
volta entrate in vigore le leggi razziali del 1938 va incontro alla revoca di
ogni incarico, al confino e a persecuzioni. In questo periodo Fernanda continua
la sua opera informando costantemente Modigliani.
Nel 1940 per Ulrico Hoepli Editore Milano esce Mentore,
opera del perseguitato Modigliani firmata, come prestanome, da
Fernanda Wittgens, che nel frattempo aveva iniziato un'attività saggistica
"solista".
Il 16 agosto dello stesso 1940, Fernanda Wittgens
vince il concorso indetto e accede alla carica direttoria della Pinacoteca
di Brera; è la prima donna in Italia ad essere direttrice di
un importante museo o galleria.
Fernanda Wittgens nella
storia
Viene ricordata per la sua opera di messa in salvo dai
bombardamenti e dalle razzie naziste di tutte le opere di Brera, del Museo
Poldi Pezzoli e della Quadreria dell'Ospedale Maggiore; pur se con un organico
ridotto al minimo, con mezzi spesso di fortuna e i frequenti bombardamenti su
Milano, l'obiettivo viene raggiunto.
Inoltre fin dallo scoppio della guerra, contando sul
suo prestigio personale e sulle proprie amicizie, si adopera per aiutare
familiari, amici, ebrei (tra cui il suo docente universitario Paolo D'Ancona) e
perseguitati di ogni tipo ad espatriare.
Con lei in questo intento c'è il cugino e coetaneo
Gianni Mattioli, in seguito grande collezionista d'arte.
All'alba del 14 luglio 1944, a causa della delazione
di un giovane ebreo tedesco collaborazionista a cui aveva organizzato
l'espatrio, viene arrestata.
Giudicata nemica del fascismo,
viene condannata a 4 anni di prigione.
Inizialmente viene reclusa nel carcere di Como,
successivamente in quello di San Vittore, a Milano, dove ha per compagna di
cella l'artista Carla Badiali. Dalle lettere alla madre e ai nipoti, nonché dai
suoi scritti privati, trapela la sua forte e fiera personalità; inoltre la
prigione, per lei che sente di essere nel giusto, è «una tappa di
perfezionamento», «una specie di… esame di laurea».
Dopo 7 mesi di detenzione la famiglia, preoccupata per
la sua incolumità, riesce a presentare un falso certificato di tisi e a farla
scarcerare, nel febbraio del 1945; la pena termina poi con la Liberazione: esce
il 24 aprile.
Di nuovo libera, viene nominata pro-direttore e
commissario per l'Accademia delle Belle Arti di Brera. Da lei prudentemente
svuotata, la Pinacoteca era stata distrutta in 26 sale su 34 dai bombardamenti.
Concentra i suoi sforzi per convincere le autorità ad assumersi l'impegno per
una totale ricostruzione.
Il 12 febbraio del 1946 anche Ettore Modigliani viene reintegrato,
come soprintendente, lei lo affianca. L'obiettivo è sempre quello di
ricostruire la Pinacoteca. I lavori hanno inizio, su progetto dell'architetto
Piero Portaluppi. Nell'occasione Modigliani teorizza una "grande
Brera", ingrandita sia negli spazi sia nel coinvolgimento attivo della
gente, teoria poi portata avanti da Fernanda e, soprattutto, da Franco Russoli.
Il 22 giugno 1947, dopo la morte di Modigliani, le viene affidata anche la
soprintendenza.
Nel 1948 diviene il soggetto di una "testa in
bronzo" dello scultore Marino Marini.
Gli ultimi anni di vita
La ricostruzione di Brera viene portata a termine nel
giugno 1950. Il giorno 9, durante l'inaugurazione davanti alle massime autorità
dello Stato, tiene un discorso breve e coinvolto sul miracolo compiuto in
quattro anni dal cantiere braidense. Nello stesso anno, assieme a Portaluppi,
progetta un piano regolatore per la "grande Brera", che prevede un
collegamento tra la Pinacoteca, l'Accademia di Belle Arti, la Biblioteca, l'Osservatorio
Astronomico e l'Istituto Lombardo di Scienze e Lettere.
Sempre nello stesso anno, senza abbandonare Brera,
viene nominata soprintendente alle Gallerie della Lombardia; in questo ruolo si
occupa della ricostruzione del Museo teatrale alla Scala e del Poldi Pezzoli,
oltre che del restauro del Cenacolo di Leonardo.
Nel 1951 dà inizio a una rivoluzionaria
attività all'interno di Brera ricostruita; la Pinacoteca è animata da
una serie di inediti e innovativi eventi espositivi e didattici: vengono
organizzate visite guidate da personale specializzato — spesso anche da lei
stessa — per varie categorie di persone, come i bambini, i disabili e i pensionati,
che spesso vengono sollecitate ad una partecipazione attiva.
In questo periodo fa di tutto per convincere il Comune
di Milano ad acquistare la Pietà Rondanini di Michelangelo
Buonarroti, messa sul mercato e contesa da Roma,
Firenze e Stati Uniti d'America. Molto combattiva, riesce nel suo intento: il
1º novembre 1952, la scultura diviene milanese per 130 milioni di lire, grazie
allo stanziamento dei fondi necessari da parte del Comune.
Nel 1955 si costituisce ufficialmente a Brera una
sezione didattica. Sempre nello stesso anno, il 17 aprile, durante la “giornata
della riconoscenza” celebrata a Milano, Wittgens viene premiata con una
medaglia d'oro da parte dell'Unione delle comunità israelitiche, per l'opera di
soccorso nei confronti degli ebrei perseguitati.
Nel 1956 rifiuta, con una lettera, la proposta di
Ferruccio Parri di presentarsi alle elezioni amministrative con la lista del
Fronte laico. Significativo il passo:
Ora io non mi sento, come artista, di entrare nel
binario dei partiti perché la mia libertà è condizione assoluta per la vita
stessa del mio essere.
Si spegne nella sua città natale, Milano, il 12 luglio
1957 a soli 54 anni.
La camera ardente è allestita davanti all'ingresso
della Pinacoteca, in cima allo scalone d'onore, e vi partecipano migliaia di
persone. Il funerale si tiene nella vicina chiesa di San Marco; viene tumulata
al Cimitero Monumentale di Milano. Vari anni dopo viene traslata fra gli
illustri del Civico Mausoleo Palanti, al Riparto V del medesimo cimitero.
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