Il Titanic, la vera
storia dell’affondamento La storia, le leggende e i momenti più salienti
dell'affondamento del tristemente celebre transatlantico Titanic, costruito a
Belfast in Irlanda del Nord.
Il Titanic, formalmente
RMS Titanic, il più grande e lussuoso transatlantico del mondo al tempo, partì
per il suo viaggio inaugurale l’11 aprile 1912 da Southampton (UK) diretto a
New York, affondando solo pochi giorni dopo, il 14 aprile 1912, dopo aver
urtato un iceberg. L’impatto avvenne alle 23:40 e la nave affondò in 2 ore e 40
minuti (esattamente alle 2:20 del 15 aprile) spezzandosi in due tronconi.
Sulla vicenda sono stati versati fiumi di inchiostro, dato l’interesse e il
fascino suscitato in numerose generazioni di lettori, registi, scienziati e
storici. Il mito del Titanic iniziò persino prima che la nave affondasse:
all’epoca era ritenuta la nave più sicura del mondo, i giornali ne parlavano
soltanto in maniera eccellente, descrivendola in articoli ricchi di
superlativi, ma subito dopo l’affondamento coloro che avevano prenotato il
viaggio cambiando, poi, idea, spiegarono questo cambiamento come una
premonizione che la nave fosse stregata. –
Il viaggio e
lo scontro con l’iceberg
La storia del Titanic
iniziò nel 1907, quando fu decisa la realizzazione di tre grandi e lussuose
navi gemelle, l’Olympic, il Titanic e il Gigantic (a quest’ultimo, dopo la
catastrofe del Titanic, venne cambiato il nome in Britannic). I lavori di
costruzione iniziarono verso la fine del 1908 nel più grande cantiere navale di
Belfast, Harland & Wolff. In circa due anni, nel maggio 1911, il Titanic fu
varato e dopo dieci mesi completato: un tempo di costruzione record per
l’epoca. La nave partì da Southampton (Inghilterra) l’11 aprile 1912 e nello
stesso giorno fece tappa prima a Cherbourg, in Francia e poi a Cobh (co. Cork),
in Irlanda, prima di lasciare l’Europa e navigare in mare aperto nell’Oceano
Atlantico. Con a bordo molti emigranti irlandesi nella terza classe fiduciosi
di cominciare una nuova vita in America, il Titanic lasciò Cobh quasi senza
aver fatto complete “prove in mare” per la fretta che avevano gli armatori di
battere la concorrenza. Il comandante Edward John Smith, infatti, aveva dato
ordine di spingere le macchine al massimo nel tentativo di attraversare
l’Atlantico in tempi record. Per un paio di giorni la navigazione fu regolare
e, per l’epoca, molto veloce. Domenica 14 aprile 1912, la stazione radio di
bordo ricevette numerose segnalazioni che riferivano la presenza di iceberg
vaganti lungo la rotta, assai frequentata da navi passeggeri e da trasporto. In
serata la navigazione procedeva regolare, il mare era tranquillo, mancava la
luna ma la visibilità era ottima, il cielo era limpido e stellato. Alle ore
23,40 le vedette, che per la fretta di partire non erano dotate di adeguati
cannocchiali, avvistarono a occhio nudo un enorme iceberg dritto di prora e
lanciarono l’allarme. William Murdoch, ufficiale di guardia, ordinò l’indietro
tutta e una virata ma la nave era troppo veloce – circa 22 nodi – e l’ostacolo
era a poco meno di cinquecento metri di distanza. Il proposito, allora, fu
quello di passare a sinistra dell’iceberg, sfiorandolo con il fianco destro;
invece, si ottenne il tragico risultato: il Titanic cozzò contro la massa
di ghiaccio che ne squarciò il fianco per una novantina di metri su una
lunghezza complessiva di circa 270 metri. Il Titanic aveva 16 compartimenti
stagni e sarebbe stato in grado di navigare con quattro compartimenti allagati
ma l’iceberg squarciò la carena interessando sei compartimenti, fatto non
previsto dai progettisti. Alle ore 00,15 del 15 aprile 1912, venne lanciato
l’SOS (recente innovazione per l’epoca) ricevuto da molte navi, la più vicina
delle quali, il Carphatia, era a quattro ore di navigazione.
L’affondamento
del Titanic
A questo punto iniziò la
raccapricciante agonia della nave: il Titanic iniziò ad imbarcare acqua nei
compartimenti di prua inclinandosi in avanti e sollevando la poppa. La nave si
inclinò sempre di più e la tremenda pressione esercitata fece sì che, dopo
essersi spente le luci, lo scafo si spezzasse in due tronconi: la parte di
prua, più pesante, affondò subito e poco dopo toccò alla parte di poppa, che
prima tornò al suo posto, poi si innalzò verticalmente per inabissarsi, infine,
nelle buie acque. Le persone che affondarono con la nave e quelle che furono
trascinate dal suo risucchio si suppone siano morte quasi subito, mentre le
altre che, indossando i giubbotti di salvataggio, riuscirono a restare a galla
morirono di ipotermia dato che la temperatura dell’acqua si aggirava tra gli 0°
e i 2° C. Il Carpathia arrivò sul luogo del disastro alle 4,00 e trovò una
tragica calma piatta, le scialuppe con i superstiti e il mare disseminato di
corpi che galleggiavano. Nel naufragio persero la vita 1518 passeggeri dei 2223
imbarcati, solo 705 persone riuscirono a salvarsi (alcuni dei quali morirono
però subito dopo esser stati salvati dal Carpathia) ma i macchinisti morirono
tutti. La prima notizia dell’affondamento uscì sui quotidiani di Belfast il 16
aprile 1912. La città, “madrina” dell’enorme transatlantico, pianse a lungo la
perdita dei suoi cittadini e tuttora è affezionata alla tragica vicenda. Nei
cortili della Belfast City Hall si trova una statua che ricorda i defunti del
Titanic e esistono numerose associazioni “Titanic” con molti membri che hanno
legami personali o familiari con le vittime o con i sopravvissuti
all’affondamento. Il cantiere navale esiste ancora a Belfast e pochi anni fa
sono state rilasciate per la vendita delle copie del progetto di costruzione
del Titanic. Storie e leggende sui passeggeri del Titanic I passeggeri
inizialmente pensavano di trattasse di uno scherzo: coloro che avevano
indossato il salvagente venivano preso in giro, alcuni esibivano blocchetti di
ghiaccio come souvenir, il tutto mentre l’orchestra continuava a suonare. Una
delle storie più famose e romantiche che circondano il Titanic riguarda proprio
l’orchestra. Si dice che, mentre la nave s’inabissava, gli otto musicisti
continuarono a suonare fino alla fine sul ponte anteriore. L’ultima
canzone suonata, secondo la maggior parte delle testimonianze, fu l’inno
cristiano “Nearer, My God, To Thee” (Più vicino a te, mio Dio). Nonostante
sembri una trovata cinematografica, si tratta di realtà. Archibald Gracie, uno
dei superstiti, raccontò che alcuni suoi conoscenti una volta resisi conto che
non c’erano più speranze, si misero a giocare a carte indifferenti a quel che
accadeva. Prima di ritirarsi, sembra che il capitano (che morì nel naufragio)
avesse invitato i passeggeri ad esser galantuomini («Be English!», siate
inglesi), diramando poi l’ordine «Save yourselves, if you can!» (si salvi chi
può) liberando l’equipaggio dal suo lavoro. Ida Straus, nonostante stessero
dando la precedenza a donne e bambini, rifiutò di salire sull’ultimo posto
dell’ultima scialuppa per restare accanto al marito, Isidor Straus. Anche di
Benjamin Guggenheim si ha una testimonianza curiosa: pare che l’uomo rifiutò il
salvagente indossando invece un abito da sera insieme al suo segretario
pronunciando le parole «Ci siamo messi gli abiti migliori e affonderemo come
gentiluomini.». Il direttore del ristorante, monsieur Gatti, se ne stette in
disparte in mantello e tuba, mentre il milionario J.J. Astor, che si era visto
rifiutare da Lightoller un posto nella scialuppa n. 4 accanto alla moglie,
rimase sul ponte lance fino alla morte. Masabumi Hosono, unico passeggero
giapponese a bordo del Titanic, riuscì a salvarsi lanciandosi in mare su una
scialuppa ancora libera, nonostante l’indicazione del capitano di dare la
precedenza a donne e bambini. Il fatto segnò profondamente la vita di Hosono in
Giappone, dove l’opinione pubblica lo additò come un traditore dell’onore
nipponico, e pregiudicò la sua carriera lavorativa. Tra i superstiti vi fu
anche un italiano: Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi, passeggero italiano di
seconda classe. Pare che si gettò in mare, dove, aggrappatosi ad un pezzo di
ghiaccio, riuscì a rimanere a fior d’acqua finché fu avvistato e salvato da una
scialuppa. Portaluppi perse tutto quello che aveva, ma riuscì a salvare il menù
della cena. Poco dopo le 2:00 il colonnello Gracie riferì che in quel momento
una folla immensa proveniente dai piani inferiori emerse coprendo tutto il
ponte lance: si trattava dei passeggeri di terza classe rimasti fino ad allora
sottocoperta. –
La nave “più
sicura del mondo”
Oggi la dinamica
dell’affondamento appare chiara anche se non sono mancate ipotesi di ogni
genere, comprese quelle più fantasiose. La nave “più sicura del mondo”, in
realtà, non aveva sufficienti scialuppe di salvataggio, non aveva adeguati
compartimenti stagni e il personale non era addestrato per gestire l’emergenza.
Il Titanic era dotato infatti di molti salvagenti individuali (3560 ) ma di
sole 16 lance (più 4 pieghevoli) per una capacità totale di 1.178 posti a
fronte dei 2.223 passeggeri imbarcati, insufficienti quindi per i
passeggeri e l’equipaggio. Mancava, perfino, un sistema di altoparlanti interni
e segnalazioni d’allarme per avvisare i passeggeri in caso di pericolo. Oggi
sembra inaudito, ma all’epoca, era sufficiente che una nave avesse scialuppe di
salvataggio solo per un terzo dei passeggeri. Nel Titanic, inoltre, molte
scialuppe non furono inserite perché “avrebbero rovinato l’aspetto” della nave,
visto che i costruttori e gli armatori erano convinti che non sarebbero mai
servite. Il Titanic, infatti, era considerato uno dei risultati eccellenti del
positivismo tecnico di matrice ottocentesca: era esageratamente grande,
lussuoso, c’erano saloni arredati imitando antiche dimore patrizie, colonne
dorate, pannelli in legno pregiato e inserti di madreperla. Non mancava una
piscina coperta, la palestra, il bagno turco, saloni di svago, bar, salotti…
ovviamente solo per i passeggeri di prima classe. Il film sul Titanic Titanic è
un film colossal storico/drammatico del 1997, prodotto, scritto e diretto da
James Cameron e interpretato da Leonardo DiCaprio (Jake) e Kate Winslet (Rose).
Ad oggi detiene ancora il record di vittorie ai Premi Oscar (11), a parimerito
con Ben-Hur e Il Signore degli Anelli – Il ritorno del Re. Con un budget di 200
milioni di dollari per la realizzazione e di 85 per la promozione, Titanic fù
il film più costoso mai realizzato fino ad allora. Le riprese, iniziare nel
Settembre del 1996 durarono solo 6 mesi sottoponendo gli attori e tutta lo
staff a lunghe sedute di lavoro. Il film, della durata di 3 ore e 15 minuti ha
goduto anche di una colonna sonora di enorme successo, tanto che la canzone My
Heart Will Go On cantata da Céline Dion è diventata uno dei singoli più venduti
di tutti i tempi. La storia del Titanic nel film Nell’aprile del 1912 Rose
DeWitt Bukater s’imbarca sul Titanic, insieme a sua madre e al promesso sposo,
e già dalle prime scene si intuisce quanto sia insoddisfatta del suo rapporto
amoroso. Sulla stessa nave, ma in terza classe, viaggia l’irlandese Jack
Dawson, che ha vinto il biglietto per andare l’America a poker pochi minuti
prima della partenza. I due si incontrano a poppa e d è amore a prima vista. Il
film racconta quindi le ultime ore del Titanic prima dello schianto contro un
iceberg, romanzando chiaramente la realtà dei fatti senza aver alcuna pretesa
di documentario storico. -
https://www.irlandando.it/cultura/storia/il-titanic/
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