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mercoledì 26 aprile 2023

Lo Sapevate Che: Nino Benvenuti: all'anagrafe Giovanni Benvenuti (Isola d'Istria, 26 aprile 1938), è un ex pugile, attore, commentatore sportivo, giornalista e scrittore italiano.


Campione olimpico dei pesi welter nel 1960, campione mondiale dei pesi superwelter tra il 1965 e il 1966, campione europeo dei pesi medi tra il 1965 e il 1967, campione mondiale dei pesi medi tra il 1967 e il 1970. Nel 1968 ha vinto il prestigioso premio di Fighter of the year, unico italiano ad aver conseguito tale riconoscimento.

Il suo primo match della trilogia contro Emile Griffith è stato nominato Fight of the year del 1967, premio attribuito tre anni dopo anche al match da lui perso contro l'argentino Carlos Monzón[1].

È stato l'unico pugile italiano ad aver detenuto il titolo mondiale unanimemente riconosciuto di due categorie di peso (medi e superwelter). Nei pesi superwelter, possono fregiarsi di tale impresa solamente altri nove atleti. Prima di lui, tra i pugili europei, soltanto Marcel Cerdan era riuscito a conquistare il mondiale dei medi in terra statunitense. È stato inoltre uno dei pochi pugili non statunitensi ad aver conquistato e difeso più volte il titolo mondiale indiscusso dei pesi medi nella storia del pugilato mondiale. Inoltre, le sue quattro vittoriose difese consecutive del mondiale indiscusso dei medi lo pongono alle spalle solamente di Marvin Hagler e Carlos Monzón come numero di difese consecutive a segno.

La International Boxing Hall of Fame (1999) lo ha riconosciuto fra i più grandi pugili di tutti i tempi, unico pugile italiano insieme a Duilio Loi. L'ingresso anche nella National Italian-American Sport Hall of Fame lo ha consacrato (così come leggende quali Rocky Marciano e Joe Di Maggio) alle pagine più gloriose dello sport italo-americano mondiale.

Dopo gli ultimi prestigiosi riconoscimenti (Premio Cultura Italia Argentina, Premio Brera, Guirlande d'Honneur) il suo palmares si è ulteriormente arricchito del ruolo di ambasciatore italiano della boxe nel mondo, consegnatogli dal presidente della FPI Vittorio Lai il 26/04/2017 in occasione della cerimonia ufficiale del cinquantenario dalla vittoria del titolo mondiale dei pesi medi (17/04/67), ideata e organizzata da Anita Madaluni (sua biografa ufficiale) con il patrocinio del CONI e dell'ambasciata americana.

La carriera pugilistica

Nasce a Isola d'Istria, una località marina all'epoca territorio italiano, poi passata nel dopoguerra alla Jugoslavia e quindi alla Slovenia. I suoi antenati, come racconta nel suo libro autobiografico, sembra che siano provenuti da Caorle, paese di pescatori della costa veneta.

La passione pugilistica di Nino Benvenuti inizia a tredici anni in una piccola palestra allestita nella propria abitazione di Isola d'Istria spinto dal suo stesso padre che, in gioventù, si era dedicato a questo sport. Passa poi ad allenarsi all'Accademia pugilistica di Trieste, percorrendo ogni volta in bicicletta la relativa distanza.

In questi anni la famiglia Benvenuti, residente nella Zona B del Territorio Libero di Trieste, sotto amministrazione jugoslava, subisce la repressione anti italiana. Il figlio maggiore, Eliano, è arrestato e imprigionato senza motivo per sette mesi[2]. Successivamente anche la loro abitazione con giardino viene requisita. I Benvenuti preferiscono allora stabilirsi a Trieste, nella zona A amministrata dall'Italia, dove già il capofamiglia ha il suo esercizio ittico. Trieste passerà definitivamente all'Italia solo nel 1954.

Dilettantismo

L'ascesa pugilistica di Benvenuti comincia a livello locale vincendo tornei regionali e interregionali fino ad arrivare al titolo italiano nella categoria dei novizi nel 1954. Approda alla Nazionale dilettanti nel 1955.

Il 1956 inizia favorevolmente per Benvenuti che, in gennaio, vince il primo titolo italiano dilettanti, a Parma, nei pesi welter (67 kg. Poi, però, perde la madre, appena quarantaseienne, per il peggioramento delle condizioni cardiache già rese precarie dalle sofferenze del periodo della repressione titina. In una tournée della Nazionale Italiana in Turchia, Benvenuti subisce l'unica sconfitta da dilettante in un match da lui dominato sul ring contro lo sconosciuto Akbas, nonostante le proteste dei rappresentanti della Federazione Pugilistica Italiana. Vane furono le pressioni dell'organismo per ottenere l'annullamento del match il cui esito è rimasto nel palmares del pugile. Alla fine dell'anno il responsabile tecnico Steve Klaus, convinto che l'istriano avrebbe avuto comunque una luminosa carriera, preferisce non rischiarlo, ancora diciottenne, in una dura competizione come le Olimpiadi e lo esclude dalla nazionale per Melbourne.

Nel 1957, Benvenuti passa nella categoria dei superwelter che, nei dilettanti, è al limite dei 71 kg. Conquista il secondo titolo italiano a Bologna e la medaglia d'oro agli europei di Praga. Due anni dopo, a Lucerna, bissa il successo continentale. Nel frattempo conquista altri tre titoli italiani dilettanti: nel 1958 a Terni, nel 1959 e nel 1960 a Milano, per un totale di cinque cinture italiane in cinque anni. Il suo obiettivo rimane però l'Olimpiade, sogno cullato sin da bambino.

Alle Olimpiadi di Roma, nella categoria di Benvenuti avrebbe combattuto lo statunitense Wilbert McClure, oro ai III Giochi panamericani di Chicago 1959. Onde evitare spiacevoli sorprese, il nuovo responsabile della Nazionale, Natale Rea, convince il triestino a calare di quattro chili per combattere nei pesi welter.

Benvenuti, pur debilitato dalla dieta, domina i primi turni, vincendo sempre con il verdetto unanime di 5:0. Batte il futuro campione d'Europa della categoria Jean Josselin, il futuro campione del mondo dei superwelter Ki-soo Kim, il bulgaro Shishman Mitsev e il britannico James Lloyd. Affronta in finale il sovietico Jurij Radonjak.

Il primo round è equilibrato. Durante l'intervallo l'allenatore Rea suggerisce al triestino di osare con il sinistro, subito dopo un attacco di destro del sovietico, approfittando della conseguente apertura difensiva dell'avversario. Benvenuti esegue alla perfezione il suggerimento. Il sovietico va al tappeto e, pur rialzandosi, vede ormai compromessa ogni speranza di vittoria. Il pugile italiano sale sul più alto gradino del podio, con il verdetto ai punti di 4:1. La medaglia gli verrà consegnata in una custodia con all'interno una dedica a penna firmata da Jesse Owens[8].Benvenuti conquista, oltre all'oro, anche la prestigiosa coppa Val Barker, destinata al pugile tecnicamente migliore del torneo, precedendo il mediomassimo Cassius Clay. Nella storia dei Giochi olimpici Benvenuti, insieme a Patrizio Oliva, è l'unico italiano che può fregiarsi di questo riconoscimento.

Si ritira dal mondo del dilettantismo con lo score di 108 vittorie e una sola sconfitta. È un record straordinario. Tra i grandissimi della boxe, solo Sugar Ray Robinson è rimasto imbattuto da dilettante, ma combattendo solo 85 match. Sugar Ray Leonard ha ottenuto più vittorie (165) ma con 5 sconfitte. Muhammad Ali ha nel suo record amatoriale 99 vittorie e 8 sconfitte[Joe Frazier 38-2; George Foreman, 22-4. Anche il record amatoriale di Carlos Monzón (73-6-8) impallidisce di fronte a quello di Benvenuti

Esordio nel professionismo

Dopo le Olimpiadi, Benvenuti passa al professionismo nei pesi medi, nella scuderia del bolognese Bruno Amaduzzi, già geometra comunale e poi organizzatore di incontri di pugilato e manager[16] del peso massimo Francesco Cavicchi. Il suo allenatore è Libero Golinelli. Al trentesimo incontro, dopo esser sceso sempre vittorioso dal ring, spesso prima del limite, Benvenuti è designato a combattere per il titolo italiano, allora vacante.

Nei suoi due primi incontri per il titolo italiano, Benvenuti dimostra di aver saputo assimilare perfettamente gli insegnamenti del suo allenatore della Nazionale dilettanti, Natale Rea. Il 1º giugno 1963, infatti, mette KO alla undicesima ripresa con un micidiale montante sinistro l'amico-rivale Tommaso Truppi aggiudicandosi la cintura italiana. Stessa sorte ha, il 31 agosto successivo, a Priverno, il suo primo sfidante Francesco Fiori che, pur rialzandosi dopo il sinistro ricevuto alla terza ripresa, viene giudicato non più in grado di proseguire.

Il 15 novembre 1963, per il quarantesimo match, Amaduzzi individua il nicaraguense Luis Guitierrez, un pugile semisconosciuto ma esperto e forte colpitore. Apparentemente, doveva essere un'altra "passeggiata" ma alla prima ripresa Benvenuti subisce il primo atterramento della carriera. La stampa non sempre favorevole al triestino scriverà di un “lungo conteggio” che gli avrebbe evitato il KO. In realtà Benvenuti si rialza al conteggio di tre e l'arbitro prosegue a contare, come da regolamento, sino all'otto. Poi si sofferma ad ammonire il nicaraguense per comportamento scorretto, circostanza che avrebbe dato il tempo a Benvenuti di riprendersi. La scorrettezza della boxe di Guitierrez risulta però oggettiva, tanto che nel prosieguo del match è richiamato ufficialmente due volte. Al secondo round, Benvenuti sembra già essersi ripreso. Fa prima piegare in due il nicaraguense con un pugno al costato e poi gli infligge un durissimo colpo alla mascella. Guitierrez evita il knock-down aggrappandosi all'italiano e facendolo ruzzolare con lui al tappeto. Alla settima ripresa, la mascella del centramericano è pericolosamente gonfia e il medico ne dichiara l'impossibilità a proseguire. Benvenuti è proclamato vincitore per Kot. Le radiografie del giorno dopo certificheranno che la mandibola destra di Guitierrez aveva effettivamente subito una frattura.

Campione mondiale dei pesi medi junior

Nel frattempo, il 7 settembre 1963, Sandro Mazzinghi aveva conquistato il titolo mondiale dei pesi medi junior battendo lo statunitense Ralph Dupas, confermandosi nella rivincita, il 2 dicembre successivo. Tra i dilettanti, il coetaneo Mazzinghi era stato un semplice comprimario di Benvenuti, tanto da non riuscire a qualificarsi per le Olimpiadi di Roma, sconfitto da Carmelo Bossi, proveniente dalla categoria dei welter. Nulla a che vedere con l'eccezionale carriera dilettantistica del triestino. Benvenuti non è affatto d'accordo a farsi mettere in ombra dal toscano di Pontedera, nel panorama del pugilato italiano. Nasce allora la rivalità tra Benvenuti e Mazzinghi, alimentata a dismisura dalla stampa.

Pur di sottrarre la cintura mondiale al rivale, Benvenuti è disposto a scendere al di sotto dei kg. 69,850, limite della categoria dei medi junior, tra i professionisti. Purtroppo, inizialmente è Mazzinghi ad avere più gravi problemi extrasportivi per affrontare il triestino. Nel gennaio 1964 la sua auto si schianta contro un albero e la moglie Vera muore sul colpo; Mazzinghi si salva, ma riporta una frattura della scatola cranica e l'ostruzione del labirinto auricolare.

Il toscano risale sul ring il 24 aprile successivo, ma è ancora sotto shock, tanto che il poco più che discreto Charlie Austin lo costringe al conteggio. Solo una provvidenziale ferita dell'avversario riesce a evitare una clamorosa sconfitta del Campione del Mondo.

Il 30 luglio 1964 Benvenuti difende il titolo italiano dei pesi medi dall'assalto di Fabio Bettini, vincendo ai punti in dodici riprese. Mazzinghi evita ancora il confronto e i risultati non eccezionali sembrano non dargli torto. Batte un Tony Montano in forte difficoltà a rientrare nel limite di peso rischia il KO, nel finale, anche da Fortunato Manca

Nel frattempo, per mettere pressione a Mazzinghi, Benvenuti affronta tutti i più forti possibili avversari del toscano. Il 18 settembre 1964 batte ai punti l'ex Campione del Mondo dei medi junior Denny Moyer, segnando al peso kg. 70,9 contro i 72,7 dell'avversario. Tre settimane dopo, al limite dei pesi medi, si sbarazza per squalifica al settimo round di Abrão De Souza sfidante n. 1 al titolo di MazzinghiIl 19 dicembre 1964, alla Fiera di Milano - registrando alla bilancia kg. 70,1 - batte l'argentino Juan Carlos Duran in un match intenso definito "esteticamente bello come un quadro d'autore della boxe"Il 12 febbraio 1965 risale nei pesi medi per respingere il nuovo assalto di Tommaso Truppi al titolo italiano e lo sconfigge per abbandono alla quinta ripresa….

Il suo regno da Campione Mondiale dei medi

Con il doppio titolo mondiale WBC e WBA nelle sue mani, si esibisce in alcuni combattimenti con avversari minori, sia in Italia che all'estero. Il 14 ottobre 1968, ad Akron, si incontra con il campione locale Doyle Baird, senza titolo in palio, per una borsa di oltre dodici milioni. Alto 1.82 ed ex fonditore Baird, pur essendo coetaneo del Campione del Mondo, aveva combattuto sino a quel momento solo 22 match, tutti con pugili di basso livello, riportando anche due sconfitte. Il campione sale sul ring ritenendo di affrontare poco più che un allenamento e invece il match si trasforma ben presto in una zuffa. I contendenti scivolano a terra una volta a testa, senza essere contati. Dopo dieci riprese il verdetto della giuria di provincia, tutta statunitense, è di parità[61]. Un giudice assegna addirittura un ininfluente punto di vantaggio a Baird. In altri tempi anche a corto di preparazione (con Guitierrez o nel secondo match con Mazzinghi) Benvenuti, pur in difficoltà, aveva saputo reagire e far suo il match. A trent'anni, con quasi 190 combattimenti alle spalle, tra dilettanti e professionisti, non può più permettersi distrazioni.

Difende per la prima volta il titolo contro Don Fullmer, designato sfidante ufficiale, al Teatro Ariston di Sanremo, il 14 dicembre 1968. Fullmer è battuto ai punti con un margine compreso tra i tre e i cinque punti e riportando svariate ferite al volto. Riesce però a infliggere al Campione del Mondo il quarto knock-down della carriera, dopo quelli con Guitierrez (1963) e dei primi due incontri con Griffith.

Grazie anche a una borsa allettante (50.000 dollari pari a 31 milioni), Benvenuti sceglie di combattere senza titolo in palio contro il quarantenne fuoriclasse nigeriano Dick Tiger, ex campione mondiale dei pesi medi e appena spodestato da Bob Foster dal trono dei mediomassimi. La stampa osserva che il Campione del Mondo affronta questo match in prospettiva per un eventuale suo passaggio ai mediomassimi con soli 28 giorni di allenamento alle spalle, reduce da un film girato in Spagna. L'italiano sale sul ring a 74,400 kg di peso mentre il nigeriano, più basso di otto centimetri, segna alla bilancia kg. 75,300, entrambi ben al di sotto del limite dei mediomassimi. L'incontro, combattuto al Madison Square Garden, è vinto da Tiger ai punti in dieci riprese, con ampio margine (7-2, 6-4, 6-3)[64]. Benvenuti dichiara di aver combattuto sin dal primo round con una frattura al metacarpo dell'indice destrocome certificato dal medico della Commissione Atletica dello Stato di New York - ma di non essersi voluto ritirare per rispetto ai 14.305 paganti[66]. È la terza sconfitta da pro, dopo Kim e Griffith II.

La seconda difesa del titolo si combatte allo Stadio San Paolo di Napoli contro l'imbattuto ma scorretto Fraser Scott. Già al primo round, lo sfidante è ammonito due volte verbalmente dall'arbitro Gilardi. Non conoscendo la lingua italiana, Scott prosegue imperterrito nella sua condotta di gara. L'incontro è comunque inequivocabilmente brutto] Al 6º round, entrambi i contendenti, con le gambe legate in una sorta di presa di wrestling, ruzzolano alle corde. Alla settima ripresa, l'incontro è aggiudicato a Nino Benvenuti per squalifica dello sfidante a seguito di una testata irregolare. Carlos Monzón e il successivo ritiro

A trentadue anni suonati, Benvenuti si appresta a difendere per la sesta volta i suoi titoli mondiali, conteggiando anche il secondo incontro con Griffith. Come spesso è occorso nella storia della boxe, l'ente mondiale WBC e l'organizzazione mondiale WBA avevano in cima alle loro liste due pugili diversi: Benvenuti poteva quindi scegliere fra Carlos Monzón, primo per la World Boxing Council, o un secondo avversario, proposto dalla WBA, che presentava lo stesso Monzón sesto nella propria classifica.

A causa del disaccordo fra i due enti, altri erano i pretendenti alle corone: Cordoba, Severino, Aguilar, Fernandez. Si giunse però, in breve tempo, a una mediazione: il campione poteva scegliere un qualsiasi avversario fra quelli della lista propostagli senza perdere le due cinture, a patto che il nome dello sfidante avesse un certo richiamo. Benvenuti decise di sfidare Monzón. All'epoca la scelta fu piuttosto controversa; l'argentino era un pugile dal buon record (67 vittorie, 3 sconfitte, 9 pareggi) ma non aveva mai messo piede fuori dalla terra natia. Era - come lo definisce Benvenuti stesso - un "oggetto misterioso" e la scelta apparve piuttosto criticabile. Gli stessi compatrioti di Monzón non inviarono alcun giornalista al seguito del proprio portacolori e Monzón stesso fece fatica a trovare i soldi per arrivare a Roma, sede del match.

Nonostante una preparazione incoraggiante, Benvenuti, alla vigilia della sfida, evidenzia un notevole logorio fisico mentre Monzón al peso dichiara bellicosamente "Da questo ring scenderò o vincitore o morto". Al Palazzo dello Sport la dimostrazione di forza di Monzón è evidente sin dalle prime riprese; lo sfidante pressa il portacolori italiano con colpi lunghi, diritti, favorito, sia pur di poco, dal maggiore allungo (193 centimetri a fronte di 191 dell'italiano) e dalla maggiore statura (181 centimetri a 180). Con il passare delle riprese, Monzón può mettere in mostra le proprie armi migliori: l'incredibile resistenza ai colpi (nella sua carriera, solo una volta è andato al tappeto e per pochi secondi) e la pesantezza dei suoi colpi che affaticano Benvenuti fino all'epilogo, nella dodicesima ripresa. Benvenuti, chiuso in un angolo, non riesce a evitare un diretto destro del pugile argentino che colpisce la mascella del campione, mandandolo al tappeto. Benvenuti riesce faticosamente a rialzarsi prima dello scadere del conteggio ma è incapace di proseguire e l'arbitro non può che decretare il knock-out tecnico in favore dell'argentino.

È un crollo inatteso che nessuno si aspettava, ma Benvenuti può usufruire della stessa clausola contrattuale con la quale Griffith si era tutelato tre anni prima: rivincita immediata. Benvenuti si ritira in Milanello per potersi preparare adeguatamente alla rivincita, programmata a Montecarlo l'8 maggio 1971 allo Stadio Louis II.

Nell'attesa, Benvenuti sostiene un match di rodaggio a Bologna contro il semisconosciuto José Chirino e scende dal ring sconfitto ai punti, dopo essere stato contato due volte Nonostante il verdetto fortemente contrastato (un giudice aveva assegnato il pari; gli altri due la vittoria all'argentino per un solo punto), l'incontro dimostra inequivocabilmente che Benvenuti non è più il fuoriclasse di una volta e nemmeno il pugile comunque reattivo dei match in cui è salito sul ring a corto di preparazione per sottovalutazione dell'avversario[Onde evitare un'ulteriore sconfitta, stavolta Benvenuti svolge un eccellente preparazione atletica e si presenta sul ring in condizioni ritenute ottimali. Nonostante ciò la sua lucidità mentale non sembra quella dei giorni migliori. Spinto da un'insolita foga, si getta all'attacco già nella prima ripresa colpendo più volte l'avversario che non trova di meglio che ripiegare in scorrettezze, quali colpi alla nuca e una ditata nell'occhio. Nella seconda è la volta dell'argentino ad attaccare sino a diventare una furia e a mettere una prima volta al tappeto Benvenuti nel finale. Il triestino si rialza e, quasi contemporaneamente suona il gong. Nella terza ripresa, Monzón ricomincia nella sua opera demolitoria ai fianchi e allo stomaco sino a costringere l'italiano a piegare un ginocchio a terra. L'ex campione appare svuotato di energie e dall'angolo il suo manager storico, il bolognese Amaduzzi, lancia la spugna in segno di res Il verdetto è un nuovo knock out tecnico in favore di Monzón a 1:05 del 3º round Nell'immediatezza della sconfitta, il triestino si lascia andare in escandescenze contro il suo manager, sostenendo di essere ancora in grado di proseguire.

Pochissimi giorni dopo il match, Benvenuti decide di lasciare definitivamente il mondo della boxe. Egli spiega che, dopo una così gloriosa carriera, ripartire a combattere ad un livello più basso, inferiore a quello da Campione Mondiale dei quattro anni precedenti, non è una scelta da perseguire. Si ritira così definitivamente nel giugno 1971 e non tornerà mai più sul ring. Nella sua autobiografia Benvenuti, "a posteriori", afferma che la scelta di Amaduzzi di lanciare la spugna nel suo ultimo incontro fu corretta e volta a tutelare la sua salute.

Nel suo ruolino da professionista Benvenuti conta in totale novanta incontri, di cui ottantadue vittorie (35 per KO), un pareggio e sette sconfitte.

….

Per quanto riguarda il doppio confronto con Carlos Monzón, forse il più forte peso medio di tutti i tempi, Benvenuti lo combatté ormai sul viale del tramonto da un pezzo. Lo dimostra la sconfitta da lui subita anche dal comprimario Chirino, tra il primo e il secondo incontro con il campione argentino. Eppure, nemmeno Monzón riuscì a metterlo al tappeto per il conto complessivo. Anzi, al momento dell'interruzione del primo match, il cartellino dell'arbitro Drust vedeva Benvenuti in vantaggio di un punto e quelli dei giudici di due punti[78] e anche la prima ripresa del brevissimo secondo incontro se l'aggiudicò Benvenuti.

Riferimenti nella cultura di massa

·       Benvenuti fu il classico campione in grado di dividere le folle degli appassionati. Così ha descritto tale contrastato rapporto il giornalista Lamberto Artioli: «Il ciuffo di capelli biondi che gli ricadeva sugli occhi, quel suo modo di fare sempre sicuro e a volte altezzoso, la sua insofferenza alla critica, la sua ambizione, la sua infinita spavalderia, la sua serenità e la sua tranquillità, il sorriso largo e a volte indisponente gli avevano creato tifosi e detrattori insieme. Quella sua sete di protagonismo anche fuori dal ring gli nuoceva, ma a lui andava bene così. Pareva divertirsi. Italiano, bello, col viso pulito, piaceva alle donne. Gli italiani d'America avevano scoperto in lui il loro difensore»Dopo la conquista del titolo mondiale dei medi, la rivista Life, nel numero di giugno 1967, gli dedicò un servizio del famoso giornalista Thomas Thompson dal titolo: «Nessun campione piace come Nino[.

·       La relazione con la miss Emilia Nadia Bertorello, iniziata alla fine degli anni sessanta, quando Benvenuti era ancora sposato in prime nozze, riempì le pagine dei rotocalchi in un'Italia in cui ancora non esisteva il divorzio. Dato il clamore, lo stesso Papa Paolo VI preferì annullare l'udienza inizialmente concessa al pugile in occasione della seconda vittoria con Griffith Alcune riviste riportarono fantasiosamente che Benvenuti non si fosse procurato in allenamento la frattura alla mano con la quale combatté l'intero match con Dick Tiger (1969), bensì in un inesistente incidente stradale in auto con la nuova compagna. La coppia si incontrò nuovamente solo dopo molti anni e si sposò con rito civile

·       Il pugile si è dichiarato più volte un "uomo di destra" ed ha avuto un'esperienza politica nel 1964 per il Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, conclusa a causa di alcune contestazioni subite durante uno dei suoi incontri di boxe. Dopo le suddette contestazioni Benvenuti lasciò la sua carica politica preferendo essere il campione di tutti.

·       Nel 1966, Nino Benvenuti ha preso parte a uno spot pubblicitario della popolare trasmissione Carosello, recitando la parte di un fantomatico Agente 00SIS[96].

·       Nel 1970, negli Stati Uniti, Benvenuti ha preso parte a una puntata della trasmissione televisiva Dean Martin Show. Insieme al cantante italo-americano si è anche esibito nella famosa canzone That's Amore[.

·       Benvenuti è il protagonista di un fumetto disegnato da Giuseppe Botte che illustra la sua vita e, soprattutto l'esperienza da lui subita al tempo dell'esodo istriano. I testi della pubblicazione, intitolata "Nino Benvenuti, il mio esodo dall’Istria" (2020) sono dello stesso Benvenuti, con la collaborazione di Mauro Grimaldi. Con Grimaldi, Benvenuti aveva già scritto “Nino. L'isola che non c'è. Il mio esodo dall'Istria”, Edizioni Eraclea.

·       Il 6 febbraio 2020, in occasione della recente presentazione, in Senato, del fumetto Nino Benvenuti - Il mio esodo dall'Istria (ed. Ferrogallico, illustrazioni Giuseppe Botte, postfazione Emanuele Merlino) l'on. Ignazio La Russa ha rilanciato la proposta di nominare Nino Benvenuti Senatore a vita.

https://it.wikipedia.org/wiki/Nino_Benvenuti

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