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martedì 2 marzo 2021

Lo Sapevate Che: Walter Chiari, la sua comicità frenetica e surreale, unita alle spiccate capacità parodistiche, ha fatto scuola sul piccolo e grande schermo


Amici, non piangete, è soltanto sonno arretrato (epitaffio).” Walter Chari

 

L'arte della spontaneità

Nasce come Walter Annicchiarico, a Verona il giorno 8 marzo 1924. Figlio di genitori di origine pugliese, il padre era un brigadiere di professione; Walter ha solo 8 anni quando la famiglia si trasferisce a Milano.

All'età di tredici anni si iscrive ad uno dei tanti boxing club di Milano e nel 1939, non ancora sedicenne, diventa campione regionale della Lombardia nella categoria dei Pesi piuma.

Dopo aver prestato servizio militare e aver intrapreso per un breve periodo la carriera pugilistica, Walter Chiari incomincia a realizzare il sogno di diventare attore. Nell'immediato dopoguerra, è il 1946, fa una breve e casuale apparizione in uno spettacolo intitolato "Se ti bacia Lola". L'anno seguente arriva il suo esordio come attore cinematografico nel film "Vanità" di Giorgio Pastina, per il quale si aggiudica un Nastro d'argento speciale come miglior attore esordiente.

Nel 1950 è l'impareggiabile interprete della rivista "Gildo". Poi è protagonista con Anna Magnani nel capolavoro drammatico "Bellissima" diretto da Luchino Visconti. Sempre nel 1951 viene acclamato in una rivista dal titolo "Sogno di un Walter". In seguito continua ad alternare i successi cinematografici ai successi sul palcoscenico. Si afferma come uno dei talenti più rivoluzionari della comicità italiana.

Chiari propone un nuovo modo di recitare grazie alla sua innata capacità di chiacchierare per ore con il pubblico e di interpretare diversi personaggi.

Il suo modo di recitare è proprio così, veloce come una chiacchierata continua.

Nel 1956 accanto alla bravissima Delia Scala, prende parte alla commedia musicale dal titolo "Buonanotte Bettina", di Garinei e Giovannini. Nel 1958 appare in televisione nel varietà "La via del successo", dove accanto a Carlo Campanini, propone numeri già collaudati nelle sue riviste, dal Sarchiapone - con Carlo Campanili come spalla - al sommergibile, dalla belva di Chicago al bullo di Gallarate.

La collaborazione con Garinei e Giovannini prosegue con la commedia musicale "Un mandarino per Teo" (1960), con Sandra Mondaini, Ave Ninchi e Alberto Bonucci. Nel 1964 è uno straordinario interprete nel film "Il giovedì", diretto da Dino Risi. L'anno seguente interpreta due commedie teatrali, la prima a fianco di Gianrico Tedeschi, dal titolo "Luv" (1965) di Shisgal, e la seconda a fianco di Renato Rascel, dal titolo "La strana coppia" (1966) di Neil Simon.

Nel 1966 è il tartagliante signor Silence nel film "Falstaff", diretto e interpretato da Orson Welles, e l'italiano del miracolo economico, egoista e cinico, in "Io, io, io... e gli altri", diretto da Alessandro Blasetti. Nel 1968 viene chiamato a condurre per la televisione la famosissima trasmissione musicale "Canzonissima", accanto a Mina e a Paolo Panelli.

La sua è una fama di vero donnaiolo: molte bellissime donne famose cadono ai suoi piedi, da Silvana Pampanini a Sylva Koscina, da Lucia Bosè a Ava Gardner, da Anita Ekberg a Mina, fino a che decide di sposare l'attrice e cantante Alida Chelli: i due avranno un figlio, Simone.

Nel maggio del 1970 riceve un mandato di cattura. L'accusa è molto pesante: consumo e spaccio di cocaina. Il 22 maggio 1970 viene rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli e il 26 agosto prosciolto dalle prime due imputazioni, le più gravi. Rimane però in piedi l'accusa di consumo personale, per la quale ottiene comunque la libertà provvisoria.

La sua carriera subisce una sorta di retrocessione in serie B. Solo nel 1986 inizia a tornare sulla cresta dell'onda: vanno in onda in tv sette puntate della "Storia di un altro italiano", che parafrasa la "Storia di un italiano", con Alberto Sordi, un'intensa biografia filmata, che Tatti Sanguinetti gira per la RAI.

Ugo Gregoretti, direttore artistico del Teatro Stabile di Torino, lo chiama per iniziare un'intensa collaborazione, dalla quale nasceranno una memorabile interpretazione de "Il critico", caustica commedia settecentesca di Richard Sheridan, e "Six heures au plus tard", una prova d'attore a due, scritto da Marc Terrier, che Chiari recita insieme a Ruggero Cara.

Peppino di Leva, poi, con il Teatro Regionale Toscano, lo dirige insieme a Renato Rascel in "Finale di partita" di Samuel Beckett.

Arriva poi anche il risarcimento da parte del cinema. Nel 1986 gira "Romance", film di Massimo Mazzucco, che viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Tutti i cinefili lo aspettano come sicuro vincitore del Leone d'oro per la migliore interpretazione, ma il premio tocca a Carlo Delle Piane, che Walter aveva conosciuto e aiutato nei suoi difficili inizi di carriera nel teatro di varietà.

Nel 1988 in televisione recita nello sceneggiato a puntate "I promessi sposi", nel ruolo marginale di Tonio. Nel 1990 interpreta la sua ultima pellicola, nel film drammatico "Tracce di vita amorosa", diretto da Peter Del Monte, offrendo ancora una volta un'interpretazione perfetta.

Walter Chiari muore nella sua abitazione a Milano il 20 dicembre 1991 all'età di 67 anni, colto da un infarto.

A febbraio del 2012 la Rai produce una fiction in due puntate dedicata alla tormentata vita dell'artista: il protagonista è l'attore Alessio Boni.

https://biografieonline.it/biografia-walter-chiari

 

 

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