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sabato 20 marzo 2021

Lo Sapevate Che: Alessandro Volta, il genio della fisica che 220 anni fa inventò la pila

  

Il 20 marzo del 1800 è una data molto importante per la scienza e per l’umanità perché in quel giorno Alessandro Volta (Como 18 febbraio 1745 - 5 marzo 1827) presentava alla comunità scientifica e al mondo, l’invenzione della pila”, progetto realizzato sul finire del 1799 nella sua residenza di Lazzate di Como.

La realizzazione della pila sancì l’epilogo di un lungo e acceso confronto-dibattito che nell’ultimo decennio del 1700 interessò l’intera comunità scientifica e che, alla fine, vide Alessandro Volta protagonista in opposizione alle teorie del fisico e anatomista Luigi Galvani (Bologna 1737 - Stato Pontificio 1798) interessato all’elettricità biologica e alle sue applicazioni. Nel 1791, infatti, Galvani pubblica il saggio scientifico "De viribus electricitatis in motu musculari commentarius" sulla scoperta dell'elettricità animale attraverso il sistema nervi-muscoli che subito suscitò un gran clamore e l'interesse di numerosi scienziati, tra i quali il fisico dell'Università di Pavia Alessandro Volta. Alla base della teoria di Galvani vi erano gli studi e gli esperimenti condotti sui fluidi delle rane. Volta, pur plaudendo inizialmente alle teorie, ben presto rifiutò l’ipotesi di un'elettricità specifica del mondo animale alla quale opponeva quella del ruolo dei conduttori (metalli e conduttori umidi) come motori dell'elettricità. Per Galvani, le rane erano generatori di elettricità. Per Volta, le rane erano dei rivelatori dell'elettricità prodotta nel contatto tra conduttori di specie diversa. Le diversità d’opinione tra i due scienziati durarono per anni ma sul finire del 1799, Volta indirizzò una lettera al presidente della Royal Society Sir Joseph Banks nella quale annunciava alla comunità scientifica internazionale l'invenzione della pila, il primo generatore artificiale di corrente continua nella storia dell’umanità: “Questo è un gran passo da me fatto sulla fine del 1799, passo che mi ha condotto ben tosto alla costruzione del nuovo apparato scuotente, […]; il quale ha cagionato tanto stupore a tutti i Fisici; a me grande soddisfazione, ma stupore non molto dopo l’anzi detta scoperta, che mi promettea bene un tal successo”. La pila era costituita essenzialmente da una colonna di vari elementi conduttori (dischi di rame o preferibilmente argento) sovrapposti e alternati che si intervallano con altrettante componenti di zinco o stagno con in mezzo un liquido con caratteristiche di ottimo conduttore (es. feltro imbevuto di acqua salata). Collegando un filo elettrico alle due estremità, si creava un circuito in cui passava corrente continua generata dalla reazione chimica, senza che questa fosse caricata prima per mezzo di elettricità estranea. Un disco di rame, il conduttore centrale e il disco di stagno rappresentavano l'elemento voltaico nel suo insieme. Il successivo articolo pubblicato sulle pagine della rivista scientifica Philosophical Transaction con il titolo On the Electricity excited by the mere Contact of conducting Substances of different Kinds, in pratica consacrò il genio dello scienziato comasco, certificandone al contempo la paternità della pila. L’invenzione della pila e gli studi prodotti, valsero a Volta fama e onori internazionali. Nel novembre 1801, in una seduta plenaria dell'Institut de FranceVolta presentò la “pila” a Napoleone Bonaparte che, ammirato per l'invenzione, propose all'Accademia di onorare Volta della medaglia d'oro. Negli tanni tra il 1802-1810, sempre per volere di Napoleone, seguirono altri importanti riconoscimenti e nomine: membro straniero dell'Institut de France; membro del Congresso di Lione per la Repubblica Cisalpina; membro dell'Istituto lombardo di scienze e lettere; membro della Legion d'onore; Senatore del Regno d'Italia e Conte del Regno d'Italia. Negli anni precedenti l’invenzione della pila, Volta, dopo avere ricevuto l’incarico di Soprintendente e Reggente alle Regie Scuole di Como, mise a punto la sua prima notevole invenzione: l’elettroforo perpetuo costituito da un disco con un manico perpendicolare idoneo a impugnarlo, in grado di fornire elettricità senza bisogno di un continuo strofinio, il cui uso entrò ben presto entrò in tutti i laboratori scientifici europei.

Con la nomina alla cattedra di Fisica Sperimentale presso il Regio Ginnasio di Como, Volta s’interessò anche ai gas e nel 1776 scoprì le caratteristiche e le potenzialità del metano (bollicine di aria infiammabile nativa delle paludi), ancor’oggi tra i gas più impiegati nelle svariate attività umane. Durante gli studi sulle aree infiammabili, costruì una piccola bombarda, la pistola elettroflogopneumatica in cui inserire aria infiammabile mescolata in giusta dose con aria deflogisticata (ossigeno) che potesse spingere fuori una palla di piombo, proprio come un comune archibugio. Negli anni tra il 1778-1800 divenne professore di Fisica sperimentale e direttore del "Gabinetto di fisica" all’Università di Pavia. In quel periodo, inventò l’elettroscopio condensatore, strumento di misura estremamente sensibile che serviva per accumulare al suo interno energia elettrica. Tornato a Como per vivere gli ultimi anni in compagnia della famiglia, Volta morì all’età di 82 anni, legando per sempre il suo nome a quello dell’elettricità che nel Volt ha l’unità di misura della tensione elettrica, unica unità di misura dedicata a un italianoLa sua pila diede grande impulso alla fisica e alla chimica dell’Ottocento e segnò l’inizio della moderna era dell’elettricità che rivoluzionò il mondo al punto che Albert Einstein considerava l'invenzione come la "base fondamentale di tutte le invenzioni moderne".

http://www.lombardiaquotidiano.com/notizia/alessandro-volta-il-genio-della-fisica-che-220-anni-fa-invent%C3%B2-la-pila

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