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giovedì 25 marzo 2021

Lo Sapevate Che: Istituita l’Accademia della Crusca nel 1585, 436 anni fa: Da oltre quattro secoli la massima istituzione linguistica italiana, ogni suo parere sulla grammatica e sul lessico della “lingua del sì” è vangelo!

 

Storia dell'Accademia

Le tappe fondamentali del lungo cammino dell’Accademia, dal 1583 (anno della sua stabile costituzione) fino ad oggi, con particolare attenzione alle cinque edizioni del Vocabolario degli Accademici, che hanno scandito le varie tappe del faticoso cammino verso la lingua nazionale.

 

I primordi e la fondazione

Il primo Vocabolario

La seconda edizione

La terza edizione

La quarta edizione

La quinta edizione

La storia recente

L’Accademia oggi

Curiosità

Primordi e fondazione

I primordi dell'Accademia della Crusca risalgono al decennio 1570-1580 e alle riunioni di un gruppo di amici che si dettero il nome di "brigata dei crusconi". Già con la scelta di questo nome manifestarono la volontà di differenziarsi dalle pedanterie dell'Accademia fiorentina, alle quali contrapponevano le cruscate, cioè discorsi giocosi e conversazioni di poca importanza.

Già da questi primissimi anni di attività non erano comunque del tutto assenti intenzioni letterarie, con dispute e letture di un certo impegno culturale, rivolte in particolar modo verso opere e autori volgari. Vengono tradizionalmente indicati come i fondatori della Crusca Giovan Battista Detiil SolloAnton Francesco Grazziniil LascaBernardo Canigianiil GramolatoBernardo Zanchiniil MaceratoBastiano de’ Rossil’Inferigno, cui si aggiunse nell’ottobre 1582 Lionardo Salviatil’Infarinato, che dette la spinta decisiva verso la trasformazione degli intenti dell’Accademia e indicò il ruolo normativo che da quel momento in poi avrebbe assunto.

Lo stesso Salviati dette nuovo significato al nome di Crusca, fissando l’uso della simbologia relativa alla farina e attribuendo all’Accademia lo scopo di separare il fior di farina (la buona lingua) dalla crusca, secondo il modello di lingua già promulgato dal Bembo (1525) e ripresi poi dallo stesso Salviati che prevedeva il primato del volgare fiorentino, modellato sugli autori del Trecento.

La prima adunanza in cui si cominciò a parlare di leggi e statuti dell’Accademia avvenne il 25 gennaio 1583, ma la cerimonia inaugurale dell’Accademia si svolse due anni dopo, il 25 marzo del 1585. Nel 1589, anno della morte del Salviati, furono istituite le attribuzioni dell’arciconsolo, dei consiglieri, dei censori, del castaldo, del massaio e del segretario e nel 1590 si scelse come simbolo dell’Accademia il frullone, lo strumento che si adoperava per separare il fior di farina dalla crusca, e come motto il verso del Petrarca “il più bel fior ne coglie”.

Si stabilì anche che tutti gli oggetti e la mobilia dell’Accademia dovessero avere nomi attinenti al grano, alla crusca, al pane, compresi gli stemmi personali degli accademici, pale di legno in cui era dipinta un’immagine simbolica accompagnata dal nome accademico e dal motto scelto.

Il primo vocabolario


Il primo Vocabolario

Sempre intorno al 1590 l’attività dell’Accademia iniziò ad essere concentrata nella preparazione del Vocabolario: i primi autori ad essere spogliati furono Dante nella Divina Commedia, Boccaccio nel Decameron, e Petrarca nel Canzoniere e i criteri di scelta degli autori citati vennero stabiliti coerentemente al fine che i vocabolaristi si proponevano: mostrare e conservare la bellezza del fiorentino trecentesco.

La maggior parte degli spogli quindi interessò testi, non solo letterari, fiorentini del Trecento, ma non mancarono aperture verso autori successivi (tra i quali Lorenzo de’ Medici, Berni, Machiavelli, Salviati stesso) e verso autori non fiorentini (Bembo, Ariosto). Furono affrontate anche questioni di metodo, in particolar modo sul trattamento delle voci dell’uso, di cui non si trovassero attestazioni antiche, e sul problema dell’inserimento delle etimologie: per le prime si stabilì di allegare esempi tratti da autori moderni fino a Monsignor della Casa, per le etimologie venne data l’indicazione di considerare solo quelle “che abbiano gentilezza e sieno a proposito”; in tutti e due i casi si rimandava comunque al giudizio dei Deputati per il Vocabolario, una commissione di quattro accademici - Carlo Macinghi, Francesco Marinozzi, Piero Segni e Francesco Sanleolini - nominati nel 1597 proprio per affrettare e facilitare il lavoro di redazione del Vocabolario.

Anche nella compilazione furono seguiti gli stessi criteri, per cui gli scrittori fiorentini del Trecento vennero citati per primi, dove era possibile con un esempio di prosa e uno di poesia, dei non fiorentini si scelsero le parole più belle e di matrice fiorentina, dei contemporanei le voci dell’uso.

Il Vocabolario degli Accademici della Crusca fu stampato a Venezia e uscì nel 1612, suscitando immediatamente grande interesse e altrettanto accese dispute riguardo ai criteri adottati; in particolare, a molti non piacque l’aperto fiorentinismo arcaizzante proposto dal Vocabolario, che comunque rappresentò per secoli, in un’Italia politicamente e linguisticamente divisa, il più prezioso e ricco tesoro della lingua comune, il più forte legame interno alla comunità italiana, quindi lo strumento indispensabile per tutti coloro che volevano scrivere in buon italiano.
Ebbe grande fortuna in tutta Europa e divenne modello di metodo lessicografico per le altre accademie europee nella redazione dei vocabolari delle rispettive lingue nazionali.

Primordi e fondazione

La seconda edizione

 

La seconda edizione

La seconda edizione del Vocabolario apparve nel 1623, sempre a Venezia, a cura di Bastiano de’ Rossi. Rispetto alla prima non ci furono modifiche o aggiunte di grande rilievo, le dimensioni del vocabolario rimasero le stesse (sempre un unico volume) anche se vennero inseriti tra i citati le Rime di Michelangelo, le Lettere del Tolomei, le poesie del Guarino, i Beoni di Lorenzo de’ Medici, le opere di Ludovico Martelli, il Demetrio del Segni e le rime burlesche di Luca Martini.

La terza edizione

La terza edizione, uscita nel 1691 e per la prima volta stampata a Firenze (dopo le prime due edizioni stampate a Venezia) con dedica a Cosimo III de’ Medici, costituisce, sotto diversi punti di vista, un’opera non solo accresciuta quantitativamente (tre volumi), ma anche rinnovata qualitativamente: alla sua lunga compilazione (i lavori iniziarono nel 1648) parteciparono anche uomini di scienza come Redi e Magalotti; Leopoldo de’ Medici, fondatore dell’Accademia del Cimento e protettore dell'Accademia della Crusca, dette il suo personale contributo raccogliendo termini tecnici di arti e mestieri che, per la prima volta, faranno la loro timida apparizione tra le voci del Vocabolario insieme agli astratti verbali, ai diminutivi, ai superlativi e agli accrescitivi. Per questa edizione furono spogliati una cinquantina di autori antichi e altrettanti moderni tra cui il Tasso, il Segneri, il Pallavicino, sempre citati in mancanza di attestazioni antiche o per dimostrare l’effettivo uso di una parola.

Durante i lavori di preparazione della terza impressione un altro importante progetto, non andato a buon fine, fu intrapreso dal Dati: l’approntamento di un dizionario etimologico della lingua italiana per il quale furono preparate molte schede con la collaborazione anche del Redi, ma il cui completamento fu preceduto dalla pubblicazione, tra il 1666 e il 1669 delle Origini della lingua italiana del francese Gilles Ménage.
Anche questa impresa sarebbe dovuta rientrare nel programma dell’Accademia della Crusca di fornire nuovi strumenti di chiara marca fiorentina, ma quando fu evidente che il progetto della Crusca non era destinato alla riuscita, molto del materiale raccolto fu mandato a Parigi e Ménage si avvalse quindi di un considerevole contributo italiano; in particolare arrivarono le etimologie redatte dal Redi che riguardavano principalmente la terminologia di medici e speziali, secondo gli interessi e le competenze specifiche dell’autore.

La seconda edizione

La quarta edizione


 La quarta edizione

La quarta edizione del Vocabolario della Crusca apparve in Firenze, stampata da Domenico Maria Manni in sei volumi, dal 1729 al 1738 e dedicata a Gian Gastone de' Medici. Era stata iniziata già nel 1696 e vi lavorarono in molti tra cui il Salvini, il Bottari che ne scrisse la prefazione, Rosso Antonio Martini, Andrea Alamanni; fu ampliata la serie dei citati con Sannazaro, Cellini, Menzini, Lorenzo Lippi e molti altri e furono date più rigorose norme per gli spogli, in particolare vennero controllate le citazioni che erano state prese da testi a penna o da edizioni ritenute non corrette. Anche questa edizione non mancò di provocare discussioni e critiche e, anche per soddisfare le richieste del pubblico, lo stesso Manni nel 1739 compendiò il Vocabolario che vide ristampe private due a Venezia (a cura di Francesco Pitteri nel 1741 e nel 1763) e una a Napoli (a cura di Pasquale Tomasi nel 1746) con alcune aggiunte. Le critiche più aspre riguardavano l’atteggiamento della Crusca di volersi arrogare il diritto di legiferare in materia di lingua e di canonizzare voci e locuzioni arcaiche a scapito della lingua viva.

Le polemiche contro la Crusca e l’inattività delle tre accademie fiorentine, della Crusca, Fiorentina e degli Apatisti contribuirono a determinare la decisione che Pietro Leopoldo prese nel 1783 di accorpare le tre istituzioni, in una sola, detta Accademia Fiorentina. In questa occasione il patrimonio della 
biblioteca e quello dell'archivio della Crusca passarono alla Biblioteca Magliabechiana.

 La quinta edizione

L’Accademia della Crusca, come istituzione autonoma, sarà ricostituita nel 1811 con tre scopi prioritari: la revisione del Vocabolario, la conservazione della purità della lingua, l’esame delle opere presentate al concorso letterario indetto tra il 1809 e il 1810.

Nel 1812 furono nominati i nuovi accademici e fu introdotta la distinzione tra residenti e corrispondenti, furono eletti presidente Pietro Ferroni e segretario Lorenzo Collini; nello stesso anno furono presi in esame i progetti che erano stati presentati in passato da Rosso Antonio Martini e da Ildefonso Fridiani per la nuova edizione del Vocabolario.

Il frutto dei lavori preparatori alla successiva edizione fu raccolto nella pubblicazione del Prospetto degli oggetti da aversi di mira per la quinta impressione del Vocabolario del 1813, da cui però non emergevano segnali di significativi cambiamenti rispetto all’edizione precedente.

Una scossa notevole all’impostazione dei criteri da seguire per la nuova edizione fu data dalla Proposta di alcune correzioni ed aggiunte al Vocabolario della Crusca di Vincenzo Monti il cui primo volume uscì nel 1817: le dure critiche del Monti che notava la mancanza di voci relative ad arti e scienze, la presenza di molte parole errate, arcaiche, troppo esclusivamente fiorentine, indussero gli accademici a ripensare con maggiore attenzione la tavola degli autori citati.

Nel 1833 le commissioni che lavorano al Vocabolario sono quattro: una per i termini latini e greci da apporre in corrispondenza alle voci italiane, una per i termini di scienza, una per l’esame e la correzione delle “teoriche grammaticali”, e una per la revisione degli spogli, per le aggiunte e le correzioni. Il metodo di lavoro adottato si dimostrò però estremamente lento, tanto che fra il 1838 e il 1839 intervenne direttamente il Granduca Leopoldo per tentare di sveltire le operazioni: si fissarono due sedute settimanali e si decise di pubblicare il Vocabolario a fascicoli.

Nel 1843 fu pubblicata la prima dispensa e tra il 1844 e il 1851 apparvero solo altri quattro fascicoli. La compilazione della lettera A fu completata soltanto nel 1854 e, vista la lentezza dei lavori, si ripensarono nuovamente i criteri e si stabilì di formare un Glossario in cui dovevano confluire tutte le “parole e locuzioni antiquate, straniere, corrotte e incerte della nostra lingua” e di inserire l’etimologia al posto delle voci latine o greche.

Il primo volume uscì nel 1863 con dedica a Vittorio Emanuele II e i successivi, con cadenza non sempre regolare, fino al 1923, anno che vide l’interruzione dell’opera alla lettera O (l’ultima voce registrata è ozono).

 

Gli accademici avevano lavorato anche alla parte finale del lemmario e le schede preparatorie delle parole dalla lettera P alla lettera Z, alcune anche molto ricche e già a un buon punto di elaborazione, sono conservate nell’Archivio Storico dell’Accademia.

La storia recente

Il 1923 rappresenta l’inizio di profondi cambiamenti nell’attività e nelle funzioni che fino ad allora la Crusca aveva svolto: in quell’anno infatti l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile dispose, con il Regio Decreto dell'11 marzo 1923, il nuovo ordinamento dell’Accademia che prevedeva l’interruzione della compilazione e della stampa del vocabolario, di fatto quindi la soppressione della secolare attività lessicografica. Con un altro decreto del 1937 fu istituito presso l’Accademia un Centro di studi di filologia italiana “con lo scopo di promuovere lo studio e l’edizione critica degli antichi testi e degli scrittori classici della letteratura italiana dalle origini al secolo XIX”.

Il progetto di riprendere i lavori di compilazione di un nuovo Vocabolario riprese nel 1955 a seguito dell’invito rivolto all’Accademia della Crusca, in occasione del primo Congresso internazionale di studi italiani che si era riunito a Cambridge nell’agosto del 1953, di dedicarsi agli studi preparatori alla pubblicazione di un grande Vocabolario storico della lingua italiana; di fondamentale impulso alla ripresa dei lavori fu la Relazione all’Accademia della Crusca sul Vocabolario della lingua italiana di Giovanni Nencioni. Dal 1963, con l’elezione di Giacomo Devoto a presidente dell’Accademia, iniziò la fruttuosa collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche che permise, attraverso un primo stanziamento, di avviare l’Opera del Vocabolario. Il 31 ottobre 1964 il presidente Giacomo Devoto annunciò ufficialmente che i lavori preparatori per la ripresa della secolare attività lessicografica dell’Accademia erano in corso di attuazione e, dal febbraio del 1965, fu tenuto un primo corso di preparazione per i futuri compilatori sotto la direzione di Aldo Duro.

All'interno dell'Accademia fu avviato anche il progetto del Vocabolario Giuridico Italiano (assorbito poi nell’ex Istituto per la Documentazione Giuridica, oggi 
Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica), e furono aperte collaborazioni col Lessico Intellettuale Europeo e col Vocabolario Rosminiano. Nel 1971 si svolse, per iniziativa dell'Accademia una tavola rotonda internazionale sui problemi della lessicografia, alla quale portarono il loro contributo rappresentanti del Trésor de la langue française, del Dizionario inglese di Oxford, del Vocabolario tedesco, sezione di Gottinga, del Seminario di lessicografia spagnola di Madrid, del Vocabolario di antico scozzese di Edimburgo, del Vocabolario dell’antico rumeno di Bucarest, del Vocabolario dell’Accademia svedese di Lund e dell’Istituto di lessicografia olandese di Leida. Fu l'occasione per instaurare rapporti tra i molti partecipanti e porre le premesse per collaborazioni e scambi futuri che infatti sono state mantenuti e, in alcuni casi, estesi.

La grande innovazione di questo progetto era contenuta però nell’obiettivo cui mirava il nuovo grande Vocabolario che, come indicò lo stesso Devoto (nel suo discorso tenuto durante una seduta pubblica nella sala delle conferenze dantesche del Palagio dell’Arte della Lana), a differenza dell’antico, non avrebbe dovuto corrispondere alle esigenze intellettuali e stilistiche di una ristretta società colta, né limitarsi a rispecchiare uno scelto canone di autori classici depositari della lingua pura e dello scrivere corretto, ma documentare la formazione storica e lo sviluppo della lingua nazionale in tutti i suoi aspetti e applicazioni e livelli, dai letterari agli scientifici, dai pratici e tecnici ai familiari; rivolgersi insomma a un’intera società intellettualmente, socialmente e tecnicamente rinnovata e costituire uno strumento di lavoro e di indagine per quanto possibile compiuto, e aperto alla comprensione storica e alla funzionalità operativa di ogni settore dell’attività umana.

Questo immane progetto si scontrò purtroppo con enormi difficoltà economiche, per cui fu deciso di concentrare le risorse in un’impresa lessicografica limitata all’italiano medievale che prese il nome di 
Tesoro della lingua italiana delle origini (TLIO). Nel 1982 scadde definitivamente la convenzione tra la Crusca e il CNR e dal gennaio 1983 fu costituito all’interno del CNR un Centro di studi denominato “Opera del Vocabolario italiano”, dal 2001 divenuto Istituto del CNR, distinto dall’Accademia, ma che condivide con questa la sede nella Villa di Castello e che naturalmente usufruisce dell’indispensabile patrimonio librario e archivistico dell’Accademia.

La quinta edizione

L'Accademia oggi


L'Accademia oggi

Liberata nel 1923 dall’impegno propriamente lessicografico, l’Accademia ha potuto da allora dedicarsi ad un’ampia attività di ricerca, di edizioni e di consulenza intorno all’italiano, percorrendo strade nuove sui fronti grammaticale, lessicologico e filologico.

Oggi l’Accademia della Crusca è il più importante centro di ricerca scientifica dedicato allo studio e alla promozione dell’italiano: si propone in particolare l’obiettivo di fare acquisire e diffondere nella società italiana, specialmente nella scuola, e all’estero, la conoscenza storica della lingua nazionale e la coscienza critica della sua evoluzione attuale nel quadro degli scambi interlinguistici del mondo contemporaneo.

L’Accademia prosegue la propria attività editoriale, mette a disposizione del pubblico una Biblioteca specialistica e il proprio Archivio, intrattiene rapporti internazionali con istituzioni analoghe, organizza incontri, seminari e convegni sull’italiano, svolge un ruolo attivo nel campo della politica linguistica europea (in particolare con il progetto “Firenze, Piazza delle Lingue d’Europa”). Offre al pubblico un servizio di consulenza linguistica e conserva una ricca collezione di oggetti d’arte, tra cui le famose “pale”, dipinti su tavola nei quali sono raffigurati gli emblemi degli Accademici

L’Accademia ha sede a Firenze nella Villa Medicea di Castello. Il sito web (www.accademiadellacrusca.it) è un portale interamente dedicato alla lingua italiana.

https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/laccademia-oggi/6988

 

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