Anna Magnani, 64 anni fa l’Oscar
Il 21 marzo 1956 vinse la statuetta
per "La rosa tatuata" con Burt Lancaster. L'unica attrice italiana
premiata per un film americano. Oggi una nuova biografia la celebra. Immagini e
aneddoti di una grande attrice e di una grande donna tra pubblico e
privato (E.B.)
Era il 21 marzo 1956 quando Anna Magnani vinse il premio Oscar come
migliore attrice protagonista per La rosa tatuata di
Daniel Mann con Burt Lancaster. Fu la
prima e tutt’ora l’unica attrice italiana ad aver ricevuto la statuetta più
ambita nel mondo del cinema per l’interpretazione in un film americano. Quella
sera non partecipò alla cerimonia delle stelle, rimase a Roma ad accudire Luca,
il figlio malato. Erano le 5.30 del mattino quando la chiamarono al telefono
per darle la notizia. Sono trascorsi 60 anni dal quel giorno e Anna Magnani
rimane ancora oggi l’attrice più importante del nostro cinema. In occasione
dell’anniversario, il 28 gennaio uscirà nelle librerie Anna Magnani. Biografia di una donna di Matteo Persica
(Odoya), mentre il 21 marzo verrà organizzata una mostra alla Casa del cinema
di Roma e consegnato a Valeria Golino il
“Premio Anna Magnani”, giunto alla terza edizione.
Molti libri sono stati
scritti su “Nannarella”, sull’attrice “popolana” che però aveva studiato al
liceo e al conservatorio, che aveva come amico Tennessee Williams e
non se la mandava a dire da Marlon Brando,
sull’attrice dal cattivo carattere che ha lasciato il segno con
l’indimenticabile corsa in Roma città aperta di Roberto Rossellini. Il testo di Persica
racconta soprattutto della Magnani donna che fa il lavoro
di attrice. Un racconto in prima persona, quasi si trattasse di
un’autobiografia postuma, che l’autore ha messo insieme nel corso di otto anni,
facendo il topo da biblioteca e intervistando testimoni che l’hanno conosciuta,
come la governante ai tempi di Roma città aperta,
la cugina che viveva ad Alessandria d’Egitto, lo scenografo Osvaldo Desideri o
Claretta Carotenuto (figlia dell’attore Mario) che conserva il primo dono che
le fece Anna: un orsacchiotto di peluche.
Il viaggio di 400 pagine
ci culla tra le parole di “Mamma Roma”, si soffermano “sulle debolezze, la
forza, le incertezze, le paure di una persona in conflitto con se stessa –
afferma l’autore – che soffriva per la sua grandezza incompresa. Era troppo
grande per un corpo così piccolo. Era tanto, forse troppo”. Era l’attrice che veniva dipinta con un brutto carattere. Oriana Fallaci, in una delle sue interviste, la
descriveva semplicemente come “una donna di carattere”. E’ stata questa la sua
arma invincibile e la sua sventura. Forse perché è riuscita a rimanere se
stessa che fu snobbata dal mondo del cinema dopo l’Oscar. “Non era capace di
scendere a compromessi – dichiara Persica – ha pagato caro la sua
autonomia”. Era più amata dal pubblico e all’estero che
dal cinema italiano. “Dopo la vittoria dell’Academy Award
ricevette più telegrammi da fuori che dall’Italia”, rivela Persica. Come
dichiarò alla Fallaci nel mondo dello spettacolo “si adorano tutti, e poi se
potessero si infilerebbero un coltello nel cuore”.
Era la parte femminile e
maschile della famiglia, Anna non credeva nel grande amore, ma “in piccoli e pochi
amori”, probabilmente l’unico grande amore della sua vita è stato il figlio
Luca. Di sicuro adorava gli animali che per certi versi considerava migliori
degli uomini. Insomma era prima di tutto una donna e poi un’artista, non
semplicemente un’attrice, che sapeva ciò che voleva. Era “la donna più
misteriosa e più chiara che la mitologia del cinematografo abbia inventato”,
scriveva sull’Europeo Oriana Fallaci.
Impossibile darle torto.
https://www.iodonna.it/attualita/costume-e-societa/2016/01/21/anna-magnani-60-anni-fa-loscar/
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