Spiriti e
catene
Ehrich Weisz - questo è il primo nome di
Harry Houdini, uno dei più grandi illusionisti di sempre - nasce il 24 marzo
1874 a Budapest (Ungheria).
Tra i molti prestigiatori che si
sarebbero interessati allo spiritismo e avrebbero contribuito a svelarne
i trucchi, il più famoso è senza dubbio lui, Houdini, il cui
nome è sinonimo di magìa.
All'età di quattro anni si trasferisce
con la famiglia negli Stati Uniti: in tale occasione la scrittura dei nomi
viene modificata per essere resa più semplice ad una lettura
"anglosassone", così il nome del piccolo Ehrich Weisz diventa Erik Weiss.
La famiglia si stabilisce pprima ad Appleton, nel Wisconsin, dove il padre
Mayer Samuel Weiss presta servizio nella locale congregazione ebraica riformata
in qualità di rabbino. Poi nel 1887 Mayer si trasferisce a New York solo con il
piccolo Erik; qui vivono in una pensione sulla 79ma strada, fino a quando la
famiglia non sarà in grado di riunirsi in un alloggio definitivo.
Erik diviene un illusionista
professionista nel 1891: sceglie il nome d'arte di Harry Houdini, come tributo
al mago francese Jean Eugène Robert-Houdin. Due anni più tardi riesce
nell'intento di far diventare Harry Houdini il proprio nome legale.
Nel 1893 conosce Wilhelmina Beatrice
Rahner (in arte Bess), illusionista di cui Houdini si innamora. Dopo un
corteggiamento durato tre settimane la sposa: Bess sarà la sua personale
assistente di scena per tutto il resto della carriera.
Houdini inizialmente studia i giochi di
carte e le arti illusionistiche tradizionali, autoproclamandosi "re delle
carte". La grande occasione arriva nel 1899 quando incontra lo showman
Martin Beck. Beck rimane impressionato da un numero in cui Houdini si libera da
un paio di manette, tanto che gli consiglia di concentrarsi sullo studio di
quella tipologia di numeri, inserendo i suoi spettacoli in un circuito di
spettacoli di varietà. Nel giro di pochi mesi Houdini si esibisce nei teatri
più rinomati degli Stati Uniti e nel 1900 viene chiamato ad esibirsi in Europa.
Dopo quattro anni torna negli Stati
Uniti. E il suo nome è già leggenda.
Si esibisce fino agli anni '20 in tutti
gli Stati Uniti, mostrando la sua straordinaria abilità nel liberarsi di
manette, catene, corde e
camicie di forza, spesso penzolando da una corda, o immerso nell'acqua, o sotto
gli occhi del pubblico.
Il suo numero più famoso è forse la
"cella della tortura cinese dell'acqua", presentato a partire dal
1913, un numero in cui Houdini rimane sospeso a testa in giù, in una cassa di
vetro e acciaio, piena d'acqua e chiusa a chiave.
Sempre negli anni '20 pubblica alcuni
libri in cui svela i suoi trucchi:
molti lucchetti e molte manette - spiega - possono venire aperti solo
applicando ad essi una forza sufficiente in un modo piuttosto particolare,
altri invece possono venire aperti con l'aiuto delle stringhe delle scarpe.
Altre volte Houdini usava chiavi o bastoncini opportunamente nascosti. Era in
grado di fuggire da un barile per il latte riempito d'acqua il cui tappo era
legato ad un collare da lui indossato, perché il collare poteva essere staccato
dall'interno. Quando era legato da corde o
da una camicia di forza, riusciva a crearsi uno spazio per muoversi dapprima
allargando spalle e torace, poi allontanando appena le braccia dal corpo e
quindi disarticolando le spalle.
Il suo numero della camicia di forza
inizialmente veniva eseguito dietro un sipario, da cui il mago balzava fuori
nuovamente libero; poi Houdini avrebbe realizzato che senza il sipario il
pubblico sarebbe rimasto più affascinato dalla sua personale lotta per
liberarsi.
Benché non fosse facile, l'intero
spettacolo di Houdini - compresi i numeri di evasione - veniva eseguito anche
dal fratello Theo Weiss, in arte Hardeen. La grande differenza tra i due era
nel numero della camicia di forza: Houdini disarticolava entrambe le sue spalle
per uscirne, Hardeen era in grado di disarticolarne una sola.
Dopo la morte della madre cui era molto
legato, negli anni '20 si interessa allo spiritismo, rivolgendosi a vari medium
per cercare di mettersi in contatto con lei. Dopo aver presto scoperto che chi
avrebbe dovuto aiutarlo in realtà cercava di imbrogliarlo, Houdini ingaggiò una
vera e propria crociata furente contro lo spiritismo, tanto che dopo pochi
anni, contribuirà in modo decisivo al declino e al discredito del movimento.
Houdini era solito recarsi nelle città
in cui doveva tenere qualche spettacolo con uno o due di giorni di anticipo;
indossando un travestimento faceva visita ai medium più famosi della città e
chiedeva di contattare famigliari mai esistiti. Appena i medium cominciavano a
raccontare dettagli su questi parenti immaginari Houdini li registrava come
ciarlatani. Poi, la sera dello spettacolo, Houdini rivelava le sue visite ai
medium della città e raccontava per filo e per segno gli imbrogli di cui era
stato vittima.
Houdini entrerà a far parte anche del
comitato di indagine sui fenomeni paranormali dello "Scientific
American" (una delle più antiche e prestigiose riviste di divulgazione
scientifica), posizione che gli darà modo di esaminare molti medium (tra cui
Nino Pecoraro, Margery e George Valiantine): diversi saranno i sotterfugi che
scoprirà, usati per simulare fenomeni spiritici.
Per qualche anno Houdini intreccia
un'amicizia con lo scozzese Arthur Conan Doyle;
la moglie di quest'ultimo inizia a sostenere di aver ricevuto un messaggio
dalla madre di Houdini: il messaggio sarebbe stato in lingua inglese, mentre la
madre si esprimeva solo in ungherese; c'erano dei riferimenti al cattolicesimo,
mentre lei era ebrea; infine il messaggio non conteneva particolari che solo il
figlio poteva conoscere. Dopo questo episodio l'amicizia tra i due si raffredda
fino a terminare. Conan Doyle rimane profondamente offeso ma Houdini di lui
scriverà: "è un brav'uomo, molto brillante ma è maniacale quando si
parla di spiritismo. Non essendo iniziato al mondo del mistero, non essendogli
mai stati insegnati gli artifici della prestidigitazione, guadagnare la sua
fiducia e ingannarlo era la cosa più semplice del mondo per chiunque".
In seguito alla rottura dell'appendice,
Harry Houdini muore di peritonite all'età di 52 anni, il 31 ottobre 1926,
nella notte di Halloween.
Due settimane prima aveva subito un
grave colpo all'addome, causato da uno studente di boxe della McGill University a Montreal. Questi lo
andò a trovare nel suo camerino per mettere alla prova i suoi leggendari
addominali; Houdini normalmente permetteva questo tipo di approccio, ma quella
volta venne colto di sorpresa dal pugno del ragazzo e non ebbe il tempo di
preparasi a ricevere il colpo.
Sarebbe poi venuto alla luce che non fu
solo il colpo a provocare la morte dell'illusionista.
Dopo i funerali (tenutisi il 4 novembre
a New York) a cui partecipano oltre duemila persone, la salma di Houdini viene
sepolta accanto a quella dell'adorata madre, al Machpelah Cemetery nel
quartiere Queens: il simbolo della Society of American Magicians è scolpito
nella pietra.
Houdini scompare lasciando una personale
lancia a favore degli oppositori dello spiritismo: poco prima di morire fa un
patto con la moglie Bess dicendole che se fosse stato possibile l'avrebbe
contattata dall'aldilà utilizzando un messaggio in codice convenuto tra loro
due soli. Ogni notte di Halloween, per i successivi dieci anni, Bess avrebbe tenuto una
seduta spiritica per verificare tale patto. Dopo l'ennesima fallimentare
seduta, sul tetto del Knickerbocker Hotel di Los Angeles, nel 1936, Bess spegne
la candela che aveva arso accanto alla fotografia di Houdini sin dal momento
della sua morte.
Da allora sono numerosi i medium che
hanno affermato di aver ricevuto messaggi da Houdini: nessuno ad ha tuttavia
fornito la minima prova che ciò sia vero. Il giorno dell'anniversario della
morte, ogni anno, la Society of American Magicians tiene una cerimonia in
memoria di Harry Houdini che comprende una seduta spiritica per cercare di
evocare il suo spirito.
VUOI RICEVERE AGGIORNAMENTI SU HARRY
https://biografieonline.it/biografia-harry-houdini
Nessun commento:
Posta un commento