“La libertà
economica è la condizione necessaria della libertà politica.” Luigi Einaudi
Coraggioso liberista
Luigi Einaudi, il primo capo dello Stato
eletto dal Parlamento Repubblicano, è stato uno dei massimi rappresentanti
della dottrina del liberalismo economico, o liberismo, teorizzando la non
scindibilità tra libertà politica e libertà economica.
Il grande statista nacque a Carrù (Cuneo)
il 24 marzo 1874 da una modesta famiglia, originaria della valle Maira. Dopo la
morte del padre, la madre si trasferì con la famiglia a Dogliani, dove visse
per il resto dei suoi giorni.
Intanto il giovane Einaudi meritò una
borsa di studio per frequentare il ginnasio presso i padri delle Scuole Pie a
Savona, e nel 1895, a soli ventuno anni, si laureò in giurisprudenza a Torino.
Nel 1902 è già docente all'Università di Torino ed occupa la cattedra di
Scienze delle Finanze con l'incarico di Legislazione Industriale ed Economia
Politica. Due anni dopo ottiene la cattedra di Scienze delle Finanze
all'Università Bocconi di Milano.
Luigi Einaudi si dedicò nei suoi studi
alla ricerca nel campo dell'economia e della scienza delle finanze,
all'insegnamento e al giornalismo; dal 1896, infatti, collaborò con il quotidiano
torinese La Stampa, passando poi nel 1900 al già prestigioso Corriere della Sera di Milano, mentre dal 1908 diresse la rivista
Riforma sociale. Intanto, nel 1903, aveva sposato una sua allieva, Ida
Pellegrini; la loro fu un'unione felice, dalla quale nacquero tre figli.
Nel 1912 propone una nuova e
rivoluzionaria teoria finanziaria, presentata dapprima sotto forma di articoli
giornalistici e poi in un suo saggio dal titolo: "Concetto di reddito
imponibile e sistema di imposte sul reddito consumato". La rivoluzione
fiscale, poi attuata, consiste nel far prelevare dallo Stato a tutti i
cittadini un'imposta comunale di famiglia in base al reddito prodotto dai
salari, o dalle attività, o dagli immobili o altro, applicando un'aliquota.
Questa sua idea porterà alla dichiarazione annuale delle imposte sui redditi
delle persone fisiche, l'attuale 740.
Tra le opere pubblicate nel primo
periodo merita ricordare: "Studi sugli effetti dell'imposta" (1902),
"La finanza sabauda all'aprirsi del secolo XVII" (1908), "Intorno
al concetto di reddito imponibile e di un sistema di imposte sul reddito
consumato" (1912), "La terra e l'imposta" (1924),
"Contributo alla ricerca dell' "ottima imposta"" (1929).
Luigi Einaudi venne nominato Senatore
del Regno nel 1919, su proposta di Giovanni
Giolitti, e al Senato fu uno dei più tenaci
sostenitori della necessità di abbandonare ogni forma di socialismo di stato
che si era infiltrato nella vita economica italiana durante la prima guerra mondiale; queste idee furono ampiamente esposte nel libro
"La condotta economica e gli effetti sociali della guerra italiana",
1933. Inizialmente Einaudi guardò con speranza al programma economico del
fascismo, ma già prima della marcia su Roma (ottobre 1922) prese posizione contro la
ventilata dittatura, e nel 1927 lasciò il Corriere della Sera che era passato sotto il controllo del regime.
Nel 1935 le autorità fasciste fecero
chiudere la rivista Riforma Sociale, e l'anno successivo Einaudi dette vita
alla Rivista di storia economica (1936 - 1943). Dopo il 25 luglio, l'insigne
economista fu nominato rettore dell'università di Torino, ma con la
proclamazione della Repubblica Sociale di Salò dovette abbandonare questo incarico e rifugiarsi
in Svizzera.
Alla fine del 1944 rientrò a Roma e il 5
gennaio 1945 venne nominato governatore della Banca d'Italia, dove ebbe modo di
dimostrare le sue altissime capacità di statista. Nel 1946 fu eletto deputato
all'Assemblea costituente per il Partito Liberale Italiano, e dal 31 maggio 1947
fece parte del Governo quale vice Presidente e ministro del Bilancio,
provvedendo alla stabilizzazione della lira mediante una severa politica di
restrizione creditizia.
Il 10 maggio 1948 venne eletto
Presidente della Repubblica, e alla scadenza del mandato (25 aprile 1955)
rientrò a far parte del Senato.
Nel mese di giugno del 1955,
l'università inglese di Oxford gli conferì la laurea honoris causa e ne tracciò
questo sintetico ma eloquente profilo: "Luigi Einaudi ha fatto molto per
la salvezza del suo Paese. Egli è oggi la più rispettata di tutte le figure
d'Italia, e agli occhi degli stranieri simboleggia il risorgere di un Paese
che, dopo vent'anni di dittatura ed i grandi disastri della guerra, ha
ritrovato il suo posto onorevole fra le nazioni libere del mondo".
Il Presidente fu anche uno dei primi e
più convinti sostenitori della necessità di creare l'Europa unita e,
avversario di ogni forma di monopolio, si schierò in particolare contro quello
statale nel settore della scuola.
Luigi Einaudi morì a Roma il 30 ottobre
1961 e fu sepolto nella tomba di famiglia a Dogliani, il paese nel quale amava
passare le vacanze e discorrere con la gente dei problemi quotidiani. Fra le
altre cose che vanno dette, bisogna ricordare che Luigi Einaudi si è sempre
dedicato personalmente alla conduzione della sua azienda agricola presso
Dogliani, applicandovi i più moderni sistemi colturali.
Per i suoi altissimi meriti gli sono
stati conferiti ampi riconoscimenti, tra i quali si ricordano: Socio e
Vice-Presidente della Accademia dei Lincei; Socio della Accademia delle Scienze
di Torino; Socio dell'Institut International de Statistique de L'Aja; Socio
dell'Econometric Society di Chicago; Socio onorario dell'American Academy of
Arts and Sciences di Boston; Socio dell'American Academy of Political and
Social Science di Filadelfia; Socio onorario della American Economic
Association; Socio onorario della Economic History Association di New York;
Presidente onorario della International Economic Association; Socio
corrispondente della Societè d'Economie Politique di Parigi; Vice Presidente
della Economic History Society di Cambridge; Socio corrispondente del Coben
Club di Londra; Socio corrispondente della Oesterreichische Akademie der
Wissenschaften di Vienna. Gli sono state conferite le lauree "Honoris
Causa" dalle Università di Parigi e di Algeri.
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