Pasqua a Roma:
Abbacchio alla romana: la ricetta tipica della
tradizione Pasquale laziale
L'abbacchio
alla romana, o alla giudia,
è un gustoso secondo piatto di carne a base di agnello giovane. Una pietanza
tipica della cucina laziale, che si prepara tradizionalmente a Roma, e nel
resto del Lazio, per il pranzo di Pasqua. Nell'antichità era un piatto povero,
perché la sua carne era considerata di basso livello: con il tempo, però,
l'agnello alla romana è diventata una ricetta famosa, diventando poi un piatto
della cucina tradizionale. La carne di agnello, tagliata a pezzi, sarà poi
insaporita con un trito di rosmarino, acciuga e aceto che, aggiunti a fine
cottura, renderanno la salsa dell'abbacchio molto saporita. Ecco come
realizzare questa pietanza.
Ingredienti:
Agnello giovane 1 kg., 3
acciughe sotto sale, tre rametti di rosmarino, un rametto d salvia, aceto di
vino banco q.b., ½ bicchiere di vino bianco secco, olio evo, sale, pepe.
Tagliate l'abbacchio a
pezzi regolari e di media grandezza. Sistemateli in una teglia con i rametti di
rosmarino e di salvia, 5 cucchiai di olio evo, 2 spicchi d'aglio, sale e pepe.
Cuocete l'agnello in forno già caldo a 190° per circa 50 minuti, bagnandolo
durante la cottura con il vino bianco. Nel frattempo sciacquate dal sale e tritatele
a mano o nel mortaio, con le foglie di un rametto di rosmarino e uno spicchio
d'aglio. Mettete il trito in una ciotola e stemperatelo con l'aceto, fino ad
ottenere una salsina cremosa. Togliete l'abbacchio dal forno quando sarà dorato
e ben cotto. Aggiungete la salsina che avete preparato. Mettete l'agnello in
forno ancora per qualche minuto, così da far evaporare l'aceto e servitelo con
la sua salsa.
Consiglio
Potete servite l'abbacchio alla giudia con le patate: tagliatele a spicchi,
fatele sbollentare per circa 2 minuti in acqua salata e acidulata con con un
cucchiaio di aceto. Rosolatele poi in forno con aglio, olio e rosmarino e
unitele all'abbacchio a fine cottura. In alternativa potete solo sbollentarle e
farle cuocere poi insieme all'agnello.
Pizza Cresciuta di Pasqua, ricetta
tipica di Roma e provincia
La pizza cresciuta di Pasqua è una tra le ricette più buone della
tradizione romana che, proprio perchè si tratta di ricette
della tradizione, viene realizzata solo e soltanto per Pasqua: si chiama pizza cresciuta o ricresciuta che
se originariamente veniva preparata solo in casa, oggi viene invece venduta
anche nei forni e nei supermercati.
Non è una pizza dolce e si mangia, per tradizione, la mattina di
Pasqua accompagnata dalla corallina che è il tipico salame che si mangia a Roma
durante Pasqua, alle uova sode e alla cioccolata calda. Soffice all’interno e
più dura all’esterno, la particolarità di questa pizza è di assumere un colore
scuro dopo la cottura se cotta in forno a legna o in forno non ventilato. Resta
invece simile ad un ciambellone se cotta in forno ventilato, cosa che le nonne
insegnano a non fare mai per evitare di perdere l’autenticità della ricetta. Ha
un sapore molto particolare e forte ed è per questo che si accompagna bene al
cioccolato e al salame.
Qualcuno aggiunge una serie di liquori all’impasto ma la ricetta
originale non ne prevede proprio perché si tratta di una ricetta contadina,
povera, che ai tempi che furono permetteva di utilizzare ingredienti presenti
in casa e frutto del lavoro della terra.
Nel caso in cui, mentre stai impastando ti rendi conto che l’impasto è
troppo secco, allungalo con poca acqua calda facendo attenzione a non
esagerare.
Ingredienti:
Un kg di farina, 4 uova, 200 grammi di zucchero, 1
cucchiaio di cannella1 cucchiaino di estratto di vaniglia, 100 grammi di
strutto o burro, olio di mais, 1 limone grattugiato,15 grammi di lievito di
birra fresco
3 giorni prima della preparazione mescolare 60 grammi di farina con il
lievito sciolto in 30ml di acqua tiepida. Formare una palla e lasciar riposare.
Una volta trascorso questo periodo aggiungere la farina restante, le uova,
la cannella, la vaniglia, la buccia del limone e lo zucchero e lasciar riposare
per 24 ore quindi, passato anche questo tempo, impastare accuratamente e con
forza:
Sbattere con forza l’impasto sul piano di lavoro più di una volta. Ungere
la teglia dal diametro di 30cm, versare l’impasto arrivando fino a metà in
altezza e lasciar lievitare per 5 ore in un luogo abbastanza caldo e con uno
strofinaccio a coprire il tutto.
Una volta lievitata mettere in forno caldo a 180° per 45 minuti e lasciare
dentro il forno spento fino a quando questo non si sarà raffreddato.
Pasqua nelle Marche: i Cacioni
Nelle Marche sono conosciuti con svariate denominazioni: calcioni, caciuni, cacioni, piconi, caciù e il loro nome deriva dalla gustosa caratteristica di essere ripieni di
“cacio”.Sono infatti
dei ravioloni
salati di pasta fresca farciti di formaggio pecorino e uova, ingredienti preziosi in una realtà contadina.
Un tempo le famiglie andavano incontro ai pastori che con i loro greggi attraversavano zone rurali e villaggi, barattando galline, uova, carne, frumento, vino o vino cotto per ricevere latte, formaggio o agnelli.
Un tempo le famiglie andavano incontro ai pastori che con i loro greggi attraversavano zone rurali e villaggi, barattando galline, uova, carne, frumento, vino o vino cotto per ricevere latte, formaggio o agnelli.
Il formaggio locale
per eccellenza era il pecorino e un tempo veniva usato solo quello per
realizzare questa succulenta ricetta. In seguito sono stati introdotti il
parmigiano e da alcune famiglie anche la ricotta.
Ingredienti per il ripieno:
600 grammi di
formaggio (150 grammi di pecorino secco, 150 grammi di pecorino fresco e 300
grammi di parmigiano), 5 uova
Ingredienti per la pasta
6 uova, 600
grammi di farina 00, poco olio evo
Prepariamo la
pasta versando la farina a fontana sulla spianatoia, aggiungiamo le uova e un
goccio d’olio. Impastiamo e lasciamo riposare per circa 2 ore in frigo. Prepariamo nel frattempo il ripieno impastando i formaggi con le uova e
lasciamo riposare anche questo per un’oretta in frigo.
Versiamo delle piccole
quantità del composto al formaggio e richiudiamo. Tagliamo con una rotellina
formando un raviolo abbastanza grande, sigilliamo i bordi.
Spennelliamo
con un tuorlo d’uovo e facciamo un piccolo taglietto con le forbici che
permetterà al ripieno di fuoriuscire durante la cottura.
Cuocere in
forno già caldo a 200° per circa 25 minuti.
Pasqua in Toscana:
Crostini Toscani
I crostini toscani con pâté di fegatini di pollo sono una tipica ricetta della cucina
tradizionale toscana di
cui ne rappresentano il più noto antipasto. Sono conosciuti anche come crostini
neri e, come tante ricette di origine contadina, sono soggetti a numerose
versioni e interpretazioni. La loro preparazione prevedeva l’utilizzo delle
parti povere del pollo come il fegato. Si possono trovare varianti con
l’aggiunta della milza di vitello, altre prevedono l’utilizzo di sedano, carota
e prezzemolo tritati insieme alla cipolla. Chi preferisce un gusto meno forte
può aggiungere altre parti del pollo. Il vin santo, vino liquoroso tipico
toscano utilizzato per sfumare i fegatini, può essere sostituito da vino bianco
secco ma c’è anche chi utilizza quello rosso, il marsala secco, il cognac o il
brandy. Anche sul pane ci sono diverse metodologie di consumo. Un tempo i
crostini toscani erano preparati due o tre volte al mese con il pane duro. Per
questo motivo i crostini erano intinti nel brodo o nel vin santo prima di
essere consumati e ancora oggi qualcuno osserva questa usanza.
Preparazione:
Lavate accuratamente i
fegatini. Tritate grossolanamente la cipolla e fatela rosolare in una padella
con l'olio extravergine d'oliva. Scolate bene i fegatini, tagliateli a piccoli
pezzi e uniteli alla cipolla, assieme alle foglie di salvia. Soffriggete
pochi minuti e sfumate con il vin santo. Fate evaporare a fuoco vivo.
Allungate con il brodo e
fate cuocere a fuoco basso per 30 minuti. Il sugo non deve seccarsi ma rimanere
un pochino brodoso. Pepate e regolate di sale.
Nel frattempo fate
abbrustolire le fette di pane. Inumidite con un cucchiaio di sugo di cottura.
Mettete i fegatini con
il sugo rimasto, i capperi, le acciughe e il burro in un mixer e frullate fino
a ottenere la consistenza desiderata. Spalmate il paté sulle fette di
pane.
Serviteli caldi.
La
schiacciata Pasquale Toscana
La schiacciata
Pasquale Toscana, è uno dei dolci tipici della tradizione Toscana
La
tradizione culinaria italiana è conosciuta in tutto il mondo, in Italia la
cucina è considerata un'arte e, proprio come per le altre tipologie di arte,
cucinare è un magico mix di ingredienti e di saper fare. Possiamo guardare la
cucina fiorentina proprio in questa maniera. I piatti tipici di questa
fantastica zona di Italia vengono da una lunga tradizione, fatta di pietanze
semplici e tanta fantasia.
Non
si può parlare di ricette Pasquali
Toscana senza citare il
pane, fatto in diverse forme e in tanti gusti. Comune in tutta la Toscana è il
filone da 1kg o da mezzo kg.
Questo
tipo di pane è il più usuale e non ha sale, che una volta era troppo costoso:
nel 1540 Papa Paolo III decise di riscuotere una tassa sul sale, cosa che non
piacque agli abitanti della Toscana e dell'Umbria, che hanno deciso di smettere
di usare il sale nel loro pane. Ora, sia in Toscana che a Firenze, di solito,
si mangia il un pane senza sale.
Anche
se non molto costoso, questo pane non viene mai sprecato, tanto che oggi
diverse Toscana ricette
Pasqua si basano sul pane
raffermo, usato per preparare piatti semplici come la panzanella, la pappa al
pomodoro e la ribollita. A Firenze e in tutta la Toscana si possono trovare
molte panetterie dove acquistare varie tipologie di pane, oltre che prodotti
realizzati sempre con la farina, come la schiacciata.
Questo
alimento non deve essere confuso con la schiacciata Pasquale Toscana, che invece è uno dei dolci di Pasqua tipici
della tradizione toscana. Si tratta di una sorta di panettone senza canditi,
dal gusto decisamente prelibato. Il nome, schiacciata, deriva dal fatto che,
per farlo, in passato venivano “schiacciate” molte uova. A seconda della zona
in cui lo si realizza, questo alimento viene chiamato anche pizza di Pasqua o
sportellina.
Ingredienti:
Farina tipo 00, 1,5 kg, 50 gr d lievito di birra, 750 ml di latte, 7
uova, 450 gr di zucchero, 100 gr di olio evo, 30 r d burro, rosolio di menta
50ml, aroma di firi d’arancio 1 fialetta, semi di anice 15 gr, albumi
La schiacciata di Pasqua è
una preparazione tipica pasquale della Toscana, in particolare delle città di
Pisa e Livorno. Un lievitato che ha bisogno di tempo per la preparazione:
bisognerà infatti realizzare cinque impasti, ma che non è difficile da
preparare. Come prima cosa si preparerà la "biga", cioè del
lievitino, per poi procedere con le diverse fasi di preparazione. L'impasto
viene poi arricchito con semi di anice e liquori e cotto in stampi per
panettoni: il risultato è un pan dolce dal sapore aromatico da consumare per la
colazione di Pasqua o per il picnic di Pasquetta.
Per prima cosa è necessario preparare il primo impasto, cioè la biga o
lievitino. Sciogliete il lievito nel latte tiepido e aggiungete gradualmente
300 gr di farina setacciata. Anche se l'impasto risulterà appiccicoso, formate
una palla, copritela con un poco di farina e fate riposare in un posto tiepido
per almeno 2 ore o fin a quando non comincerà a crescere. Per il secondo
impasto, unite al primo impasto 3 uova a temperatura ambiente, 150 gr di
zucchero, 40 gr di olio, 400 gr di farina, e mescolate bene tutti gli
ingredienti. Fate riposare (1) coperto con un canovaccio di cotone per altre 3
ore in un posto tiepido e senza correnti d'aria: dovrà raddoppiare di volume.
Per il terzo impasto aggiungete 2 uova, 150 gr di zucchero, 40 gr di olio, 400
gr di farina, 25 ml rosolio, 25 ml di maraschino e l'aroma di arancia.
Mescolate bene gli ingredienti, formate di nuovo una palla e fate riposare per
3 ore. Per realizzare il quarto impasto aggiungete ancora 2 uova, 150 gr di
zucchero, 30 gr di olio e 400 gr di farina, oltre a 50 gr di burro fuso, i semi
di anice, 25 ml di rosolio e 25 ml di maraschino. Lasciate riposare ancora per
3 ore in un luogo tiepido fino a che non raddoppierà di volume. Infine, per il
quindi impasto, lavoratelo nuovamente, suddividetelo in 3 parti uguali e
adagiate il tutto in 3 stampi per panettone. A questo punto lasciate lievitare
per l'ultima volta in un poasto caldo per circa 5 ore. Fate riscaldare il forno
a 180°, spennellate le schiacciate con l'albume sbattuto e infornate. (2)
Cuocete per circa 50 minuti, fino a quando non saranno ben colorate e asciutte.
Una volta pronte fatele riposare in forno per alcuni minuti e poi
lasciatele raffreddare completamente. Le vostre schiacciate di Pasqua sono
pronte per essere servite. (3)
Pasqua in Umbria:
Ravioli di ricotta, prosciutto di Norcia e tartufo
In occasione delle prossime
festività i profumi ed i sapori della tradizione sono sempre una garanzia per
poter ritrovare, intorno al desco familiare, le suggestioni più autentiche
della nostra regione. Ricotta, prosciutto e tartufo sono tra le eccellenze
indiscusse dell’Umbria.
Ingredienti per 5 persone:
Per la pasta:300 gr di farina di semola rimacinata, 3 uova, 3 pizzichi di sale
Per il ripieno:
300 gr di ricotta di pecora, 80 gr di Prosciutto di Norcia, 20 gr di parmigiano, sale, pepe
300 gr di ricotta di pecora, 80 gr di Prosciutto di Norcia, 20 gr di parmigiano, sale, pepe
Per condire:
Olio extravergine di oliva, 1 spicchio d’aglio, 50 gr di tartufo
Olio extravergine di oliva, 1 spicchio d’aglio, 50 gr di tartufo
Procedimento:
Per prima cosa preparare la pasta, disporre la farina a fontana
e al centro mettere le uova e il sale, impastare fino a formare un panetto
omogeneo. Metterlo in un sacchetto di nylon a riposare per circa mezz’ora, nel
frattempo preparare il ripieno. Tagliare il prosciutto di Norcia rigorosamente
a mano. In una ciotola mettere la ricotta, il prosciutto tagliato a cubetti, il
parmigiano, sale e pepe e mescolare per bene poi mettere il composto in una sac
à poche. Stendere poi la pasta, disporre il ripieno su una striscia di pasta,
ricoprire con l’altra pasta e ritagliare i ravioli con l’apposita rotella.
Preparare il condimento mettendo in una padella abbondante olio
extravergine di oliva e uno spicchio d’aglio, quando inizia a rosolare spengere
il fuoco ed aggiungere il tartufo grattugiato, dopo di che togliere l’aglio e
condire con sale e peperoncino. Lessare i ravioli in abbondante acqua salata e
ripassarli nella padella con il tartufo
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