Il 6 aprile
1943, ormai 75 anni fa, veniva pubblicato per la prima volta il celebre libro
di Antoine de Saint-Exupéry
75 anni e non sentirli: ha l’età di un nonno ma non li dimostra
affatto, Il Piccolo Principe, tutti i suoi anni. Divenuto un
classico della letteratura non solo dell’infanzia, grazie ai molteplici livelli
di lettura e alla prosa nitida capace di catturare l’interesse di più
generazioni, il capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry è stato
dato per la prima volta alle stampe il 6 aprile del 1943, a New
York.
Forse non tutti sanno che questa prima edizione di uno dei fiori
all’occhiello della produzione letteraria d’oltralpe, inserito da Le
Monde tra i 100 migliori libri del XX° secolo e considerato in
assoluto il migliore libro francese del 1900 … era in realtà redatta
in lingua inglese!
La storia della nascita de Il
Piccolo Principe
Si è in piena IIa Guerra Mondiale, infatti, e Antoine de Saint-Exupéry, attivamente
impegnato nella Resistenza, si trasferisce negli USA con l’intento di
coinvolgere gli americani nel conflitto. A New York frequenta l’editore Eugène
Reynald e sua moglie e, nel corso di una cena con loro, lo scrittore
scarabocchia il personaggio di un ragazzino su un angolo del tovagliolo. Quel
disegno dai tratti abbozzati ma precisi piace molto all’editore, che gli
suggerisce di servirsene per il suo prossimo romanzo.
Ed è così che vede la luce la prima bozza de Il Piccolo Principe,
che sarà pubblicato in Francia solo a guerra finita, nel 1946 –
quando ormai il suo autore sarà purtroppo già morto.
« On ne voit bien qu’avec le cœur. L’essentiel est invisible pour les
yeux » (“Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile
agli occhi”)
La trama de Il Piccolo Principe
Diviso in 27 capitoli, che Antoine de Saint-Exupéry ha
impiegato 27 mesi a scrivere, Il Piccolo Principe rimane
sospeso tra la favola per bambini e il discorso poetico-filosofico rivolto agli
adulti.
Con le sue frasi brevi che possono facilmente divenire massime (quante
volte le abbiamo ritrovate all’interno dei Baci Perugina, e non solo!),
racconta la storia di un aviatore in panne che, dopo un atterraggio di fortuna
nel Sahara, vi incontra, appunto, un piccolo Principe proveniente
da un paese lontano. Errando di pianeta in pianeta, il Principe ha
conosciuto tutte le varie specie di persone, che ben rappresentano le
differenti tipologie umane, dal businessman che vuole possedere quante
più stelle, al vanitoso che ascolta soltanto chi lo loda al bevitore che beve
per dimenticare la vergogna dell’essere un bevitore.
Alla fine arrivato sulla Terra, si imbatte, nella sua costante ricerca di
stringere amicizia, prima in una volpe, in seguito in un controllore ed un
mercante, infine in un aviatore, che poi è il narratore – e anche il
personaggio più evidentemente autobiografico del racconto. A lui parlerà
del suo pianeta natale, della rosa di cui è innamorato e che però ha scelto di
lasciare per andare ad esplorare l’universo, di quello di cui si occupava
quando era ancora sul suo mondo (essenzialmente ripulire i vulcani ed estirpare
i baobab prima che diventino troppo grandi).
Lo stile de Il Piccolo Principe
La scrittura di Antoine de Saint-Exupéry è sempre in
bilico tra il fiabesco rivolto ai bambini e la metafora rivolta agli adulti.
Per fare un esempio, il disegno “spaventoso” del pianeta de Il Piccolo
Principe invaso dalle radici di tre immensi baobab, che “non si è
riusciti a tagliare per tempo” può ben alludere all’invasione delle Tre
Potenze dell’Asse che non si è stati in grado di arginare quando era
il momento – pur rimanendo apparentemente il semplice seguito della storia di
ciò che faceva il Principe sul suo pianeta d’origine.
« Toutes les
grandes personnes ont d’abord été des enfants. (Mais peu d’entre elles s’en
souviennent.) » (“Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi
se ne ricordano”)
Tra le tante possibili interpretazioni che si sono sprecate sull’opera,
alcuni hanno visto nella figura dell’aviatore il riflesso dello stesso autore
(pilota d’aereo, cui era capitato nella realtà anche l’incidente e
l’atterraggio di fortuna nel deserto libico), altri quello di un suo caro
amico, il figlio di Charles Lindbergh, rimasto alla storia per aver
compiuto la prima traversata aerea in solitario e senza scalo dell’Oceano
Atlantico. C’è chi ha visto nella figura della “Rosa” la rappresentazione della
moglie di Saint-Exupéry, Consuelo, originaria de El
Salvador, noto come la terra dei vulcani (e nel suo pianeta la Rosa era
appunto circondata dai vulcani); altri hanno immaginato una velata critica alla
fedeltà coniugale quando il Principino si perde in un campo di
“altre” rose, bellissime e simili a quella di cui si era innamorato, pensando
ingenuamente fosse l’unica.
«Fais de ta vie un
rêve, et d’un rêve, une réalité» – (“Fai della tua vita un sogno e, di un
sogno, una realtà”)
Radio, Teatro, Cinema: le varie versioni
de Il Piccolo Principe
Tradotto ad oggi in ben 300 lingue, secondo solo alla Bibbia, Il
Piccolo Principe ha continuato ad appassionare grandi e piccini anche
grazie agli innumerevoli adattamenti che sono state fatti della sua opera,
dalla prima registrazione come audiolibro nel 1954, alle varie
versioni teatrali, alla prima versione cinematografica, nel 1974,
realizzata da Stanley Donen, il regista di Singin’ in
the Rain. Nel cast anche Gene Wilder nel ruolo della
Volpe.
Ultimo in
ordine di tempo, il film
del 2015 de Il
Piccolo Principe, per la regia di Mark Osborne, autore
anche del primo Kung-fu
Panda. Creato in parte ispirandosi ai disegni originari
dell’opera (realizzati in acquarello all’epoca dallo stesso Saint-Exupéry) in parte
in stop motion,
è in realtà una rivisitazione del libro, cui rimane fedele più che altro nello
spirito.
Tratta,
infatti, di una ragazzina messa sotto pressione dalla madre iper-esigente, che
preme perché lei abbia sempre il massimo dei risultati e possa accedere alle
migliori scuole. Quasi sempre sola e schiava di rigide routine di
apprendimento, la bambina scopre grazie allo strampalato vicino, un vecchio
aviatore – guarda il caso -, il potere dell’immaginazione. L’aviatore le fa
leggere e le racconta la storia de Il
Piccolo Principe, ma lei rimane molto delusa quando scopre che
nel finale il protagonista viene morso dal serpente. Mentre l’aviatore nella
realtà ha un malore e viene portato in ospedale, la ragazzina penetra in casa
sua e, in seguito ad un incidente, perde conoscenza entrando in un mondo
alternativo popolato dai personaggi del racconto originale. Tra questi, Il Piccolo Principe che
ha fatto esattamente ciò che diceva facevano “le grandi persone”: è cresciuto
diventando Mr
Prince e non ricordando niente del suo passato. Ovviamente
aleggia il lieto fine, e la storia si conclude con il ritorno della memoria
dello smemorato, la riconciliazione della ragazzina con la madre, e la visita
all’aviatore in ospedale.
Premiato
nel 2016 con il Cèsar per miglior film d’animazione, era
stato preceduto nel 2010 da una
serie tv di ben 3 stagioni, per un totale di 78 episodi,
sempre ispirata dai personaggi de Il
Piccolo Principe, sul genere: cosa succede dopo? Vediamo un po’
che hanno fatto i personaggi dopo la fine del libro.
Nel 2014, inoltre, Il Piccolo Principe è diventato
anche un parco di attrazioni, nella regione
dell’Alsazia.
Insomma, pare proprio che, nonostante i suoi 75 anni, Il
Piccolo Principe sia ancora in perfetta forma e non smetta
di divertire – in tutti i modi possibili – grandi e piccini! Non resta che
augurargli 100 di questi giorni!
« L’avenir, tu n’as pas à le prévoir, mais à le permettre »
– (“Il futuro, non devi prevederlo, ma permetterlo”)
da Citadelle – 1948
– Antoine de Saint-Exupéry
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