“Non credo a
differenze di ceti e di livelli nella musica: il termine "musica
leggera" si riferisce solo alla leggerezza di chi l'ascolta, non di chi
l'ha scritta”. Nino Rota
Giovanni Rota Rinaldi, noto con il suo
nome d'arte Nino Rota, nasce a Milano il 3 dicembre 1911 da una famiglia di
musicisti. Il nonno Giovanni Rinaldi è un eccellente pianista e sin da piccolo
è evidente la passione di Nino per la musica. Grazie alla madre Ernesta
comincia a suonare il pianoforte a soli quattro anni e a comporre ad appena
otto anni. Le sue prime composizioni infantili, un commento musicale ad una
favola che ha scritto "Storia del mago doppio", attirano l'attenzione
di un professore di conservatorio che prende il piccolo Nino come uditore in
una delle sue classi.
La carriera di compositore inizia a soli
undici anni, mentre a quindici compone la sua prima vera e propria opera
teatrale intitolata il "Principe porcaro". Negli anni dal 1924 al
1926 segue le lezioni di composizione all'Accademia di Santa Cecilia con il maestro
Alfredo Casella, punto di riferimento per la musica contemporanea. Per superare
l'esame finale si prepara con il professore Michele Cianciulli, che rimane suo
fraterno amico per tutta la vita, e che lo inizia a quelle pratiche esoteriche
di cui si può ritrovare traccia nelle sue composizioni musicali. Da questo
momento inizia anche la sua passione da collezionista: Nino Rota colleziona
migliaia di volumi di opere di contenuto esoterico, oggi donate all'Accademia
dei Lincei. Come testimonia il regista e scrittore Mario Soldati, Rota comunica con l'aldilà. Lo stesso Fellini, con
cui Rota lavora per molti anni, lo definisce un amico magico proprio per questa
sua anima esoterica.
La carriera di Nino Rota ha una svolta
grazie all'appoggio di Arturo Toscanini, che gli permette di andare a studiare a Philadelphia
dal 1931 al 1933. Grazie alla lezione americana si avvicina alla musica
popolare e impara ad amare Gershwin, Cole Porter, Copland e Irving Berlin. Di ritorno
dagli Stati Uniti e con la nuova lezione musicale appresa, Rota accetta di
comporre una sigla orecchiabile per un film dal titolo "Treno
popolare" (1933). La colonna sonora però non ha alcun successo e per tutti
gli anni '30 abbandona il genere musicale delle colonne sonore.
Si laurea intanto in lettere moderne per
avere un mestiere di riserva, come dice sempre e ricomincia ad appassionarsi
alla composizione nel 1939 quando approda al conservatorio di Bari, di cui
dieci anni dopo diventa direttore. Negli anni '40 inizia il sodalizio con il
regista Castellani e il primo successo che è la colonna sonora di
"Zazà". Inizia così la sua lunga carriera come compositore
cinematografico, resa fortunata anche dalla sua intuizione di dover comporre
delle musiche al servizio delle immagini.
Negli anni '50 diventa l'autore delle
principali musiche di scena del teatro di Eduardo
De Filippo tra cui quelle per "Napoli milionaria". Rota alterna la composizione di colonne sonore
con la composizione di musica operistica e la consacrazione in questo campo
avviene nel 1955 con l'opera "Il cappello di paglia di Firenze" messo
in scena alla Piccola Scala con la regia di Giorgio Strehler. Negli stessi anni inizia anche l'amicizia e il
sodalizio artistico trentennale con Federico Fellini, per il quale musica film come: "Lo sceicco bianco",
"Otto e mezzo", "La dolce vita",
"La strada", "Il bidone", "Fellini Satyricon",
"Le notti di Cabiria", "Il Casanova", "I Clowns", "Giulietta degli spiriti", "Amarcord".
Rota collabora con i più grandi registi
dell'epoca. Scrive per Mario Soldati le musiche di "Le miserie di Monsù
Travet", "Jolanda la figlia del corsaro nero", "Fuga in
Francia", per King Vidor le musiche di "Guerra e Pace", per Luchino Visconti le musiche de "Il gattopardo" e
"Senso", per Franco Zeffirelli quelle
di "Romeo e Giulietta" e di "La bisbetica domata", per Lina Wertmuller le
musiche delle undici puntate de "Il Giornalino di Giamburrasca" tra
cui la famosissima "Pappa col pomodoro", per Francis Ford Coppola le
musiche de "Il padrino II" con cui vincerà l'Oscar, per Stanley Kubrick quelle
per "Barry Lindon", anche se purtroppo la rigidità del regista induce
il compositore a rescindere il contratto senza comporre neanche un brano.
Intanto Rota continua a scrivere anche
musica operistica, musica sacra e lavori orchestrali, tra cui: "La notte
di un neurastenico", "Aladino e la lampada magica", "Lo
scoiattolo in gamba", "La visita meravigliosa", "I due
timidi", "Torquemada", "Ariodante".
Negli ultimi anni accusa maggiormente le
critiche rivolte alla sua musica e provocate anche dal suo assenso a comporre
tanta musica nazional popolare. Proprio quando sta progettando una messa in
scena lirica delle musiche composte per "Napoli milionaria" di Eduardo De Filippo,
Nino Rota muore a Roma il 10 aprile 1979, all'età di 67 anni. https://biografieonline.it/biografia-nino-rot
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