La prima esposizione universale
del Novecento, realizzata a Parigi dal 14 Aprile al 10 Novembre.
La Francia guarda al futuro con ottimismo:
è repubblicana,
economicamente fiorente, molto ammirata per il suo fervore artistico e
intellettuale e Parigi sa attrarre i potenti del mondo
intero per tutto ciò che promette agli amanti del lusso, della gastronomia e
del divertimento.
Tutto è pronto perché Parigi si autoproclami
capitale del mondo e dia vita ad una Esposizione Universale che renderà
visibili i cambiamenti del secolo; sarà una vetrina per tutte le nazioni. Il
tema sarà:”Il bilancio di
un secolo”.
Il discorso inaugurale dell’allora Ministro
del Commercio francese, Alexandre
Millerand,il primo socialista in Europa entrato a far parte di
un governo borghese, compendiava il vangelo della religione del progresso, che
l’uomo europeo aveva creato e diffuso nel mondo. Il tempo e lo
spazio stavano per essere divorati dalle nuove macchine e dalle nuove idee.
Niente sarebbe più stato come prima. Tutto era destinato a cambiare. L’umore
era alle stelle. I sogni stavano per essere realizzati. Il progresso
rappresentava il bene, il destino al quale consegnare con fiducia il mondo
intero. Era la nuova religione e con la fede di tutte le religioni veniva
accolta.
Universale per la varietà dei temi
illustrati, l’esposizione parigina fu ampiamente internazionale per i numerosi
paesi che vi parteciparono.
All’Esposizione si accedeva da Place de la
Concorde e si estendeva sulle due rive della Senna fino al Champ de Mars ed al
Trocadero, oltre ai 104 ettari di Esposizione al Bois de Vincenne, dedicati
all’automobile, alle piccole imprese ed ai giochi Olimpici.
Fu proprio al Bois de Vincenne, che
la Lohner-Porsche con
motori elettrici direttamente applicati alle ruote, provocò un enorme clamore
tra gli appassionati dell’auto e nel pubblico in genere.
Le sue ruote anteriori erano trainate da
ruote con motore elettrico incorporato, che Ferdinand Porsche,
appena 25enne, aveva sviluppato come ingegnere capo della casa K.u.K. La
presentazione all’Expo di Parigi, rese Porsche famoso e Lohner produsse circa
300 di questi veicoli.
Sempre nello stesso padiglione fu presentato
il primo motore diesel, alimentato da olio di arachidi,
brevettato dal francese Rudolf
Diesel, che solo trent’anni più tardi trovò applicazione nel
settore automobilistico.
Molti monumenti parigini furono costruiti per
l’occasione, inclusi la Gare
de Lyon, la Gare d’Orsay (ora Museo d’Orsay), il Ponte Alessandro III, il Grand Palais, La
Ruche e il Petit Palais. Di maggiore impatto sui turisti e
sulla qualità dei trasporti cittadini si rivelò la nuova metropolitana (tra
le prime in Europa), che tagliava la città da est ad ovest che venne completata
in tempo per l’inaugurazione dell’Exposition Universelle del 14 aprile, così
come venne completata in tempo la Torre Eiffel.
L’opera più rimarchevole, sarà comunque, la
realizzazione del Petit Palais, un gioiello all’angolo con gli Champs Elysées,
progettato dall’achitetto Charles
Girault, che sarà anche il direttore dei lavori del Grand Palais,
progettato da altri tre diversi architetti francesi. Questi due edifici,
saranno nel cuore di Parigi e dedicati alle arti. Una straordinaria
retrospettiva dell’arte francese, fu organizzata per l’occasione, al fine
di mostrare al grande pubblico internazionale tutte le maggiori correnti
artistiche del secolo appena passato, una retrospettiva all’insegna della
diversità e dell’eclettismo. Gli artisti rappresentati ebbero visibilità e
accesso ad un mercato dell’arte in pieno sviluppo, animato da mercanti come
Durand Ruel, Ambroise Vollard, Berthe Weill.
L’Esposizione Universale del 1900 non celebrò
solo il passato, ma guardava anche al futuro dell’arte e diventa vetrina di una
nuova corrente artistica, la nascente Art nouveau che segna, forse, il vero
inizio del design moderno.
Se tutto questo non bastasse, l’Esposizione
Universale di Parigi del 1900 propone un’altra attrazione: La Parisienne, la parigina,
o meglio, le donne parigine. Persino nelle guide d’epoca dedicate
all’Esposizione Universale, ad esempio nella guida Vingt jours à Paris pendant l’Exposition
universelle de 1900 (Venti
giorni a Parigi durante l’Esposizione universale del 1900), si
invitano tutti i visitatori ad ammirare questo mito vivente, questa evanescente
figura che si aggirava per la capitale con i suoi immancabili e raffinati
stivaletti e, magari, con una bella veletta a coprire lo sguardo misterioso.
Parigi del 1900 vuole quindi
proporsi al mondo come la capitale della modernità e della tecnologia,
presentando palazzi come, il “Palais de l’Optique” con un telescopio di 120 metri per
vedere la luna da vicino, come non si era mai vista, o il “Globe Céleste” ,
dove i visitatori comodamente seduti in poltrona potevano godersi una
proiezione del sistema solare. Le scoperte scientifiche giovarono, sia i
dotti sia i gaudenti perché, il diffondersi dell’illuminazione pubblica rese
possibile la vita notturna e la Parigi del 1900 diventò la città del
divertimento sfrenato, delle tentazioni proibite, delle feste e degli
spettacoli più svariati. Dal teatro, al balletto, al cabaret, l’intrattenimento
si addiceva a tutte le tasche e a tutti i gusti, più o meno raffinati.
L’Esposizione Universale, farà un bilancio
del secolo trascorso, proponendosi come laboratorio di modernità fondata sul
progresso tecnico e sulla scienza. Gli
espositori saranno 83.047 di cui 44.694 gli stranieri. Saranno
presentati i risultati della operosità e genialità umana, tanto da attribuire
alla mostra un carattere di universalità. L’Esposizione avrà 51 milioni di visitatori.
Nessun commento:
Posta un commento