Teniamoci stretti al
personalismo dei giudizi perché è il solo alibi che possediamo per evitare il
dolo della calunnia. Eugenio Scalfari
Una Repubblica per tutti
Eugenio Scalfari, scrittore ma
soprattutto giornalista, nasce a Civitavecchia il 6 aprile 1924; inizia la
professione di giornalista come collaboratore del "Mondo" di Mario
Pannunzio. Nel 1955 è tra i fondatori de "L'Espresso" che dirige dal
1963 al 1968. Deputato socialista dal 1968 al 1972, nel 1976 fonda "la
Repubblica" che dirigerà fino al 1996 e di cui poi rimarrà editorialista.
Di ispirazione politica liberale e
sociale, il suo campo principale è sempre stato l'economia, che insieme
all'interesse per la politica lo ha portato ad analisi etiche e filosofiche di
rilievo e interesse nazionale; basti affermare che anche grazie ad articoli di
Scalfari si è dato avvio a battaglie ideologico-culturali nel periodo dei
primi referendum
sul divorzio (1974) e sull'aborto (1981).
Compiuti gli studi liceali a Sanremo,
dove la famiglia si era trasferita, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza a
Roma: è ancora studente quando compie la sua prima esperienza nel giornalismo,
con il giornale "Roma Fascista".
Dopo la fine della Seconda guerra
mondiale entra in contatto con il neonato
partito liberale, conoscendo in quell'ambiente giornalisti importanti.
Lavora presso la Banca Nazionale del
Lavoro, poi diventa collaboratore prima al "Mondo" e poi
all'"Europeo" di Arrigo Benedetti.
Quando nel 1955 nasce il Partito
Radicale Scalfari è tra i partecipanti all'atto di fondazione. Nel 1963 è tra
le file del Psi (Partito Socialista Italiano) e viene eletto nel consiglio del
comune di Milano. Cinque anni dopo partecipa alle elezioni politiche e diventa
deputato della Repubblica
Italiana.
Contemporaneamente al suo passaggio nel
Psi diventa direttore de l'"Espresso": in cinque anni porta la
rivista a superare il milione di copie vendute. Il successo editoriale si basa
molto sulle capacità manageriali e imprenditoriali di Scalfari.
Insieme a Lino Jannuzzi nel 1968
pubblica l'inchiesta sul SIFAR che fa conoscere il tentativo di colpo di Stato,
cosiddetto "piano Solo". Quest'azione procura ai due giornalisti una condanna di quindici mesi di reclusione.
E' nel 1976 che Eugenio Scalfari dà vita
al quotidiano "la Repubblica"; il giornale esce nelle edicole per la
prima volta il 14 gennaio 1976. Dal punto di vista editoriale l'operazione
viene attuata grazie al gruppo "L'Espresso" e "Mondadori", e di fatto apre un nuovo capitolo del
giornalismo italiano.
Sotto la direzione di Scalfari, la
Repubblica compie una scalata imponente raggiungendo in pochissimi anni la cima
delle classifiche delle tirature, primato che conserverà per lungo tempo (sarà
poi il Corriere della Sera a diventare il principale giornale italiano).
La proprietà del giornale durante gli
anni '80 vede l'ingresso di Carlo
De Benedetti, e un tentativo di acquisizione da
parte di Silvio
Berlusconi in occasione della
"scalata" alla Mondadori.
Una delle inchieste più importanti
de La Repubblica, condotte sotto la guida di Scalfari, è il filone
investigativo sul caso ENIMONT, fatti che dopo due anni saranno in buona parte
confermati dall'inchiesta "Mani pulite".
Tra le numerose onorificenze ricevute
nella sua carriera ricordiamo il Premio Internazionale Trento per "Una
vita dedicata al giornalismo" (1988), il "Premio Ischia" alla
carriera (1996), il Premio Guidarello al giornalismo d'autore (1998) e il
premio "St-Vincent" (2003).
Il giorno 8 maggio 1996 è stato nominato
Cavaliere di Gran Croce dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro;
nel 1999 ha ricevuto addirittura una delle più prestigiose onorificenze della
Repubblica francese, quella di Cavaliere della Legione d'onore.
Bibliografia essenziale:
- La ruga sulla fronte, Rizzoli
- Razza padrona, scritto con Giuseppe Turani,
Baldini Castoldi Dalai (1998)
- Il Labirinto, Rizzoli (1998)
- Alla ricerca della morale perduta,
Rizzoli (1995)
- Il sogno di una rosa, Sellerio (1994)
- Incontro con Io, Rizzoli (1994)
- L'autunno della Repubblica
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