Il 20 aprile 1964 Ferrero produce il
primo barattolo di Nutella
Vi è mai
successo di entrare in un
supermercato e vedere un gruppo di tranquille signore azzuffarsi per un
barattolo di Nutella in offerta? Nemmeno a me, ma l’amore induce a fare follie,
e la gente prende molto sul serio questa celeberrima crema di nocciole. Così
amata, in effetti, che con il numero di barattoli prodotti in un anno per
venire incontro all’insaziabile domanda dei consumatori si potrebbe fare più o
meno due volte il giro del globo. In termini di peso corrisponderebbero alla
massa dell’Empire State Building, o se avete bisogno di un’immagine ancora più
suggestiva, alla grande muraglia cinese ricoperta otto volte di Nutella o a un
sottile strato di crema spalmato su mille campi di calcio. Il che corrisponde,
per i lettori che preferiscono dati tangibili, a 240 mila barattoli di Nutella
prodotti ogni giorno nel mondo, quindi mille tonnellate, per far fronte a una
frenetica domanda che si traduce in un barattolo venduto ogni due secondi e
mezzo. Ricordate la battaglia nel supermercato di cui vi ho parlato? Beh,
l’anno scorso in Francia quest’immagine è diventata quasi reale: nel 2018 una
catena della grande distribuzione ha preso la decisione di vendere la Nutella
con un 70% di sconto, scatenando un caos che è stato reso pubblico da una
quantità di video diffusi on line. E se nessuno ha dato la vita per un
barattolo, certamente si sono visti volti graffiati e capelli tirati: “Sembrava
un pandemonio”, ha commentato una delle dipendenti del supermercato, riferendosi
all’evento (che è costato una multa agli
organizzatori). In effetti,
la passione dei consumatori per la Nutella sembra essere in grado di causare
ogni genere di comportamenti bizzarri. Nel 2016 una coppia francese unita
dall’amore per la Nutella si è rivolta al tribunale per ottenere
l’autorizzazione a dare alla figlia il nome della crema. Una richiesta respinta
dal giudice, sulla base del fatto che una simile decisione non sarebbe stata
nell’interesse della bambina, e le avrebbe provocato derisione e canzonature:
visto che i genitori non si sono presentati all’udienza, il giudice ha
semplicemente deciso di ribattezzare la bambina Ella. Nel 2013 alla Columbia
University il giornale degli studenti ha pubblicato un’indagine secondo cui il
consumo giornaliero di Nutella della popolazione studentesca ammontava a 100
libbre, poco meno di 50 kg. La rivista affermava anche che molti studenti erano
arrivati al punto di rubare la crema dalla mensa, un valore complessivo di
5.000 $.
Gli appassionati di Nutella insomma sono tra noi, e le loro imprese
criminali in netta crescita. Vi consiglio quindi di afferrare un cucchiaio e il
barattolo più vicino, visto che nei prossimi minuti ci immergeremo nella
bizzarra ossessione per la crema di nocciole più amata al mondo.
Storia della Nutella, da Napoleone a
Hitler.
È curioso pensare che per la creazione della Nutella in qualche
modo dobbiamo ringraziare Napoleone e Hitler. Nel 1806 lo statista francese era
impegnato a conquistare il mondo, e tra le altre cose puntava a ostacolare
l’economia britannica attraverso un blocco del commercio navale che provocò uno
strabiliante aumento del prezzo del cacao. I cioccolatai italiani, per farsi
bastare le riserve a loro disposizione, cominciarono ad aggiungere nocciole
alla lista degli ingredienti, creando un nuovo fenomeno ribattezzato Gianduia,
una crema di cioccolato dolce che conteneva il 30% di nocciole. Molti anni più
tardi, a causa del nazismo e della seconda guerra mondiale, i paesi europei
dovettero far fronte a una nuova carenza di cacao. Ed è a questo punto che
entra in scena il pasticcere italiano Pietro Ferrero (Ferrero come Ferrero
Rocher, ovviamente). Ispirandosi alle generazioni di cioccolatai che avevano
sfidato la prima carestia, Pietro individuò una possibile soluzione nel
gianduia. Nel 1946 cominciò a venderne una sua versione in forma solida,
pensata per essere affettata e messa sul pane come se si trattasse di
formaggio, e chiamata Giandujot, dalla maschera carnevalesca tradizionale nelle
zone del Piemonte famose per le nocciole. Nel 1951, Ferrero produsse una
versione cremosa del prodotto che ribattezzò SuperCrema. Ma fu solo tredici
anni più tardi, nel 1964, che la SuperCrema diventò la Nutella che conosciamo
oggi. Il figlio di Ferrero, Michele, modificò la ricetta per renderla più
cremosa e spalmabile, con l’intento di promuoverla in tutta Europa. Il nuovo
ingrediente che ha reso possibile questa trasformazione? L’olio vegetale. Oggi
i principali ingredienti della Nutella sono cioccolata, nocciole e olio di
palma. Dopo aver ribattezzato l’invenzione paterna Nutella (un nome nato dalla
fusione della parola inglese nut con il suffisso italiano “ella”,) questa
ottenne un immediato successo.
Cos’hanno in comune gli ovetti Kinder, i Tic Tac, i Ferrero Rocher e
la Nutella? Sono tutte invenzioni di Michele Ferrero, il mago dell’industria
dolciaria italiana che ha ereditato l’azienda del padre trasformandola in un
colosso del settore. Un personaggio al tempo stesso accattivante e determinato,
proprio come il protagonista del famoso film Willy Wonka e la fabbrica di
cioccolato. Quando inventò gli ovetti Kinder, Ferrero lo fece perché
pensava che i bambini dovessero vivere ogni giorno l’eccitazione di Pasqua. In
seguito l’intera famiglia e i dirigenti anziani si sarebbero recati una volta
all’anno in pellegrinaggio a Lourdes, con un jet privato, allo scopo di pregare
per un buon raccolto di nocciole (se ne è parlato anche in Italia). Quando le altre aziende cominciarono a mandare in
giro spie per scoprire le sue ricette, Ferrero chiuse la fabbrica agli
estranei, tradusse le ricette in arabo e le chiuse in un deposito blindato al Cairo, continuando a mantenere un basso profilo,
fedele al suo motto secondo il quale “il nome di una persona dovrebbe apparire
sui giornali solo in due occasioni, alla nascita e alla morte”. La sua
misteriosa fabbrica è protetta da alte mura di cemento, cancellate metalliche e
guardie in uniforme. (…) Ma allo stesso tempo Ferrero ha ottenuto la fedeltà
dei suoi dipendenti grazie alla sua generosità. E in effetti la stessa città di
Alba dove si trova il quartier generale della Ferrero sembra una sorta di paese
delle favole, una cittadina idilliaca ai piedi delle Alpi dove l’aria profuma
di nocciole tostate. E gli abitanti, ormai esperti, possono addirittura dire
quali siano i dolci che sono prodotti in un determinato momento: “Oggi”, si
sente commentare, “ è la giornata dei Tic Tac all’arancia”. Per gli abitanti di
Alba, quest’aroma invadente ha il gusto del successo, oltre a ricordare loro
costantemente il vero Willy Wonka che ha costruito la fabbrica che produce
questa “fragranza” (in italiano nel testo, ndt)
Creare la più amata azienda di cioccolato del mondo anche i suoi vantaggi:
al momento della sua morte all’età di 89 anni, il giorno di San Valentino del
2015, Michele Ferrero valeva oltre 26 miliardi di dollari ed era considerato
l’uomo più ricco d’Italia.
Perché la Nutella crea tanta dipendenza?
Questa crema è così gustosa che anche i suoi detrattori non
possono negarne l’incredibile gusto. Ma per quale motivo la Nutella crea tanta
dipendenza? Secondo la scienza tutto dipende da grasso, zucchero e ovviamente
cioccolato (in realtà la Nutella non contiene il cioccolato che si produce con
cacao e burro di cacao, ma il 7,4% di cacao magro, ndt). La cioccolata è nota per contenere sostanze che
creano dipendenza come il triptofano, un aminoacido che produce serotonina, il
neurotrasmettitore responsabile del nostro buon umore. Ma contiene anche
feniletilamina, una sostanza chimica che produce sensazioni di eccitazione e
attrazione. Ma la cosa più importante è che gli ingredienti principali della
Nutella sono zucchero e grasso: quest’ultimo assicura una sensazione di piacere
e sazietà che si somma alla stimolante gratificazione prodotta dal primo, il
tutto completato dal gusto delizioso del cioccolato alle nocciole. Detto
questo, se volete vedere voi stessi che cosa c’è nella Nutella lo potete fare:
il riservatissimo Michele Ferrero probabilmente non sarebbe così contento di
sapere che esiste un vecchio video liberamente disponibile online che riporta
dall’inizio alla fine il processo di produzione della crema al cioccolato (vedi
l’immagine a 4’ 36”)
Tutto è Nutella
Grazie alla sua natura versatile, spalmabile e irresistibile la Nutella ha infiltrato
ogni angolo del mondo culinario, dai Nutella caffè ufficiali (ce ne sono due, a
New York e a Chicago, e chi li ha visti, li descrive come “un tuffo in un
barattolo di Nutella”) fino a dessert di ogni tipo a base di Nutella: torte,
mousse, gelati, ciambelle, beignets e persino Nutella fritta. Senza dimenticare
i gadget creati per gli appassionati, come felpe decorate, appositi cucchiai,
calzini e persino un adesivo da computer per chi vuole proclamare al mondo la
propria dipendenza.
Ci crediate o no c’è anche chi odia la
Nutella
Anche se la
lista di ingredienti della Nutella varia leggermente da paese a paese, ci vogliono
esattamente 52 nocciole per produrne un barattolino, il che fa sì che l’azienda
sia responsabile del consumo di un quarto della produzione mondiale di nocciole
ogni anno. Anche se a separare la Nutella dall’antenato gianduja è il più
controverso dei suoi ingredienti, l’olio di palma. I nemici della Nutella, come
l’ex ministra dell’Ambiente francese Ségolène Royal, sollecitano i consumatori
a smettere di acquistare il prodotto a causa della minaccia di deforestazione
prodotta dall’industria dell’olio di palma. La questione ha portato
all’emanazione di un emendamento Nutella che minacciava di quadruplicare il
prezzo dei prodotti contenenti l’olio di palma (in realtà le cose non sono
andate proprio così). Un’iniziativa che ha inevitabilmente scatenato
l’indignazione dei fan francesi della Nutella, spingendo Royal a porgere “un
migliaio di scuse” in seguito alle reazioni causate dalla sua presa di
posizione. Nel 2015 il gruppo Ferrero ha risposto indirettamente alle richieste
della ministra francese affermando che la compagnia consuma un modesto 0,3%
della produzione annuale mondiale di olio di palma che arriva a 60 milioni di
tonnellate, e che tutte le piantagioni da cui ricava olio di palma sono
sostenibili dal punto di vista ambientale.
A parte le preoccupazioni per l’ambiente, c’è anche chi critica le affermazioni dell’azienda a
proposito della salubrità del prodotto e dei suoi ingredienti. Alcune di queste
critiche possono apparire discutibili, pensiamo alle contestazioni sulla
presunta salubrità della Nutella che hanno portato a una class action e a un
accordo per il valore di 3 milioni di dollari (anche se c’è da rimanere
perplessi all’idea che un adulto si meravigli del fatto che la Nutella, dal
punto di vista nutrizionale non sia altro che “la migliore alternativa a una
barretta dolce” [la frase si riferisce all’azione legale intentata da una mamma
americana, Athena Hohemberg, che ha fatto causa a Ferrero affermando di essere
stata ingannata dalla pubblicità che descriveva la Nutella come un prodotto
“sano” che poteva fare “parte di un pasto equilibrato” ndt]). (…)
E per concludere, ci sono anche quelli contrari alla nuova Nutella.
Proprio così: nel 2017 Ferrero ha modificato leggermente la sua ricetta. Il
primo a notare il cambiamento è stato un gruppo di attenti consumatori tedeschi
che ha rivelato come oggi la Nutella contenga l’8,7% di latte scremato in
polvere rispetto al 7,5% della ricetta precedente (ne avevamo parlato qui). Il
Centro di protezione dei consumatori di Amburgo ha anche evidenziato che ora la
crema contiene più zucchero, passando dal 55,9% all’attuale 56,3%.
L’associazione precisa che, “ visto che il colore della nuova Nutella è più
chiaro, si sta ragionando sull’ipotesi che il latte in polvere sia stato
aggiunto a spese del cacao”. La Ferrero ha confermato i cambiamenti, ma ha
assicurato i consumatori che non noteranno alcuna differenza nel gusto e nella
qualità del prodotto. Come potrete immaginare, i fan della Nutella non hanno apprezzato,
come è dimostrato dalla comparsa di un popolare hashtag #Nutellagate e di
minacce di boicottare la crema.
Esiste un mercato nero della Nutella?
Nel 2013 la
città tedesca di Bad Hersfeld fu teatro di un furto di
Nutella che vide i ladri fuggire con circa cinque tonnellate di crema, per un
valore di oltre 20 mila $. Nell’agosto 2017 in Germania si è verificata
un’altra rapina in cui 20 tonnellate di crema sono misteriosamente scomparse da
un camion, mentre in Canada dei poliziotti che stavano svolgendo un’indagine su
un furto di auto, si sono trovati di fronte a un camion pieno di Nutella per un
valore di 22 mila dollari canadesi. I ladri ammisero poi che volevano vendere
la crema a metà del prezzo di mercato. In effetti, si tratta di un prodotto di
un certo valore – WalMart vende un barattolo da 725 g a quasi sei dollari,
parecchio di più rispetto a un grosso barattolo di burro di arachidi. (…) Si
può capire che a qualcuno venga la tentazione di accumulare l’amatissima crema
per uso personale, o per rivenderla a uno sterminato mercato di fan in
astinenza.
E vissero tutti felici e Nutella.
Anche se è solo una preparazione dolce a base di
nocciole, Nutella è una favola per bambini trasformata in realtà. Michele
Ferrero, L’industriale dolciario italiano, ha preso in mano il lavoro del padre
trasformando la Nutella in un alimento presente in tutte le case. Vincendo una
battaglia contro un ministro francese e viaggiando da un paese all’altro in un
jet privato, molti pensano che la famiglia Ferrero protegga uno dei tesori più
amati del mondo. E che si trovi sugli scaffali del supermercato o in vendita al
mercato nero potete giurare che ci sarà sempre un esercito di
Nutella-dipendenti pronti a raccogliere la propria dose di 52 nocciole al
giorno. E voi, avete già assunto la vostra razione quotidiana? Ho sentito dire
che da WalMart c’è una svendita…
di Brianne
James. Traduzione di Paola Emilia Cicerone - https://ilfattoalimentare.it/nutella-mania-curious-review.html
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