Amata maschera
Insieme a quella di Franco Franchi, la maschera di Ciccio Ingrassia ha dato vita per
decenni a una delle più popolari coppie comiche italiane. I due, inseparabili
al cinema e in televisione, hanno condiviso quarant'anni di carriera, dagli
esordi nell'avanspettacolo ai riconoscimenti nel cinema d'autore.
Francesco Ingrassia, siciliano verace,
nato a Palermo il 5 ottobre 1922 - molte biografie riportano il 1923 ma si
tratta di un refuso dell'anagrafe che il comico non si è mai premurato di
correggere - è stato il prodotto più genuino del teatro di strada e della
drammatica capacità degli artisti dell'epoca, nati nelle povere condizioni
tipiche dell'economia del sud, di sapersi "adattare" pur di far
sopravvivere la propria voglia di esibirsi e di esprimere il proprio talento.
L'incontro con Franco Franchi (all'anagrafe Francesco Benenato), è casuale ma
i due capiscono in fretta di avere un'intesa quasi perfetta (almeno sulla
scena), e saper integrarsi a meraviglia: l'uno nel classico ruolo di spalla,
l'altro come scatenato mattatore. Dei due Ciccio era quello serio e severo,
mentre Franchi era la "marionetta" buffa e disarticolata.
Subito famosi negli strati più popolari
semplicemente come "Franco e Ciccio", iniziano a lavorare insieme sui
palcoscenici di avanspettacolo nel dopoguerra, ma devono a Domenico Modugno la prima grande occasione. Fu lui oltre a
sceglierli per l'impegnativa "Rinaldo in campo", commedia musicale di
Garinei e Giovannini, a segnalare il duo a Mario Mattoli che nel 1960 stava
girando "Appuntamento a Ischia". Per la coppia siciliana si trattò
solo una breve apparizione, ma sarebbe stato l'inizio di una lunga
frequentazione con il grande schermo.
Ben centocinquanta, tirate a fine
carriera le somme, saranno i titoli che li vedono protagonisti. Spesso
sfruttando il filone delle parodie di film d'autore o di successo. Fra questi
titoli ve ne sono di memorabili come "I brutti di notte", "Sedotti
e bidonati", "I due figli di Ringo", "I due pompieri",
"I due deputati", "I nipoti di Zorro", "Farfallon",
"Ultimo tango a Zagarolo", "Indovina chi viene a merenda?",
"Il bello il brutto e il cretino" e così via. Ognuno può divertirsi a
trovare le associazioni giuste con il relativo titolo originale.
Ma la loro carriera cinematografica non
è fatta solo di farse e parodie, c'è posto anche per collaborazioni di
prestigio. E con nomi che farebbero accapponare la pelle ad attori ben più
quotati per la loro eco altisonante: si va dai "Due marines e un
generale" con Buster Keaton,
a "Capriccio all'italiana", dove Pier
Paolo Pasolini li volle accanto a Totò nel
1968, fino a "Il giudizio universale" di Vittorio De Sica.
Ingrassia, in particolare, ottenne un
Nastro d'argento come miglior attore non protagonista per "Todo Modo"
di Elio Petri e, pur proseguendo con successo la carriera con Franco Franchi, girò anche due film a suo nome. Diresse infatti lo
stesso Franchi nel suo esordio da regista, "Paolo il freddo", e nel
1975 tornò dietro la macchina da presa per una pellicola più in linea con la
loro tradizione come "L'esorciccio",
in cui fra l'altro offrì a Lino Banfi il suo primo ruolo da protagonista.
Nel 1971 Franchi e Ingrassia furono il
Gatto e la Volpe nel belissimo "Pinocchio"
televisivo di Luigi Comencini, con Nino Manfredi e Gina
Lollobrigida.
La televisione intanto moltiplicava la
popolarità della coppia grazie agli sketch creati per "Partitissima",
"Cantatutto numero uno", varie edizioni di "Canzonissima",
"Il gamberetto" e poi ancora "Ieri e oggi", "Che
combinazione", "Drim", ecc.
Alla televisione è legata anche la
riconciliazione, dopo una delle tante liti, che con un certo clamore avvenne in
diretta in una puntata di Domenica In, con Pippo Baudo.
Un po' snobbati, solo
nel 1984 i critici cominciarono a guardare Franco e Ciccio con altri occhi,
soprattutto grazie ai fratelli Taviani che li scelsero per
"Kaos" (in cui interpretarono la novella pirandelliana
"La giara") e a Fellini,
che immortalò Ciccio Ingrassia in "Amarcord"
nella poetica interpretazione di un matto di paese.
Più recentemente alcune
trasmissioni tv di nicchia come Blob e Cinico tv, hanno avviato una
"riabilitazione artistica" simile a quella che ha fatto trionfare la
memoria di Totò.
Tale riabilitazione è sfociata in un docu-film, rievocativo della loro
carriera, realizzato da quei due "sabotatori" della scena
cinematografica nostrana che rispondono al nome di Ciprì e Maresco, non a caso
già inventori di "Cinico tv" (il film si intitola "Come
inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e Ciccio").
Nel 1986 Ingrassia aveva
intrapreso una carriera teatrale di notevole spessore, ma gli toccò in sorte di
assistere, nel 1992, alla scomparsa dell'amato compagno d'arte, a cui riservò
parole commosse in svariate dichiarazioni. E' poi toccato a lui raggiungere
l'amico nell'anno di grazia 2003, all'età di 80 anni. Ricoverato da tempo per
problemi respiratori, è morto a Roma il giorno 28 aprile circondato dai suoi
cari. https://biografieonline.it/biografia-ciccio-ingrassia
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