20 LUGLIO 2019
Luca Parmitano torna nello spazio: la partenza della Soyuz
Nel giorno del cinquantenario dello sbarco sulla Luna,
l'astronauta Luca Parmitano è partito a bordo della Soyuz verso la Stazione
Spaziale Internazionale per la missione Beyond. Per l'italiano si tradda della
seconda missione nello spazio: durerà sei mesi. Parmitano, dell'Agenzia
spaziale europea, e i colleghi Andrew Morgan della Nasa e il cosmonauta
Alexander Skvortsov dell'Agenzia spaziale russa (Roscosmos) sono decollati come
previsto dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakhstan, alle 18.28 ora italiana.
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La Repubblica – 21- 7-
2019
Perché tutti
vogliono tornare sulla Luna?
Il 50esimo anniversario dell'impresa di
Armstrong, Aldrin e Collins cade nel mezzo di una nuova corsa ad inviare uomini
e mezzi sul nostro satellite: come mai questa ricaduta di febbre lunare?
Mentre il
mondo si prepara a celebrare i cinquant'anni dallo sbarco sulla Luna, la
missione cinese Chang'e-4 sta
esplorando senza intoppi il lato nascosto del nostro satellite da
gennaio 2019. È in corsa anche l'India, con la sonda Chandrayaan-2, per portare
un lander e un rover sulla superficie, poco distante dal polo sud: la partenza,
prevista per il 15 luglio scorso, è stata però rimandata. Una compagnia non
profit israeliana ha tentato ad aprile l'atterraggio - non riuscito
- della sonda lunare Beresheet, mentre USA, Europa e Russia hanno
più volte annunciato un ritorno in grande stile sul nostro satellite, per
restarci, con basi permanenti.
Perché questa
nuova, improvvisa popolarità lunare, dopo il disimpegno che seguì il Programma
Apollo, e oltre vent'anni di ricerca in orbita terrestre, con la Stazione
spaziale?
«La tabella di
marcia dell'esplorazione antartica rispecchia quella della Luna in un modo
impressionante», racconta: «all'inizio del '900 vi fu una corsa per raggiungere
il Polo Sud, dopodiché nessuno ci tornò più per 50 anni - come è avvenuto per
la Luna dagli anni '60. Poi, abbiamo cominciato a costruire basi, in
Antartide... Ci stiamo ora avvicinando a quella stessa fase anche per la Luna.»
Un secolo fa
le tecnologie da sviluppare riguardavano il trasporto aereo, le comunicazioni
radio e i veicoli motorizzati. Oggi sono l'intelligenza artificiale, il
telerilevamento e la robotica, ma lo scopo è - come sta avvenendo in Antartide,
dove è da qualche settimana è attiva una
stazione di ricerca scientifica totalmente autonoma e
comandata da remoto - ridurre
al minimo la necessità dell'intervento umano in un ambiente
altamente ostile. O, per lo meno, limitare la nostra comparsa sulla Luna a
quando potremmo abitarvi in sicurezza, sia per tutelare l'incolumità degli
astronauti sia per ragioni di risparmio economico.
La Chang'e-4 è
un esempio di quanto si possa fare operando da remoto. Il suo rover, Yutu-2,
lavora da mesi anche quando le temperature scendono a -180 °C, delle notti
lunari: lo sbarco dell'equipaggio dell'Apollo 11 fu programmato per avvenire
durante il giorno lunare.
Dirigere le
operazioni lunari da remoto sarà una delle prime funzioni del Lunar Gateway, l'analogo della ISS
nello spazio cislunare previsto dalla NASA come snodo cruciale del
programma Artemis, e al quale Europa, Canada e Giappone dovrebbero contribuire in
modo importante. Lavorando al sicuro dall'interno dei suoi moduli, gli
astronauti potranno dirigere i robot sulla superficie della Luna, installare
radiotelescopi, raccogliere minerali, cercare ghiaccio ed acqua e predisporre
le basi per una vera colonia
lunare. I futuri esploratori lunari potrebbero scendere sulla superficie del
nostro satellite dopo
essersi portati già molto avanti col lavoro.
2) PER SFRUTTARNE IL POTENZIALE
SCIENTIFICO. Sulla Terra, i processi erosivi e la tettonica a
zolle hanno cancellato ogni traccia di rocce più antiche di 3,8 miliardi di
anni fa. La Luna è una sorta di museo del Sistema Solare rimasto senza
visitatori o quasi per 4,5 miliardi di anni. Conserva ancora meteoriti derivanti
dall'impatto di altri oggetti celesti con la Terra, che potrebbero racchiudere
informazioni cruciali sull'origine dei continenti, sulla composizione degli
antichi oceani e dell'atmosfera primordiale terrestre, sull'origine della vita.
3) PER ANDARE SU MARTE. Anche se Luna
e Pianeta Rosso sono due habitat molto diversi, che pongono diverse sfide per
la sopravvivenza umana, riuscire a cavarsela nello Spazio, a una distanza mille
volte superiore a quella della ISS, è fondamentale per provare a spingerci
ancora più lontano. La ISS orbita a 400 km di altezza; la Luna, in media a
400.000 km di distanza; Marte, arriva a una distanza massima di circa 400 milioni di km... dobbiamo
mettere alla prova le nostre capacità per gradi.
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