La prima puntata del racconto del pezzo di
legno che doveva morire impiccato, ma è diventato bambino (a dispetto
dell'autore), esce il 7 luglio 1881.
C'era una
volta... – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete
sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.
Così il 7 luglio 1881 iniziava
il primo episodio della Storia
di un burattino, pubblicato sul Giornale per i bambini. Era Pinocchio, il bambino
di legno più famoso al mondo: ecco qualche curiosità sulla storia e il suo
autore.
UN LIETO FINE NON VOLUTO. Chiuse gli occhi, aprì la bocca, stirò le
gambe e, dato un grande scrollone, rimase lì come intirizzito.Questo
il macabro finale inizialmente pensato da Carlo Collodi: l'autore voleva che il
povero Pinocchio finisse impiccato. Le proteste dei lettori lo convinsero a cambiare idea, ma
impiegò quasi due anni a scrivere il lieto fine che tutti conosciamo, secondo
il quale Pinocchio si trasforma in un bambino vero.
PINOCCHIO VIOLENTO. L'impiccagione non è l'unica
immagine violenta della storia. Nell'originale, Pinocchio uccide a martellate
il Grillo Parlante, che però ritorna: prima come fantasma, poi vivo e vegeto
(potere della fantasia!).
Pinocchio è tutt'altro che una
favoletta per bambini: racchiude invece aspetti psicologici profondi, a partire
dal rapporto di un "bambino-marionetta" con il padre, che gli fa fare
ciò che vuole, fino alla visione generale della storia del protagonista come un
viaggio alla conquista della propria umanità. Ogni personaggio ha un carattere
ben definito e un ruolo importante nella vita di Pinocchio: dal Grillo Parlante
"voce della coscienza", alla Fata Turchina che simboleggia il
contatto con una figura femminile, alle tentazioni rappresentate dal Gatto e
dalla Volpe, e dal Paese dei Balocchi.
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