Secondo una ricerca, lo studio precoce
della musica favorisce la capacità di elaborare i suoni, alla base delle
abilità linguistiche.
Che imparare a
suonare uno strumento “aiuti” lo sviluppo di alcune abilità cognitive, in
particolare del linguaggio, è un’ipotesi sostenuta da diversi indizi. Come però
la musica faciliti il funzionamento del cervello, è tutt’altro che semplice da
capire, e soprattutto da dimostrare.
SUONI: IL
CERVELLO LI PERCEPISCE MEGLIO. A
sei mesi di distanza, sono stati osservati gli eventuali effetti, con test sul
linguaggio, la memoria, il quoziente intellettivo. L’effetto più pronunciato è
risultato, come ci si aspettava, proprio quello sul linguaggio: rispetto ai
bambini che non avevano seguito corsi di alcun tipo, quelli sottoposti a
lezioni di piano e di lettura avevano una migliore capacità nei test di
discriminazione tra parole.
I bambini che avevano fatto anche musica,
però, erano notevolmente più bravi degli altri nei test in cui la
discriminazione era basata solo sulle consonanti. Il monitoraggio dell’attività
nella corteccia uditiva, in più, ha confermato che le risposte nel cervello ai
toni del parlato e ai cambiamenti di tonalità della musica erano aumentate nei
piccoli musicisti.
BENEFICI
DIMOSTRATI E PRESUNTI. La musica e il
linguaggio condividono molti aspetti dell’elaborazione dei suoni, per cui è
probabile che le lezioni di musica si traducano in un vantaggio in questo
senso, e lo studio sembra proprio dimostrare che migliorano sia la capacità di
percepire i toni, sia quella di discriminare le parole.
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