Per la rubrica
culturale a cura di Christian Flammia"Alle origini della nostra
civiltà", ci siamo recati al castello di Isolabona. Ci ha accompagnati lo
storico ligure Franco Bianchi, che ci ha rilasciato la seguente dichiarazione :
" Chi è affascinato dal medioevo non può evitare una visita al castello
Doria di Isolabona.
Intanto, il fascino del
luogo è certamente aumentato dal fatto che nella zona furono ritrovati diversi
reperti di epoca romana e sulle colline circostanti, è quasi certo, esistesse
almeno un cosiddetto ‘castellario’ edificato dagli antichi liguri intemeli. Un
luogo abitato, dunque, fin dall’antichità preistorica e certamente, per
posizione geografica, adatto alla difesa.
Il castello, che oggi
vediamo, è frutto del restauro del 1989, peraltro rispettoso dei resti rimasti
dopo la distruzione subita dal manufatto a seguito del terremoto del 1887.
Sempre da punto di vista storico, si hanno notizie del castello già a fine XIII
secolo e un’ipotesi circa la data della sua costruzione fissata nell’anno 1220:
un lungo periodo che rende il castello un muto, ma intrigante, testimone del
tempo. Il castello, fino all’inizio del 1600, fu proprietà dei Doria, salvo un
breve periodo nel XVI secolo quando, a seguito dell’uccisione di Luciano
Grimaldi di Monaco da parte di Bartolomeo Doria, i Grimaldi assalirono l’intera
Val Nervia appropriandosene e conquistando anche il castello di cui stiamo
parlando. In quel periodo gli abitanti di Isolabona vissero uno dei loro momenti
più difficili, subendo le vendette dei vincitori.
Da dire, peraltro, che
anche il periodo precedente non fu particolarmente felice, perché il dominio
dei Doria era fonte di continui soprusi nei confronti della popolazione. Tutto
questo per dire che l’indiscutibile fascino di questo luogo non è esente da
bagliori sinistri che, purtroppo, con alterne vicende, durarono fino alla
seconda guerra mondiale, con l’occupazione tedesca di Isolabona. Il castello
oggi ci comunica un senso di serenità e di imponenza come se il tempo avesse
dilavato tutto il sangue ed i soprusi di cui queste mura e questa torre sono
stati testimoni da ben 800 anni almeno. E vale la pena di goderselo allora
questo luogo interrogando le pietre, osservando le loro connessioni, fantasticando
sulle persone umili ed importanti che in questo luogo trascorsero le loro vite
ed approfondendo anche, se ne avrete voglia, qual era la vita reale degli
abitanti di Isolabona nei diversi secoli. Vite che, a ben vedere, non sono così
diverse dalla durezza che le pietre del castello ci comunicano. La pianta
esagonale dell’edificio ed il maschio, la presenza di feritoie che interrompono
appena la monolitica imponenza dei muri sono solo alcune delle suggestioni che
cattureranno i vostri occhi quando sarete qui. Che questo luogo accenda la
fantasia, del resto, è testimoniato anche dal racconto/romanzo dedicato da
Bobbio e Restelli al Boia di Apricale, che ci porta in diverse occasioni anche
tra le prigioni di queste mura.
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