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venerdì 6 maggio 2016

Lo Sapevate che: Nessuno ha rottamato i cacicchi del Pd...



 Tutta Colpa Di Garibaldi. Se non vi avesse soggiornato nell’autunno del  1860, di quel palazzo non si sarebbe impicciato mai nessuno. In quei saloni di una bella – un tempo – residenza borghese, l’Eroe dell’impresa dei Mille infatti accettò la resa di Capua, dopo aver regalato a Vittorio Emanuele II, in cambio di una stretta di mano nella vicina Teano, il collassato Regno delle Due Sicilie. Palazzo  Teti Maffuccini, sito sconosciuto del profondo Sud (..). Il suo restauro, o meglio i finanziamenti pubblici necessari per eseguire i lavori, hanno innescato la scintilla di un nuovo corto circuito politica-giustizia. Raffica di arresti a Santa Maria Capua Vetere; ombre di camorra; indagato anche il presidente del Pd della Campania, già deputato e ora consigliere regionale,  Stefano Graziano. Un intreccio di relazioni pericolose in cambio di voti. E i soldi della collettività per un simbolo di potere, la dimora di Garibaldi, appunto. L’inchiesta giudiziaria deflagra nel partito al governo della Campania, regione cui Matteo Renzi sta dedicando negli ultimi mesi maniacale attenzione. Saranno le imminenti elezioni comunali di Napoli, saranno le critiche subite per la mancanza finora di un progetto per il Mezzogiorno d’Italia, ma appena 48 ore prima che un pezzo del suo partito finisse nei guai, il premier-segretario aveva firmato con il governatore Vincenzo De Luca un “patto per la Campania” del valore di 19 miliardi. (..). Le due cose – il piano per la Campania, l’inchiesta giudiziaria – apparentemente sono scollegate. Non c’è alcun elemento che rimandi l’una all’altra. C’è però una considerazione dalla quale non si può sfuggire:l’inadeguatezza delle classi dirigenti locali nel gestire denaro pubblico. (..). Renzi nell’intervista a “Repubblica” ha replicato a Piercamillo Davigo, da poche settimane a capo dell’associazione magistrati, con un “fuori i nomi dei corrotti” Dalla regione che in queste settimane  gli sta tanto a cuore, sembra arrivare un beffardo post.it:eccoli: non li conosci? Roba di casa….(..) Più Alta E’ La Tensione con la magistratura, più si manifesta la debolezza del Pd di Renzi: un partito da Nord a Sud incrostato di pratiche opache di affarucci grandi e piccoli, di scandali veri. Il premier-segretario non è riuscito a rottamare capicorrente e signori delle tessere. E si ritrova esposto su più fonti, dalla Sicilia del familismo amorale fino alla rossa Emilia. In questi due anni non ha avuto testa, voglia e tempo di mettere ordine nel rissoso mondo dem. Mentre l’accentramento dei poteri in poche mani, in quello che viene definito “giglio magico”, ha moltiplicato i casi di conflitto di interessi. (..) Nel Ventennio Berlusconiano garantisti pelosi e manettari di complemento si fronteggiavano a prescindere. Gli italiani hanno assistito sgomento alla pervasività della corruzione. Ma anche alla farraginosità di certe azioni giudiziarie poi sfociate nel nulla. Una politica credibile, trasparente, autorevole può chiedere conto delle manchevolezze, dei protagonismi, dei ritardi, degli errori della magistratura. Perché il sistema giustizia in Italia, per cause sia esterne che interne funziona davvero male. (..). Ma in una democrazia sfibrata, dove il ruolo del leader si rimodella in funzione sempre più decisioniste, qual è la funzione della magistratura?  Di controllo della legalità? O di contrappeso istituzionale? Nella domanda c’è già l’innesco di un nuovo incendiario corto circuito politica-giustizia.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it - @vicinanzal – L’Espresso- 5 maggio 2016

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