Oggi nessuno affermerebbe, come
Aristotele, che “la donna manca di intelligenza superiore” o, come Kant, che
solo i maschi sono in grado di seguire i principi morali. E’ però ancora molto
diffusa l’idea che uomini e donne hanno cervelli che funzionano in modo
diverso, per esempio più logico nei maschi e più emotivo nelle femmine. E’
un’idea con qualche fondamento scientifico? Se ne parla oggi a Roma, al Teatro
Adriano, nella conferenza Ha un sesso il cervello?, appuntamento della serie
Brainforum, incontri internazionali dedicati a temi delle neuroscienze. Tra
psicoanalisti, genetisti, neuro scienziati e sociologi, l’ospite principale è
la psicologa Daphna Joel, dell’Università di Tel Aviv, che a fine 2015 ha
pubblicato sul tema una ricerca di grande impatto. Esaminando 1400 risonanze
magnetiche di cervelli maschili e femminili Joel ha visto che, in media, certe
aree cerebrali avevano un volume maggiore negli uomini o nelle donne. Per esempio l’amigdala, il
“centro della paura”, tendeva a essere più grande nei maschi, e l’ippocampo,
“il centro della memoria”, nelle femmine. “ Ma solo in meno dell’8 per cento
dei casi si aveva un cervello al cento per cento” da uomo “o “da donna”; nel
resto questo risulta un mosaico di caratteristiche “maschili” o “femminili. In
sintesi, il nostro cervello non ha un sesso dice Joel. E questo si vede anche
negli studi sul comportamento. “Negli ultimi decenni sono apparse più di 50
mila ricerche sulle differenze psicologiche fra maschi e femmine, che hanno
evidenziato come i due sessi siano in realtà molto simili sotto ogni aspetto:
intelligenza, emozioni, personalità, interessi e attitudini”. Con ciò il caso
parrebbe chiuso. Invece la neuroscienziata dell’Università della Pennsylvania,
Ragini Verma, che ha misurato le connessioni
all’interno di mille cervelli di maschi e femmine, ha scoperto una
notevole differenza: quelli femminili hanno più connessioni fra i due emisferi,
quelli maschili più connessioni all’interno dello stesso emisfero, “Questo
sembra essere in linea con certi stereotipi: il cervello maschile appare
cablato per coordinare percezione e movimento, quello femminile per memoria e
attività sociali” dice Verna. Gli studi psicologici confermano poi che, in
media, le bambine sono più abili nel comunicare e i maschi amano di più
esplorare, che gli uomini sono più aggressivi e le donne più empatiche, che
l’autismo colpisce cinque volte più i maschi e la depressione due volte di più
le femmine. Una qualche connotazione “di genere”, quindi, i cervelli sembrano
averla. “Viste le differenze genetiche e ormonali e i differenti ruoli
riproduttivi, è probabile che i cervelli di uomini e donne si siano strutturati
diversamente, per massimizzare le chance di riprodursi” dice il neurobiologo
Piero Calissano, dell’European Brain Research Institute, moderatore del
Brainforum. “Si tratta di una differenza sottile, su cui agisce il ben più
potente fattore dell’apprendimento. Così, nelle società dove si spingono i due
sessi in ruoli distini e rigidi, educazione e pressione sociale amplificano le
piccole differenze iniziali. Nelle altre
l’educazione tende invece a minimizzare le differenze di “hardware”, così che
ogni persona scelga la propria strada non in base al genere, ma a passioni e
attitudini”.
Alex Saragosa – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 20
maggio 2016 -
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