Etichette

venerdì 13 maggio 2016

Lo Sapevate Che: Boeri, operazione verità nel paese dell'ipocrisia...



Quanto sia difficile cambiare lo sappiamo tutti. Quanto sia difficile riuscire ad analizzare i motivi che ci portano a non voler mutare nulla nei nostri percorsi non è, invece, cosa agevole. A volte cambiare converrebbe, eppure, allo stesso tempo, se non vogliamo mutare nulla è per il nostro stesso interesse. Sembra una contraddizione, ci conviene cambiare corso, eppure ci conviene conservare tutto com’è perché temiamo di perdere ciò che abbiamo, di alienarci simpatie, di mutare equilibri. Se questo è vero per le decisioni che riguardano le nostre vite, decisioni che dobbiamo prendere noi, è vero anche e a maggior ragione per le scelte politiche che però siamo abituati e costretti a delegare. E deleghiamo più volentieri a due categorie di politici: quelli che ci promettono una palingenesi e totale non potrà mai avvenire o quelli che ci assolvono dicendoci che tutto fa schifo che viviamo prescinde da noi, dalla nostra responsabilità. Ho imparato a diffidare anche di una terza categoria, quella che non vuole si parli male, ma solo bene. (..) Così, quando il presidente dell’Inps Tito Boeri ha comunicato le prospettive, cronologiche ed economiche, delle pensioni, stampa, social, politici e sindacalisti sono insorti. Tra ilarità, sarcasmo e indignazione abbiamo avuto la prova tangibile di che Paese siamo e del perché non ci si muove di un centimetro, nonostante i proclami governativi. La verità fa male, soprattutto a chi è attento al consenso e a drogare con la propaganda le aspettative di crescita dell’economia. (..). Per Farlo Ci Voleva e ci vuole coraggio: quello che ha avuto Tito Boeri. L’iniziativa di inviare al contribuente una busta con le prospettive di pensione è rivoluzionaria. Lo è nel senso di azione tanto banale, quanto necessaria, da essere stata accuratamente evitata da tutti: meglio allontanare il problema, ma non per esorcizzarlo, bensì - ed è molto peggio – sapendo (o sperando) che la bomba scoppiasse più in là nel tempo, tra le mani di altri e quando fosse impossibile rintracciare le responsabilità.(..). I Privilegi Sono Protetti dall’ovatta del populismo, che vede casta ovunque ma non è in grado di riformare alcunché. Se ad esempio Boeri porpone misure di equità che passino per una limitazione dei privilegi, nel tentativo di scongiurare il suo stesso allarme (il rischio di pensione, esigua, a 75 anni per i nati negli anni ’80), da un lato gli oppositori professionali parleranno di attacco alle pensioni, dall’altro le nomenclature sindacali difenderanno la necessità di tenere all’oscuro i lavoratori, per meglio difendere chi una pensione, anche immorale, ce l’ha già. Non so quanto tempo Boeri potrà durare sulla sua poltrona, dato che agire con verità in un Pese intriso di ipocrisia è sempre un azzardo imperdonabile. Nominato quando ancora era in voga la retorica della rottamazione, si trova oggi alienate le simpatie di chi propugna con insistenza l’ottimismo di Stato. Eppure di tanti Boeri ci sarebbe bisogno per ricostruire le classi dirigenti italiane. Di tanta competenza acquisita studiando i problemi e di tanto coraggio. E anche, poiché spesso quello che si è imparato in famiglia è decisivo, di storie familiari edificanti. Il padre di Boeri era partigiano e non risulta abbia mai intrallazzato con banche o puntato su fidanzamenti illustri per far carriera.
Roberto Saviano – L’antitaliano www.lespresso.it L’Espresso 12 maggio 2016

Nessun commento:

Posta un commento