Il futuro della medicina, che sarà
sempre più a misura del paziente, si preannuncia luminoso. Però ci sarà pure
qualche ombra. Se ne discuterà nella seconda edizione del Festival della
Scienza medica, in programma a Bologna dal 19 al 22 magg. Il tema Le età della vita mette in relazione le
ricerche sulla longevità con le novità sulla prevenzione e sulla genomica. Tra
gli ospiti i premi Nobel Eric Kandel Ciechanover, il cui intervento La rivoluzione della medicina
personalizzata: cureremo tutte le malattie, ma a quale prezzo? si terrà il
20 maggio alle 12 a Palazzo Re Enzo. Ciechanover ha avuto il Nobel per la
chimica nel 2004 per la scoperta dell’ubiquitina, la proteina con cui
l’organismo “marca” le proteine non più necessarie e perciò destinate a essere
distrutte. Gli abbiamo chiesto di spiegarci come cambierà il modo di curarci
nei prossimi anni. “Stiamo uscendo dall’era del trattamento medico uguale per
tutti, perché oggi abbiamo capito che pazienti con malattie all’apparenza
simili, come il cancro al seno o alla prostata, reagiscono in modo diverso a
trattamenti a trattamenti simili. I meccanismi alla base di queste malattie
sono diversi da individuo a individuo. Due pazienti con il cancro al seno, se
hanno gruppi sanguigni e un’alimentazione diversa l’una dall’altra, in realtà
lottano con due malattie differenti. Affinando la nostra vista avremo più
probabilità di sconfiggerle” spiega Ciechanover. “Quello che facciamo oggi è
“curare la malattia”. In futuro invece “cureremo il singolo paziente”, perché
prima di somministrare un trattamento avremo mappato tutte le sue variabili più
importanti. Non solo il genoma individuale, che presto sapremo sequenziale in
poche ore a costo irrisorio, ma anche l’insieme delle proteine che il paziente
può produrre (ossia il proteoma), e l’insieme di tutte le sostanze che
partecipano ai processi del suo organismo (il metaboloma)”. La raccolta di
queste informazioni, con screening che diventeranno una semplice routine da ambulatorio,
servirà a passare alla seconda fase: “Troveremo nuovi marker specifici per le
malattie, e li potremo usare per sviluppare nuovi farmaci mirati
sull’individuo” spiega Ciechanover. “La nuova medicina non sarà solo
personalizzata, ma anche predittiva: ci dirà quali malattie possiamo aspettarci
dato il nostro profilo genetico, quanto efficace potrà essere ciascun farmaco e
come evitare gli effetti collaterali, che oggi sono la sesta causa di morte
negli ospedali”. Inoltre una caratteristica della scienza medica del futuro
sarà la partecipazione: “I medici saranno meno autocrati, e più consulenti: la
conoscenza delle vulnerabilità genetiche dell’individuo renderà ”necessario
trasferire più responsabilità ai
pazienti e alle loro famiglie sulle decisioni da prendere”. E qui, però,
potremo avere qualche scompenso. “Conoscere il nostro destino genetico” può
essere psicologicamente destabilizzante. E poi dovremo risolvere i problemi di
bioetica (fino a che punto è utile intervenire chirurgicamente per prevenire?)
e di privacy, legati alla diffusione delle informazioni genetiche delle
persone”. Insomma, come si diceva, luci e ombre.
Giuliano Aluffi – Scienze – Il Venerdì di Repubblica – 13
maggio 2016 -
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