E’ Passato Oltre un anno dall’inizio della
sperimentazione, ma finalmente la data è certa. Entro fine agosto usciranno
dall’Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze 2.400 barattoli di
cannabis terapeutica che da lì saranno distribuiti nelle farmacie di tutto il
Paese. E’ la prima tranche di cannabis”made in Italy”, coltivata a partire da
120 talee arrivate dal centro di ricerca Crea di Rovigo. Entro fine anno avremo
anche la seconda parte della distribuzione, frutto di altrettante piante
arrivate a Firenze ai primi di maggio. “dopo la sperimentazione pilota abbiamo
costruito due serre industriali da 25 metri quadrati ciascuna per la
coltivazione a ciclo continuo”, spiega il colonnello Antonio Medica, direttore
dello stabilimento fiorentino. “Dalle talee che usciranno da queste serre
produrremo a pieno regime, l’anno prossimo, 100 chili di prodotto”. Oggi i medici possono scegliere tra quattro
diversi preparati a base di cannabis, tutti importati dall’Olanda e prescritti in
base alle esigenze del paziente. Ma adesso arriva la produzione italiana e
Medica precisa che dal 2017 sarà per 50 chili simile al Bediol, mentre l’altra
metà al Bedrocan, i due preparati a base di cannabis più largamente utilizzati.
(..) Già dal 2013 nel nostro Paese è possibile, in teoria, utilizzare la
cannabis per fini terapeutici. L’Italia importa le quantità necessarie
dall’Olanda e qualunque medico la può prescrivere. “Lo fanno però in pochi,
perché si tratta di una prescrizione off label, cioè in cui mancano indicazioni
scientifiche su dosaggio e tempi di somministrazione”, spiega Paolo Poli,
presidente della Sirca, la Società italiana ricerca cannabis ed esperto di
terapia del dolore.(..) I risultati sembrano incoraggianti: la cannabis aiuta
gli anziani a dormire (sostituendo spesso le benzodiazepine), ma può essere
utilizzata anche in patologie più gravi e che riguardano persone più giovani,
come spasticità, Sla o malattie del sistema nervoso periferico, dove riduce i
movimenti delle gambe. I medici hanno inoltre osservato che la cannabis fa
aumentare l’appetito nei malati di cancro, oltre a ridurre gli effetti
collaterali della chemioterapia, come nausea e vomito. Nella struttura pisana
ciascun paziente ha ricevuto un trattamento personale: “ La terapia va dosata
in base alla patologia e alle caratteristiche del malato. Per questo servono
almeno tre mesi per provare il corretto dosaggio”, aggiunge l’esperto. I dati
preliminari confermerebbero questa ipotesi, visto che i risultati migliori si
registrano a partire da tre mesi dall’inizio della terapia e restano stabili
nel tempo.(..). In questo momento il ministero ha fissato la cifra che
riconoscerà per la coltivazione: 5,93 euro al grammo, cui andranno aggiunte le
spese per la distribuzione.(..). Attualmente sono quattro le aziende private
autorizzate dal ministero all’importazione e alla distribuzione della cannabis
olandese (..) .Farmalabor è una di
queste realtà. (..). Farmalabor ha già chiesto e ottenuto la distribuzione
anche per la cannabis italiana, mentre è ancora in sospeso l’altra richiesta,
quella di coltivazione diretta. In questa fase, infatti, il monopolio della
produzione resta al Chimico farmaceutico di Firenze. “Dorebbe essere garantita
la possibilità anche a soggetti privati di occuparsene. In questo modo, essendo
in un regime di concorrenza, potrebbero abbassarsi ulteriormente i prezzi”,
sostiene il numero uno di Farmalabor. “Mi auguro che il passaggio attraverso il
Chimico farmaceutico come unico fornitore sia temporaneo e che quando entrerà a
pieno regime chi farà richiesta essendo in possesso dei requisiti necessari
potrà contribuire alla produzione nazionale”.
Viola Bachini- Michela Perrone – Piante medicinali –
L’Espresso – 26 maggio 2016 -
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