Caro Indro, Avevi Ragione:
Berlusconi E’ Finito
Ma l’Italia Non E’Cambiata
Sono passati oggi undici anni da quando andai da Montanelli per l’ultima intervista, quella in cui disse che bisognava lasciar governare Berlusconi per liberarsi di lui. Era amareggiato come non l’avevo mai visto. “Finirà male, malissimo, nella vergogna e nella corruzione. E sarà stato inutile avere ragione. Un giorno il giornale ti chiederà di scrivere un articolo sulla fine di Berlusconi e non ne avrai più voglia”. Tutto si è avverato.
Quando Berlusconi ha annunciato che non si sarebbe candidato, la notizia è finita al quinto o sesto posto nei notiziari. Le prime erano gli scandali delle Regioni. Un terremoto con epicentro nella città che una volta Montanelli aveva battezzato “capitale morale d’Italia”. A Milano ormai anche i boss della ‘ndrangheta sono scandalizzati dal basso livello etico dei loro servi politici, li chiamano banditi, uomini senza dignità, gente di merda.
Il grande corruttore non se n’è andato trionfante fra i fuochi di rivolta dei suoi sostenitori, come aveva immaginato Nanni Moretti, piuttosto scappa mentre crolla a pezzi il sistema politico che si era costruito intorno. Aveva ragione è stato inutile e non si ha più voglia di scriverne.
Però sarebbe interessante ripubblicare quanto è stato scritto in questi vent’anni dagli aedi del berlusconismo. L’elogio del malandrino, l’ironia sul moralismo degli antiberlusconiani, l’apologia della grande novità liberale, la difesa a spada tratta di un “partito che non è di plastica”, il falso mito della modernità del Cavaliere. Ecco il conto della carnevalata.
Berlusconi ha corrotto l’intero quadro politico. La sua parte, portando nelle istituzioni un’ignorante banda del malaffare, sotto il vessillo protettore di un anti-comunismo in morte del comunismo che ha funzionato come immunità totale. Ma ha corrotto anche gli oppositori e in generale il senso comune. La sinistra è stata governata per anni da uno come D’Alema, il cui punto di forza dai tempi della Bicamerale risiedeva in un patto di spartizione con Berlusconi. Ed è questa cultura ad aver prodotto i casi Penati. Paradossalmente Berlusconi ha corrotto perfino il campo dell’antiberlusconismo più militante. Per anni abbiamo raccontato della strana corte intorno a Di Pietro, ma i seguaci non volevano né sentire né vedere.
Come alla fine del fascismo, manca nell’opinione pubblica un’autentica riflessione sul recente passato. Siamo già pronti a credere ad altre favole. Grillo ha successo perché assolve di fatto il berlusconismo da ogni colpa e punta il dito contro l’euro, l’Europa e i soliti complotti della finanza demoplutogiudaica, sempre di moda in Italia. Non è servito a nulla, caro Indro.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica -19-10-12
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