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domenica 18 novembre 2012

Lo Sapevate Che: Le Balenottere...


Così Nel Tirreno Le Balenottere
Fanno Il Pieno
Di Plancton e Plastica

Ha suscitato scalpore tempo fa la notizia dell’avvistamento di una grande isola di frammenti di plastica, che le correnti hanno formato al centro del Pacifico: cento milioni di tonnellate di materiali, per una superficie grande più del doppio dell’Italia.
Il problema però non riguarda solo il Pacifico. Anche se altrove è meno visibile. L’Università di Siena ha scoperto infatti che anche delfini, capodogli e balenottere del Tirreno nuotano in un mare di plastica.
Il gruppo diretto dalla biologa Maria Cristina Fossi da anni controlla la salute dei nostri mari, sia prelevando in mare, con una sorta di arpione modificato, campioni di pelle da animali vivi. “Analizzando i resti di balenottere comuni piaggiate abbiamo scoperto, per la prima volta al mondo, alte concentrazioni di ftalati, sostanze usate per ammorbidire le plastiche che, se ingerite, interferiscono con gli ormoni  sessuali, provocando alterazioni di sviluppo del sistema riproduttivo. Molto probabilmente arrivano dai microframmenti di plastica che ormai saturano anche il Mediterraneo.
La plastica, infatti, una volta in mare, non si dissolve, ma si disgrega per l’azione del sole e delle onde, fino a sbriciolarsi in frammenti invisibili, che continuano a galleggiare, impregnandosi anche di idrocarburi e altri inquinanti. Le misurazioni dei biologi marini senesi hanno rivelato che, ogni due metri cubi di acqua del tirreno settentrionale protetto come Santuario dei Cetacei, c’è in media un microframmento di plastica. “Ma al largo, per il gioco delle correnti, la concentrazione è sette volte più alta, e una balenottera comune, filtrando il plancton dal mare, con ogni boccata ingoia 70 metri cubi di acqua”. Una volta che la plastica è nello stomaco, i succhi gastrici ne estraggono gli ftalati, che si concentrano poi nel grasso degli animali.
“Per capire quali siano le conseguenze, l’estate scorsa abbiamo compiuto prelievi su 18 balenottere in mare, e ora stiamo misurando i livelli di vari marker biochimici, per farci un’idea dell’impatto degli flalati sulla salute degli animali”.
Trattare il mare come una pattumiera danneggia poi la fauna anche in altri modi. I sacchetti, per esempio, uccidono tartarughe e altre specie che li mangiano, scambiandoli per meduse, mentre un terzo dei piccoli di albatro del Pacifico muore con lo stomaco pieno di pezzi di plastica, scambiati per pesciolini.
Alex Saragosa –Venerdì di Repubblica 26-10-12

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