Chissà Se Un Giorno
L’Italia Troverà
L’allenatore Giusto
Sono andato a vedere una partita di calcio, per ragioni di lavoro, quando ero a Mosca: giocava il Milan. Quella è stata l’ultima
volta, e si perde nella notte del tempo. Non si può dire, dunque, che io sia quello che comunemente si chiama un tifoso. Ma il calcio mi interessa per ragioni, diremo così, antropologiche. Ed ecco la prima: si scopre quanto sia importante, per un giocatore, essere “in forma”. Anche i più bravi hanno giornate felici e giornate nere. Seconda osservazione: l’importanza dell’insieme. Le prestazioni di un giocatore, ottime in una squadra, talvolta crollano in una squadra diversa. Forse perché entrano in gioco le simpatie, le amicizie, le insofferenze di carattere personale.
Ma come si spiegano i periodi fortunati e i periodi infelici di una squadra intera, quando i giocatori sono sempre gli stessi? Lo stato d’animo di una squadra nel suo insieme è un fatto misterioso. E’ poi vero, osservando i risultati ogni domenica sera, che nessuna squadra riesce a mantenere lo stesso rendimento dal principio alla fine del campionato, sebbene i fattori siano immutati: stessa formazione, stesso allenatore. Nel periodo buono, una vittoria dopo l’altra; nei periodi neri, tutto va storto. Perché? Un singolo giocatore può giocare male perché ha mal di denti, o perché lo ha abbandonato la ragazza, tutti insieme? E ancora: è istruttivo osservare quanto sia importante l’allenatore. Quando una squadra è in crisi, per prima cosa si cambia l’allenatore. E forse è giusto che sia così.
Le vicende delle squadre di calcio sono imperscrutabili, come quelle di ogni altro raggruppamento umano. Comprese le nazioni: Anche le nazioni hanno periodi neri, e allora non ne indovinano una.
Nel calcio, come ho detto, se una squadra rischia la retrocessione si cambia l’allenatore, e viene il risveglio. Stessa cosa con le nazioni? Chi sa: se un giorno trovassimo l’allenatore giusto, noi italiani…
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica 9-11-12
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