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lunedì 19 novembre 2012

Lo Sapevate Che: La Tentazione...


La Tentazione
Abita in Albergo

Chi non ha mai rubato un oggetto con il marchio
dell’hotel? Nessuno, hanno scoperto al Waldorf Astoria

E’ arrivato il momento di confessare. Sono un ladro. In una vita di viaggi e di stanze d’albergo, ho riempito valigie di saponette, flaconcini di creme e lozioni che si sono poi malinconicamente pietrificate in fondo ai cassetti, salviette con le insegne della catena alberghiera ricamate sopra. E soprattutto il più grave dei miei bottini: gli accappatoi: Nel momento di cleptomania più acuta, rischiai non l’arresto, ma il divorzio, quando mia moglie, alla vista dell’ennesimo accappatoio di morbida spugna insaccato a fatica in una valigia, minacciò di andarsene da casa se ne avessi portato un altro dai miei viaggi. Il mio “colpo” più sensazionale avvenne a Modena, in un modestissimo alberghetto chiamato Della Libertà che si prendeva una piccola rivincita sui ladri stampando sui piatti la scritta “Rubato all’albergo della Libertà”. Almeno il marchio della vergogna sarebbe rimasto con il “topo” ogni volta che avesse usato quel piatto.
Gli albergatori lo sanno benissimo e accettano il fatto che gli ospiti portino via piccoli oggetti da toiletta, che sono già inclusi nel prezzo della camera. Nei loro souvenir shop offrono in vendita gli accappatoi, sperando di indurre nel ladro qualche sussulto di coscienza al momento di andarsene. Ma il gusto del ricordino a sbafo, dell’asciugamano o dell’accappatoio con lo stemma ricamato non è qualcosa che si possa acquistare, come il brivido criminoso del rischio di essere scoperti con la refurtiva nel bagaglio non ha prezzo.
Lo sanno talmente bene, gli osti (manager, si dice oggi) che uno degli hotel più famosi della Galassia, il Waldorf Astoria di Manhattan, dove pernottavano i Kennedy, i Roosebvelt e oggi gli Obama, insieme con i notori gangster e Marylin Monroe che vi abitò per mesi, ha offerto, più per l’effetto marketing che per interesse venale, una amnistia totale, noi diremmo “un condono tombale” a tutti coloro che in passato si fossero fregati qualcosa.
E’ uscito di tutto, ben oltre i miei modesti bottini di spugna e di lozione. La nonna di un impiegato dell’albergo si è finalmente sollevata la coscienza restituendo una forchettina di alpaca, il falso argento molto usato nella posateria degli hotel, che si era infilata nella borsetta durante il proprio banchetto di nozze. L’anno era il 1949.
Sono rientrati a casa tazze di porcellana, piatti e posate, abbastanza per un sontuoso corredo. C’è chi si era portato via cartelli “Do not disturb” che avevano appeso fuori dalla porta nella prima notte di nozze, ma anche oggetti di valore, come una pesantissima zuppiera sempre di alpaca, completa di sottopiatto e di coperchio, che ci si domanda come il ladro abbia fatto a portare fuori inosservato. O la ladra, visto che il Waldorf fu il primo hotel in America, o forse nel mondo, ad accettare come ospiti donne sole.
Una ricca signora del New Jersey, ottantenne, ha restituito ventiquattro coltellini spalmaburro. Ne aveva preso uno come souvenir per ciascuno dei ventiquattro anni nei quali aveva, a proprie spese, organizzato in un salone dell’albergo feste di beneficenza.
Non ci sono, almeno tra colore che si sono auto identificati non avendo nulla da temere, distinzioni di razza né di status sociale, anche se fra gli ospiti che hanno pagato i conti dell’hotel non ci sono mai stati poveracci senza tetto. Ci sono più donne che uomini. Ma invano si è sperato che, fra tanta oggettistica minore (zuppiera a parte) rientrasse alla base anche una pesantissima porta di vetro da doccia. Era stata installata per Frank Sinatra, un ospite regolare, con le sue iniziali incise sopra e veniva montata quando “Old Blue Eyes”, il vecchio occhi azzurri, tornava nella propria suite abituale e poi rimossa, per farlo sentire a casa. Visto il peso e le dimensioni, non fu certamente lui, o un altro cliente, a portarsela via nascondendola in valigia. Certamente oggi adorna il bagno di qualche ricco collezionista di oggetti appartenuti a celebrità, attraverso il mercato nero.
Ma finora, neppure un accappatoio è stato restituito. La mia coscienza, avvolta in morbida spugna, tace soffocata.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica 10-11-12

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