Schulz:Questa Europa
E’ Come Frankeinstein,
Ora Serve più Politica
Ogni volta che Martin Schulz viene in Italia, paga
Pegno: deve fare una battuta su Silvio Berlusconi. Che nel 2003, a Strasburgo, fresco presidente di turno del Consiglio Ue, si indispettì per le sue domande su Lega, conflitto di interessi e altri pasticci, e gli offrì il ruolo di Kapò in un film italiano.
Oggi che il socialdemocratico Schulz presiede il Parlamento europeo, ha un tono più diplomatico e, invece di interferire sul pittoresco S.B., attacca gli speculatori dell’euro: “Monti ha riportato l’Italia al centro della politica europea, ma quello che è successo con lui e il suo predecessore dimostra che sui mercati domina una logica perversa. Berlusconi ha abbassato molto le entrate dello Stato diminuendo le tasse, e ha alzato ancora di più il debito sovrano, ma ora che avete al governo un professore di Economia, persona calma, di stile, che ha imposto al Paese un rigore terribile, i mercati non si fidano. Qualcuno mi spiega perché? La Ue deve darsi in fretta gli strumenti per combattere gli speculatori. Perché i soldi risparmiati da Monti con grandi sacrifici della gente finiscono nelle loro tasche invece di rientrare nell’economia”.
Sul rigore, targato Merkel o Monti, Schulz obietta: “Il rilancio dell’economia non passa solo attraverso i tagli, gran parte del Parlamento europeo l’ha capito: Sistemare i conti è una questione di giustizia, per non lasciare il nostro debito ai nostri figli. Ma non s’è mai visto un riassetto del bilancio senza investimenti”. L’altra parola d’ordine a Bruxelles, per i Paesi in crisi, è stabilità: traducendo liberamente, per l’Italia si potrebbe intendere Monti bis, ma non per il lessico politico di Schulz: “Dio solo sa che la stabilità è necessaria”.
Stabilità messa a rischio dall’avanzata di Grillo che promette sfracelli anche oltre confine, con il referendum sull’euro. Mentre ha tuonato più volte contro la Lega e altri partiti xenofobi e antieuropeisti, Schulz non sembra preoccupato più di tanto dalle intemperanze grilline. “ Rappresentano un disagio, molto presente nell’Unione, che nasce dalla diffidenza e dallo scontento verso le istituzioni nazionali ed europee, ma può essere recuperato. Non è giusto attaccare l’etichetta di euroscettico tutti quelli che criticano Bruxelles. Buona parte di loro condivide l’idea di una responsabilità comune che, superando le frontiere, ma rispettando le differenze, affronta le sfide del XXI secolo. Solo che, come mi ha detto una volta Wim Wenders, per molta gente “l’idea è diventata l’amministrazione”. Siamo considerati troppo tecnocratici, distanti. Abbiamo creato un Frankestein transnazionale: ci vuole più politica, più trasparenza, più visibilità. E meno organismi: quando elenco il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, la Commissione europea, il Consiglio dell’Unione europea, mi direi da solo: appena hai finito spegni la luce”.
Paola Zanuttini – Venerdì di Repubblica 23-11-12
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