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domenica 18 novembre 2012

Lo Sapevate Che: L'Età Dei Diritti


I Diritti Dell’Uomo, Oggi

Il tempo vissuto non è il tempo reale: qualche volta può essere
Più rapido, qualche volta più lento. Le trasformazioni del mondo che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, sia per il precipitare della crisi di un sistema di potere che sembrava solidissimo e anzi ambiva a rappresentare il futuro del pianeta, sia per la rapidità dei progressi tecnici, suscitano in noi, il duplice stato d’animo dell’accorciamento e dell’accelerazione dei tempi. Ci sentiamo talora sull’orlo dell’abisso e la catastrofe incombe. Ci salveremo? Come ci salveremo? Chi ci salverà? Stranamente questo senso di essere incalzati dagli eventi rispetto al futuro contrasta con il senso opposto dell’allungamento e del rallentamento del tempo passato rispetto al quale l’origine dell’uomo viene fatta risalire sempre più indietro. Tanto la nostra memoria sprofonda in un passato remoto che continua ad allungarsi, tanto più la nostra immaginazione si accende all’idea di una corsa sempre più rapida verso la fine. E’ un po’ lo stato d’animo del vecchio che io conosco bene: per il quale il passato è tutto, il futuro, nulla. Ci sarebbe da stare poco allegri se non fosse che un grande ideale come quello dei diritti dell’uomo rovescia completamente il senso del tempo, perché si proietta nei tempi lunghi, come ogni ideale, il cui avvento non può essere oggetto di una previsione, come dicevo all’inizio, ma soltanto di un presagio.
In una visione della storia per cui si può dire che la razionalità non abita più qui – com’è lontano il tempo in cui Hegel insegnava ai suoi scolari di Berlino che la ragione governa il mondo! -, oggi possiamo soltanto fare una scommessa. Che la storia conduca al regno dei diritti dell’uomo anziché al regno del Grande Fratello, può essere oggetto soltanto di un impegno.
E’ vero che altro è scommettere, altro è vincere. Ma è anche vero che chi scommette, lo fa perché ha fiducia di vincere. Certo non basta la fiducia per vincere. Ma se non si ha la minima fiducia, la partita è persa prima di cominciare. Se poi mi si chiede che cosa occorra per aver fiducia, riprenderei le parole di Kant dette all’inizio: giusti concetti, una grande esperienza, e soprattutto, molta buona volontà.
Norberto Bobbio – L’età dei diritti -

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